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Pessimismo sul futuro politico in Italia

La stampa svizzera evoca con toni preoccupati la fragile vittoria di Romano Prodi swissinfo.ch

La stampa svizzera solleva numerosi dubbi e interrogativi sul futuro politico in Italia, dopo la vittoria di stretta misura dell'Unione alle elezioni legislative.

Secondo diversi commentatori, Romano Prodi si ritrova in eredità un paese lacerato da troppe divisioni e deve guidare una coalizione troppo eterogenea.

“In che modo le cose potranno andar bene?”: il Tages Anzeiger lancia la questione fondamentale dopo il voto in Italia.

Certo, “Romano Prodi ha strappato una vittoria sui calci di rigore, forse grazie ad uno sbaglio del portiere avversario”, sottolinea il quotidiano zurighese. Romani Prodi ha battuto Berlusconi, nonostante “una legge elettorale maliziosa, un maremoto mediatico e le aggressioni verbali”.

“Ma l’Unione non può assaporare il trionfo”, prosegue il Tages Anzeiger. “La sua vittoria è troppo di misura, la coalizione è troppo fragile, le forze di centrosinistra sono troppo divise da animosità personali, da barriere ideologiche”.

Prodi eredita quindi un “paese lacerato, politicamente diviso in due e con le casse vuote. Questa è la sua ipoteca e un peso per tutta l’Italia”.

Tempi duri

Anche la Basler Zeitung guarda al futuro con pessimismo. “Tempi duri attendono l’Italia”, titola il commento del giornale basilese, per il quale l’esito di questo scrutinio rappresenta “un incubo”.

“Non vale neppure la pena di chiedersi se una nuova vittoria di Berlusconi non sarebbe stata ancora peggio di questo successo di Prodi, così vacillante”.

Per la Basler Zeitung, dal risultato del voto emerge ancora una volta che il paese non è diviso in due solo sul piano politico, ma anche su quello sociale. Da una parte un Sud ancora sottosviluppato che “segue con esitazione ogni cambiamento” e dall’altra un Nord che “lavora e cerca di sfuggire al fisco”.

In questo clima, in cui Berlusconi ha cercato di alimentare le inimicizie, “dividendo il mondo in buoni e cattivi”, non basta un vittoria così corta per “condurre una politica in grado di realizzare le riforme attese da cinque anni”.

Fossato italiano

La spaccatura in due dell’Italia preoccupa anche il Bund e l’Aargauer Zeitung, secondo i quali non si confrontano solo due concezioni diverse del mondo.

“Dodici anni dopo l’arrivo di Berlusconi sulla scena politica, in Italia si ritrovano ora di fronte non due concorrenti, ma due nemici”, affermano nel commento congiunto il quotidiano bernese e quello argoviese.

In questo contesto, “la volontà di Prodi di riconciliare il paese e di governare anche con i suoi avversari, rappresenta attualmente soltanto un pio desiderio”.

Per la Neue Zürcher Zeitung, il successo dell’ex-presidente della Commissione europea rischia così di tramutarsi in una “vittoria di Pirro”. Anche perché Berlusconi continuerà pure in futuro a “catalizzare la scena politica italiana”, approfittando del suo straordinario potere sui media.

Instabilità di governo

Altrettanto pessimista la Tribune de Genève, per la quale l’Italia è ormai ritornata ai tempi “dell’instabilità di governo”.

Secondo il quotidiano ginevrino, la fragilità della nuova maggioranza non è legata soltanto al ristretto margine di voti. Il problema è da ricercare anche nelle tensioni all’interno dell’Unione, in cui “sono associate componenti che si riconoscono quasi soltanto nella loro ostilità nei confronti di Berlusconi”.

Vi è quindi un grande rischio, nei prossimi mesi, “di veder risorgere queste dissonanze, rimaste soffocate durante la campagna elettorale”.

Lo spettro della Florida

Le Temps evoca perfino lo spettro della Florida, sottolineando il margine ristretto di 25’000 voti di scarto. Per il giornale romando, che paragona il voto italiano alle elezioni americane del 2000 e quelle tedesche del 2005, stanno emergendo due nuove tendenze politiche in Occidente.

La prima è quella di non riconoscere più le proprie sconfitte: “Oggi si può ammettere di non aver vinto, pur negando di aver perso. È l’invenzione di una nuova dialettica politica”.

La seconda tendenza è legata al fatto che le libere elezioni in Occidente portano a risultati così serrati, che non si riesce quasi a dividere i fronti. “Due Americhe, due Italie, due Europe, bisognerà ben presto organizzare dei calci di rigore”.

Opera di riconciliazione

Per La Liberté, Romano Prodi è ora chiamato ad “una vasta opera di riconciliazione di tutto un paese. Un enorme programma per solo uomo”.

Ma il foglio friburghese manifesta un maggiore ottimismo, sottolineando i “talenti di mediatore” del leader della coalizione di sinistra. “Con Prodi, l’Italia dovrebbe riprendere in futuro il suo ruolo tradizionale di legame transalpino tra il Nord e il Sud dell’Europa”.

Sostegno internazionale

Pur sottolineando a sua volta dei dubbi sulla maggioranza esigua e sulle divisioni all’interno dell’Unione, La Regione sottolinea anche i punti positivi che possono aiutare Romano Prodi nel suo tentativo di governare e riconciliare gli italiani.

“A vantaggio di Prodi vanno iscritti un sostegno internazionale certo”, afferma il quotidiano ticinese. Per La Regione, a favore di Prodi “potrà giocare anche la stanchezza di buona parte degli italiani per una politica che ha messo il paese ai margini dell’Europa, l’ha avvilita imponendole di essere rappresentata da figure da baraccone e che, a dispetto delle magniloquenti promesse, l’ha impoverita”.

swissinfo, Armando Mombelli

Tra il 1950 e il 1970 si è registrato un grande flusso migratorio dall’Italia verso la Svizzera.

Durante questo ventennio circa 2 milioni di italiani sono emigrati in Svizzera. La maggior parte di loro sono ritornati in Italia dopo alcuni anni.

Attualmente risiedono ancora in Svizzera 505’000 persone con passaporto italiano (di cui circa 200’000 hanno doppia nazionalità).

374’000 di loro erano iscritti nei registri elettorali per partecipare al rinnovo del Parlamento italiano.

Il 50,4% degli iscritti ha preso parte allo scrutinio, di cui il 55% ha votato in favore dell’Unione.

L’Unione delle forze di sinistra ha vinto le elezioni italiane, conquistando 340 seggi alla Camera (contro 277 per la Casa delle libertà) e 159 seggi al Senato (contro 156 per la Casa delle libertà).
L’attuale presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi ha tuttavia contestato il risultato dello scrutinio e ha chiesto un nuovo conteggio dei voti.
Per la prima volta anche gli emigrati italiani hanno potuto eleggere i loro rappresentanti (12 per la Camera e 6 per il Senato).
Tra i neoeletti figurano anche tre cittadini italiani residenti in Svizzera: Claudio Micheloni (Senato), Franco Narducci e Antonio Razzi (Camera).

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