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Per una rapida revisione della norma sui delitti d’insider

Il ministro delle finanze Merz ha definito la revisione "urgente". Keystone

Il governo svizzero vuole affrontare d'urgenza la revisione parziale della norma penale sulle operazioni insider.

Il dipartimento del ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz, ha ricevuto l’incarico di presentare un progetto entro la fine dell’anno.

Il dossier «insider trading», indica una nota del Dipartimento federale delle finanze (DFF), doveva essere trattato nel quadro dell’attuazione delle raccomandazioni rivedute del Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di denaro (GAFI), che riguardano anche la lotta al terrorismo. Un primo progetto, già sottoposto a consultazione, sarà oggetto di un messaggio al parlamento entro la metà di maggio.

Dossier maturo

Per quanto riguarda le operazioni insider, anche sulla scorta del «caso Swissfirst», il governo ha deciso di ritirare tale capitolo dal progetto globale, per trattarlo con urgenza.

Il dossier è ormai maturo per essere affrontato, ha affermato venerdì a Berna davanti alla stampa il consigliere federale Hans-Rudolf Merz. Il messaggio dovrebbe essere pronto tra qualche settimana, ha precisato il ministro.

La revisione dovrà permettere di integrare nella norma sull’insider trading già contenuta nel codice penale tutto ciò che potrebbe influenzare il corso delle azioni, anche gli avvertimenti sugli utili.

I provvedimenti che permetteranno di far rientrare alcune operazioni insider e manipolazioni dei corsi nella categoria dei crimini invece che dei delitti saranno affrontati nel quadro del progetto globale l’anno prossimo.

Durante una terza fase e dando seguito a varie richieste, il governo prevede anche un esame approfondito della regolamentazione dei reati che riguardano le contrattazioni azionarie e gli abusi di mercato.

Poiché si tratta di argomenti complessi, una tale revisione – che non tocca solo il codice penale ma anche la legislazione sulle borse – richiede più tempo.

Timori per la reputazione

La Svizzera dispone di un buon armamentario contro la lotta al riciclaggio, ha affermato Merz. «Tuttavia vi sono ancora delle lacune che devono essere colmate – ha precisato il ministro delle finanze – affinché la buona reputazione della piazza finanziaria elvetica non venga intaccata».

Un anno fa, una prima procedura di consultazione sulle 49 raccomandazioni del GAFI aveva suscitato parecchia avversione, ha ricordato Merz. Ora si tratta di riprendere nel nostro ordinamento certi suggerimenti, facendo in modo di limitare al massimo le eventuali conseguenze negative – per esempio un maggior carico amministrativo – sull’economia.

Finanziamento del terrorismo

Rispetto a un anno fa, il governo non intende però rinunciare ad alcuni punti del suo progetto. Tra di essi figura la definizione di nuovi atti preparatori al riciclaggio di denaro per il contrabbando organizzato, la contraffazione di merci e la pirateria di prodotti nonché i reati insider e le manipolazioni di corsi. Inoltre, la legge sul riciclaggio di denaro dovrà essere estesa al finanziamento del terrorismo.

Il governo intende mantenere l’obbligo di comunicazione in caso di relazione d’affari non avvenuta e l’esonero dell’intermediario finanziario dal rispetto degli obblighi di diligenza in caso di importi di piccola entità (clausola bagatella).

La futura regolamentazione dovrà inoltre prevedere la collaborazione tra le autorità doganali in caso di riciclaggio e finanziamento del terrorismo grazie all’introduzione di un sistema d’informazione per il trasporto trasfrontaliero di denaro in contante per importi superiori ai 25 mila franchi. «Le autorità doganali dovranno però dare comunicazione solo se interpellate», ha precisato Merz.

Gli intermediari saranno inoltre obbligati ad identificare i rappresentanti o delegati di persone giuridiche e ad accertare lo scopo e il genere della relazione d’affari auspicata dal cliente.

swissinfo e agenzie

L’attuale normativa svizzera sulle operazioni insider è formulata in maniera molto prudente. Si rende colpevole solo chi manipola i corsi delle azioni o utilizza delle informazioni confidenziali su una fusione o su operazioni simili per ottenere dei vantaggi finanziari. Altri comportamenti sono ritenuti legali dalla norma, che risale al 1988.

Finora le sanzioni previste sono state applicate raramente. Negli ultimi quattro anni sono stati condannate per insider trading solo 10 persone. All’estero le norme sulle operazioni insider sono generalmente più severe.

Nel settembre 2005, le banche zurighesi Swissfirst e Bellevue avevano annunciato la loro fusione. Pochi giorni dopo, i titoli della nuova società avevano registrato un aumento del 50%.

Poche settimane fa, la stampa ha rivelato che anche 6 casse pensioni e due società di assicurazioni avevano ceduto le loro azioni pochi giorni prima della fusione, perdendo circa 20 milioni di franchi. I loro gerenti si sarebbero lasciati convincere dallo stesso direttore operativo di Swissfirst Thomas Matter.

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