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Parto difficile per la conferenza di Ginevra

Il Centro internazionale di Ginevra che ospiterà la conferenza. www.cicg.ch

Una trentina di Paesi e 21 organizzazioni internazionali partecipano alla riunione umanitaria sull'Iraq, organizzata dalla Svizzera. Grandi assenti, gli Stati Uniti.

La riunione verrà inaugurata sabato pomeriggio dalla ministra degli esteri, Micheline Calmy-Rey, promotrice dell’iniziativa.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)- l’agenzia del ministero degli esteri preposta alla cooperazione internazionale – ha lavorato alacremente perchè il maggior numero possibile di persone si ritrovi a Ginevra.

Il risultato è di tutto rispetto visto il breve tempo a disposizione e dato il difficile contesto internazionale.

Tutte le agenzie dell’ONU toccate dalla crisi irachena saranno presenti a Ginevra. E’ il caso, in particolare, dell’Ufficio per le questioni umanitarie incaricato d’altronde di coordinare l’attività delle agenzie dell’ONU in materia.

A Ginevra sarà presente il direttore Ross Mountain. L’agenzia fa sapere che Mountain informerà i partecipanti sui risultati della missione che ha appena effettuato in Medio Oriente.

L’Alto commissariato per i rifugiati dell’ONU sarà rappresentato dal suo direttore Ruud Lubbers, che parteciperà alla cerimonia d’apertura, accanto a Micheline Calmy-Rey.

La riunione ginevrina potrà contare anche sulla presenza del CICR e della Federazione internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna rossa.

Saranno rappresentati una trentina di Stati , soprattutto i vicini dell’Iraq, i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU e la presidenza greca dell’Unione europea.

Va però anche detto che il commissario europeo, incaricato dell’aiuto umanitario, ha declinato l’invito della Svizzera. Poul Nielson ha dichiarato di non voler politicizzare la riunione con la sua presenza e il suo rango.

Un’assenza di spicco

Il grande assente resta comunque il governo americano. La DSC nota che nessun altro Stato, invitato a Ginevra, ha rifiutato di venire in Svizzera.

Gli Stati Uniti hanno messo in dubbio l’utilità reale di una simile riunione, facendo riferimento agli sforzi di coordinazione già intrapresi dalle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite.

Il segretario generale delle Nazioni Unite – in assenza degli Stati Uniti – giovedì ha presentato davanti ai membri del Consiglio di sicurezza i piani d’intervento delle agenzie umanitarie dell’ONU nel caso di una guerra contro l’Iraq.

Kofi Annan insiste in particolare sugli sforzi compiuti da due mesi da Louise Fréchette, numero due del segretariato dell’ONU, per coordinare al massimo il lavoro di tutte le agenzie onusiane impegnate nella crisi.

La qualità degli scambi

Per Antonella Notari, portavoce del CICR, la riunione di Ginevra ha il grande merito di riunire un elevato numero di responsabili che seguono giorno per giorno la situazione sul terreno.

Secondo la portavoce del comitato, uno scambio di informazioni è sempre utile.

Le altre agenzie contattate da swissinfo non vogliono pronunciarsi sulla riunione. Tutto dipenderà dalla qualità degli scambi.

La DSC, dal canto suo, spera che la conferenza permetta di lanciare nuove iniziative umanitarie , sia sul piano bilaterale, che su quello multilaterale, spiega Joachim Ahrens.

Un contesto difficile

Gli osservatori indipendenti sottolineano il coraggio e i meriti dell’iniziativa della consigliera federale Calmy-Rey: “Questa riunione avviene in un contesto internazionale molto delicato”, dichiara a swissinfo Marcelo Kohen, dell’Istituto ginevrino degli alti studi internazionali.

Secondo l’esperto di diritto internazionale, una riunione dedicata alle vittime di un conflitto ha un carattere fortemente politico. Comprensibili quindi, certe difficoltà.

Andrew Clapham, specialista in diritto umanitario, ritiene che l’assenza di Iraq e Stati Uniti costituisca una chance: “Questo permette di concentrarsi sui problemi umanitari”.

Marcelo Kohen conclude: “Se si parla di guerra preventiva, bisogna parlare anche di azioni umanitarie preventive”.

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione e adattamento: Elena Altenburger)

Una trentina di Paesi e 21 organizzaioni umanitarie partecipano alla conferenza
L’Iraq non è stato invitato e gli Stati Uniti hanno declinato l’invito
Dal 1991 la Svizzera ha versato annualmente all’Iraq 5 milioni di franchi in aiuti umanitari

Sabato e domenica Ginevra ospiterà una conferenza internazionale dedicata all’Iraq. Una riunione che avviene in un contesto internazionale delicato ma che potrebbe dare i suoi frutti se i rappresentanti dei governi e degli organismi umanitari avranno uno scambio di informazioni proficuo e aperto.

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