Parabola verso la gloria

Massimo Ceccaroni ha vestito la maglia del Basilea dal 1974 per più di 260 partite. Ha dovuto porre fine alla carriera nel 2001.
La sua maglia numero 2 campeggia nella curva di Muttenz: la leggenda Ceccaroni è inseparabile dal San Giacomo.
E’ una delle bandiere della squadra di calcio del Basilea. Italiano della seconda generazione in Svizzera, Massimo Ceccaroni ha vissuto la trasformazione che ha portato la squadra renana ad arrivare ai vertici del calcio europeo.
In quest’intervista esclusiva a swissinfo, ripercorre le tappe salienti del salto di qualità effettuato dalla squadra renana.
Diciassette stagioni in rossoblu, vivendo in prima persona il duro passaggio alla serie B a poi la rinascita di questo Basilea che arriva molto lontano in Champions League. Cos’è cambiato in questi anni?
Con l’arrivo di René C. Jäggi alla presidenza del Basilea, nel 1997, è iniziata la scalata. Ha trovato nuovi sponsor e, con la signora Gigi Oeri, la garanzia di una copertura da parte dell’industria chimica basilese. Insomma, Jäggi voleva vincere il campionato a tutti i costi. Poi è stato l’allenatore Gross a dare una spinta decisiva di professionalità ai giocatori. Adesso il Basilea è una delle squadre più conosciute d’Europa, proprio perché è partita da zero per arrivare a cento, in una sola stagione. Questo è cambiato.
E poi ?
Poi con questo nuovo stadio abbiamo effettivamente cominciato a giocare a livello europeo, in modo degno della cornice. Disputiamo delle stupende partite di Champions League.
Oggi è più difficile essere giocatore di calcio?
Ci vuole sempre ancora la stessa determinazione, la stessa passione e disciplina. E ci vuole naturalmente talento. Diventare un giocatore del Basilea oggi è un sogno per tutti i calciatori svizzeri.
C’è posto per i giovani di Basilea nella prima squadra?
Per i giovani della regione sarà sempre più dura, perché la concorrenza si è ormai allargata a tutti i giovani svizzeri e ai calciatori esteri. Ma il grande calcio, per un giovane che vuole arrivare, è così: è un sogno. Poi per alcuni, o pochissimi, si realizza. Ma questo è sempre stato così. Oggi la selezione è sempre più dura. Ma il Basilea vuole rimanere la prima squadra in Svizzera e confermarsi competitiva anche in Europa, quindi deve approfittare di questa possibilità offerta anche dalla maggiore concorrenza fra i giocatori giovani.
La città di Basilea sente molto la sua squadra. Nei carnevali siete sempre al centro dell’attenzione. Negli anni magri vi si prendeva in giro, adesso com’è?
L’ultimo carnevale l’abbiamo passato da eroi, da giganti. Ma ci hanno anche fatto soffrire negli anni difficili. Ti senti male quando ti prendono in giro, quando ti distruggono. Quest’anno, invece, erano tutti in rossoblu. Questo vuol dire che la squadra è sempre nella mente della gente.
A Basilea c’è una frenesia per il calcio. La folla che assalta i giocatori anche per strada?
E’ sempre stato così. Basilea è una città industriale. Lo era già 30 e perfino 50 anni fa. Allora c’erano gli operai che sabato andavano a vedere la partita con tutta la famiglia, perché allora si pagava 5 franchi. Era un calcio popolare e tutti lo seguivano. E’ cominciata allora la relazione molto intima tra popolazione e squadra di calcio.
Oggi però Basilea non è più la città operaia di allora, bensì una città di grossi affari, anche l’FCB è più chic, i biglietti costano molto. Come la mettiamo?
Ma il cuore è rimasto attaccato alla squadra. Quando i basilesi amano una squadra gli restano attaccati tutta la vita. Quando eravamo in serie B, venivano squadre come il Grassohoppers o il Lucerna e al vecchio stadio San Giacomo c’erano 36 mila o 42 mila spettatori. Il tifoso del Basilea è proprio incarnato con questo club: diventa matto quando vince ed è molto triste quando perde.
swissinfo, Rolando Stocker
La parabola vincente del Football Club Basilea nell’esperienza di Massimo Ceccaroni.
Il calciatore simbolo della squadra renana racconta i momenti topici dell’avventura calcistica che ha portato il Basilea ai vertici del calcio europeo.
Le peculiarità di una squadra che può contare su generosi mecenati ed un pubblico fedele.
17 le stagioni col Basilea
260 le partite giocate in prima squadra
2001/02 fine della carriera calcistica
1997 inizio dell’era Jäggi

In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.