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Pensioni sicure anche in futuro?

La revisione del secondo pilastro della previdenza sociale passa al vaglio del Parlamento swissinfo.ch

La previdenza professionale deve fare i conti con l'invecchiamento della popolazione e con i cambiamenti nel mondo del lavoro. Il Parlamento si china sul tema in una sessione straordinaria.

La Svizzera conosce un sistema pensionistico a tre pilastri. In primo luogo l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) che garantisce il minimo esistenziale. A questa si aggiunge la previdenza professionale. I due pilastri congiunti garantiscono, al momento del pensionamento, il 60 per cento dell’ultimo reddito. Un livello ineguagliato a livello europeo a cui si vuole rimanere fedeli.

Ma dall’introduzione del sistema a tre pilastri – pensione base ridistributiva, e previdenza professionale e privata, basate sui contributi individuali capitalizzati – la struttura demografica del paese è sensibilmente cambiata. L’invecchiamento della popolazione esige delle modifiche che evitino il collasso. Inoltre la presenza di molte persone che lavorano a tempo parziale, soprattutto donne, impone un riequilibrio nella distribuzione dei premi.

Attualmente, una donna su tre e un uomo su sei non hanno accesso alla previdenza professionale, sia perché il loro salario annuo non raggiunge la soglia dei 24 720 franchi, sia perché cumulano vari impieghi a tempo parziale.

Obbligatorietà anche per i redditi bassi

Per dare delle risposte adeguate il Parlamento si riunisce in seduta straordinaria. La sessione speciale del Consiglio nazionale, che inizia lunedì per tre giorni, preannuncia un’aspra battaglia sulla revisione della Legge sulla previdenza professionale (LPP).

La commissione preparatoria del Nazionale ha proceduto agli ultimi ritocchi della prima revisione della LPP, apportando notevoli cambiamenti alla versione del Consiglio federale. In particolare si vuole offrire un maggiore accesso al II. Pilastro. Contrariamente al governo, la commissione del Nazionale vuole autorizzare i contributi già a partire da un salario annuo di 12 360 franchi.

La commissione propone anche di rivedere la deduzione di coordinamento che permette di calcolare la parte del salario assicurato. Attualmente, quest’ultima coincide con la soglia d’accesso alla LPP o con la rendita massima AVS (24 720 franchi) ed è limitata a 74 160 franchi. La commissione vuole ora fissare questa deduzione al 40 per cento del salario, ma al minimo a 9270 e al massimo a 21 180 franchi.

Questi due provvedimenti, vivamente combattuti dalle organizzazioni padronali a causa dei loro costi, permetterebbero di allargare la cerchia dei beneficiari della LPP a circa altre 300 000 persone. Inoltre migliorerebbero il livello generale di previdenza per oltre il 40 per cento dei lavoratori.

Diluire i risparmi nel tempo

Altro tema controverso: il tasso di conversione. Come il Consiglio federale, anche la commissione desidera ridurre progressivamente questo tasso di conversione in rendite del capitale vecchiaia, attualmente fissato al 7,2 per cento. Il problema sta nell’invecchiamento della popolazione. Più anni di vita da pensionati portano ad una diminuzione delle rendite.

Mentre il governo pianifica un passaggio al 6,65 per cento in 13 anni, la commissione preferisce limitare la diminuzione del tasso di conversione al 6,8 per cento in 15 anni.

Inizialmente il governo aveva proposto di aumentare semplicemente i contributi per i lavoratori più anziani. Ma la commissione parlamentare, temendo una perdita di concorrenzialità per i lavoratori più anziani sul mercato del lavoro ha elaborato il nuovo sistema. Per evitare un calo delle rendite è previsto un nuovo sistema definito di deduzioni di coordinamento.

Tempesta in vista

I rappresentanti dell’economia hanno comunque già assicurato guerra ad un sistema che peserebbe direttamente sulle casse dei datori di lavoro. Già prima dell’inizio dei dibattiti è stato annunciato il referendum popolare contro il progetto. Secondo le organizzazioni padronali c’è il rischio di danneggiare l’economia nazionale, appesantendo ulteriormente il carico fiscale sul lavoro.

D’altro canto le associazioni femminili e i sindacati salutano le misure che permetteranno alle donne con redditi bassi di accedere alla previdenza professionale, pur disponendo di un reddito basso.

Il successo è direttamente legato alle alleanze ancora incerte tra destra e sinistra. Malgrado tutti siano intenzionati a mantenere il modello di previdenza che si è dimostrato molto più solido di quello dei paesi vicini, le posizioni divergono.

Il Nazionale dovrebbe approfittare della revisione della LPP per imporre maggiore trasparenza alle casse pensione. Il modello della commissione comporterebbe costi supplementari per 1,485 miliardi di franchi rispetto al regime attuale, contro 400 milioni per la versione del Consiglio federale. Tuttavia, grazie alle compensazioni tratte dalla previdenza sovraobbligatoria, questi oneri verrebbero ridotti a 865 milioni per la versione della commissione e a 295 milioni per quella del governo.

swissinfo e agenzie

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