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Per il Nazionale la scelta del cognome spetta ai genitori

Il dossier sul cognome di coniugi e figli è il frutto di un'iniziativa parlamentare dell'ex consigliera nazionale liberale vodese Suzette Sandoz swissinfo.ch

In linea di principio i futuri sposi potranno scegliere più liberamente il loro cognome. Con 79 voti contro 65, il Consiglio nazionale martedì non ha voluto imporre loro un cognome comune. Per il cognome dei figli, in caso di disaccordo tra i genitori, la decisione spetterebbe invece all'autorità tutoria.

Per quanto riguarda il cognome dei coniugi, sulla scia del Consiglio degli Stati, ha fatto breccia anche in Consiglio nazionale il desiderio di introdurre un regime più liberale, che tenga conto dell’uguaglianza dei sessi. Il concetto adottato prevede che gli sposi potranno scegliere il cognome della moglie o del marito, conservare i rispettivi cognomi o adottarli entrambi.

La deputata popolare democratica friborghese Thérèse Meyer ha inutilmente cercato di impedire questa soluzione, a suo modo di vedere problematica per l’identità della famiglia. Essa avrebbe voluto costringere i futuri coniugi a scegliere il cognome della fidanzata o del fidanzato. Il suo compagno di partito, il consigliere nazionale ginevrino Jean-Philippe Maitre ha addirittura parlato di «self-service dello stato civile».

La maggioranza, d’accordo con la consigliera federale RuthMetzler, ha invece sottolineato l’inadeguatezza del regime attuale, non più in sintonia con il principio dell’uguaglianza, dato che non prevede la scelta del cognome della fidanzata quale nome di famiglia.

Secondo la ministra della giustizia, è inoltre stata trovata una soluzione valida per quel che riguarda il cognome dei figli. Tuttavia, il fatto che un’autorità di tutela debba pronunciarsi in caso di disaccordo tra i genitori non è stata accolta unanimamente. La deputata vodese dei Verdi Anne-Catherine Menétrey Savary avrebbe voluto che i figli portassero il cognome della madre, almeno fino al momento della decisione dell’autorità tutoria. Ma la sua proposta è stata respinta.

Il Consiglio degli Stati deve tornare a occuparsi di questo dossier, frutto di un’iniziativa parlamentare dell’ex consigliera nazionale liberale vodese Suzette Sandoz. La Camera dei cantoni non aveva infatti previsto l’intervento dell’autorità di tutela per la scelta del cognome dei figli.

swissinfo e agenzie

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