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Per la Svizzera la posta in gioco è alta

Il vertice sull'informazione è il primo grande incontro internazionale organizzato dalla Svizzera dopo la sua adesione all'ONU picswiss.ch

I preparativi finali per il Vertice mondiale sulla società dell'informazione (VMSI) hanno fatto salire la pressione dell'ONU e della Svizzera.

Come paese ospitante, la Svizzera è chiamata a garantire la sicurezza e a trovare un sostegno internazionale agli obiettivi del vertice.

Lo scopo generale della tre giorni di incontri è quello di arrivare ad un piano d’azione che sia in grado di colmare il divario digitale, permettendo a tutti gli abitanti del pianeta di accedere all’informazione su una base equa ed economicamente sostenibile.

Ma già nella fase preliminare all’evento sono emersi diversi punti di disaccordo su argomenti piuttosto interessanti, come ad esempio il finanziamento e la libertà di espressione.

La pressione sale

“La posta in gioco è piuttosto alta per la Svizzera,” ritiene l’analista politico Julian Hottinger.

“La Svizzera sente di poter dare il proprio contributo in questo campo. Berna spera quindi che vertice possa tramutarsi in un successo, riuscendo a risolvere i principali nodi in disucussione” dice Hottinger a swissinfo.

Ginevra ospita da decenni la sede europea delle Nazioni Unite, come pure diverse agenzie dell’organizzazione internazionale. La cittadina sul Lemano è quindi ben ferrata nell’arte degli scambi diplomatici.

Ma è anche la prima volta la Svizzera ospita un vertice mondiale dell’ONU. Da parte elvetica si sente quindi con ancora maggiore forza la necessità di giungere ad una dichiarazione finale che possa effettivamente concretizzarsi.

“Un fallimento del vertice mondiale produrrebbe solo perdenti, in tutti i campi”, dichiara Wolfgang Kleinwächter, che rappresenta la società civile al summit.

“I negoziati devono mantenere un certo grado di flessibilità e ognuno deve essere pronto a dare e a ricevere qualcosa in cambio, senza tradire i propri principi,” aggiunge Kleinwächter.

L’interesse politico

Da mesi l’Ufficio federale delle comunicazioni sta cercando di convincere i leader mondiali a partecipare al vertice – occupati come sono con urgenti questioni internazionali e domestiche.

Prendono parte al summit una sessantina di leader del mondo politico ed economico, in rappresentanza di circa 130 paesi.

Ma Hottinger prevede anche che i conflitti attuali, come quelli in corso attualmente in Medio Oriente, non possono che distogliere l’attenzione dai dibattiti del vertice.

“La tensione politica focalizza l’attenzione e c’è una diffusa sensazione che l’argomento di questo summit non sia così importante in questo momento.”

Opinione che non condivide invece Maurice Strong, consulente canadese che ha prestato i suoi servizi al governo svizzero per la preparazione di questo vertice.

Strong sostiene che il momento per l’incontro non potrebbe essere più propizio: “L’era dell’informazione, o del sapere, emergerà. Anzi, sta già emergendo come l’elemento centrale di definizione della nostra civiltà.”

“Questa conferenza non è solo importante, ma arriva al momento giusto. Abbiamo la possibilità di dare avvio ad una società della conoscenza, in cui i vantagggi tecnologici siano a disposizione di tutti e non solo di pochi privilegiati”.

Sicurezza

Oltre al lavoro di persuasione dei capi di Stato, hanno impegnato molto le autorità svizzere anche i preparativi nel campo della sicurezza.

Solo sei mesi fa, Ginevra e Losanna sono state scosse da violente proteste in occasione del vertice del G-8. L’incontro, che si è svolto nella vicina cittadina francese di Evian, aveva obbligato le autorità svizzere a far ricorso ai rinforzi di poliziotti tedeschi.

Daniel Stauffacher, delegato speciale del governo svizzero per il summit dell’ONU, promette che questa volta la polizia terrà la situazione sotto controllo.

“Ci siamo preparati per più di anno, a livello cantonale e federale” dice a swissinfo. “La polizia ha cercato di individuare ogni possibile rischio per la sicurezza, ma a questo punto non abbiamo indicazioni di minacce o di grandi dimostrazioni in programma”, aggiunge.

“Abbiamo cercato di coinvolgere tutti i gruppi d’interesse in questo processo, leader economici, rappresentanti della società civile e organizzazioni non governative”, spiega Stauffacher.

Ed è sua opinione che l’aver invitato al summit anche coloro che tradizionalmente si oppongono a questo tipo di vertice sia stata una mossa vincente: invece della protesta di strada hanno preferito in questo caso il tavolo delle negoziazioni.

swissinfo, Anna Nelson, Ginevra
(traduzione: Raffaella Rossello)

Come paese ospitante del Vertice mondiale sulla società dell’informazione, la Svizzera è chiamata di garantire la sicurezza e di trovare il consenso politico internazionale per il sostegno degli obiettivi del summit.

I finanziamenti e la libertà di espressione sono due degli aspetti essenziali su cui verteranno le discussioni.

Il timore è che le tensioni sulla scena politica internazionale distraggano l’opinione pubblica dal summit.

I responsabili svizzeri assicurano che le discussioni non saranno disturbate da proteste violente: i tradizionali oppositori a questo tipo di summit sono stati invitati a partecipare al vertice.

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