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Persiste la tensione tra Tunisi e Berna

Moritz Leuenberger alle prese con i giornalisti a Tunisi (foto: Carol Vann, InfoSud) (photo: Carol Vann, InfoSud)

Al vertice sulla società dell'informazione, pure il vice presidente della Confederazione ha riaffermato l'importanza della libertà d'espressione.

In occasione di una conferenza stampa, Moritz Leuenberger ha avuto diritto ad una feroce carica di numerosi giornalisti tunisini. E swissinfo non è più visibile in Tunisia…

Bisognava aspettarselo. Dopo il muscoloso discorso del presidente della Confederazione Samuel Schmid durante la cerimonia d’apertura, il consigliere federale Moritz Leuenberger, venuto a Tunisi per gli ultimi due giorni della conferenza ONU, ha subito una raffica di domande aggressive da parte dei media tunisini.

In sostanza, la Svizzera è stata criticata per il suo segreto bancario e per la sua buona coscienza di paese ricco.

I giornalisti hanno pure rimproverato alle autorità elvetiche d’aver imprigionato degli internauti mussulmani, persone effettivamente perseguite dalla giustizia ginevrina per aver utilizzato gli ordinatori dell’Università di Ginevra nel tentativo di diffondere della propaganda estremista.

Alla fine della conferenza stampa, Moritz Leuenberger ha risposto ad alcune domande di swissinfo. Un’intervista che non potrà essere letta in Tunisia…

swissinfo: Sembra confermato che non è più possibile consultare swissinfo in Tunisia. A torto o a ragione, il sito è considerato la voce della Svizzera. Qual è la sua reazione?

Moritz Leuenberger: Si ciò fosse vero, si tratterebbe di una violazione della libertà d’espressione. Ciò che deploro e condanno allo stesso tempo.

swissinfo: In questi ultimi giorni sta crescendo la tensione tra Berna e Tunisi. Come giudica questa crisi diplomatica e la sua evoluzione?

M.L.: Il vertice è organizzato dall’ONU. La sua prima parte si è svolta a Ginevra, il seguito qui a Tunisi. Abbiamo sempre saputo che la questione dei diritti dell’uomo sarebbe potuta diventare un soggetto delicato.

Contrariamente ad altri paesi che hanno preferito non inviare delegazioni di alto livello, la Svizzera ha deciso di essere ben rappresentata a Tunisi e di esprimersi prioritariamente sui temi trattati in questo summit.

Attualmente non si parla che della situazione dei diritti umani in Tunisia. Ma questo non era l’unico tema della conferenza. Non volevamo venire a Tunisi per tematizzare esclusivamente questa problematica.

Nel quadro del vertice, la Svizzera ha abbordato molti altri problemi. Abbiamo pure sostenuto l’organizzazione di questa seconda fase del vertice perché fosse un successo.

Ma se discutiamo dei contenuti veicolati da internet e della libertà dei media, allora dobbiamo esprimerci senza giri di parole.

swissinfo: Non teme che le discussioni sulla libertà d’espressione in Tunisia finiscano per mettere in ombra il vertice ed i suoi contenuti?

M.L.: Non dobbiamo abbandonare il nostro profondo attaccamento alla libertà d’espressione per evitare una crisi.

Intervista a cura di swissinfo, Frédéric Burnand e Thomas Stephen a Tunisi
(traduzione: swissinfo, Marzio Pescia)

La prima parte del vertice ONU sulla società dell’informazione si è tenuta a Ginevra nel dicembre 2003.
La seconda parte si svolge dal 16 al 18 novembre a Tunisi.
Il summit riunisce 176 Stati.
I partecipanti sono 17’500. Tra loro, 5’600 rappresentanti governativi, 5’600 membri di ONG, 3’600 persone del settore privato e 1’000 giornalisti.

Il ministro delle telecomunicazioni Moritz Leuenberger ha enfatizzato l’importanza universale della libertà d’espressione e del rispetto dei diritti umani.

Mercoledì, nel suo discorso d’apertura il presidente della Confederazione Samuel Schmid era stato censurato per aver dichiarato “inaccettabile” che esistano membri dell’ONU che calpestano le libertà civili.

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