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Più aiuto umanitario in Iraq

Non c'è giorno senza attacchi suicidi, come qui a Ramadi Keystone

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha annunciato di voler aumentare il suo budget per l'Iraq di oltre la metà in modo da fornire maggior sostegno a centinaia di migliaia di persone in difficoltà.

Come comunicato dall’organizzazione umanitaria basata in Svizzera, la situazione per gli iracheni si è fatta ancora più difficile dopo l’intensificarsi delle violenze dell’ultimo mese.

In vista di una crisi umanitaria ancora più grave del passato, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha annunciato di voler intensificare le sue operazioni in Iraq, aumentando il budget a disposizione da 56 a 91 milioni di franchi. Chiede quindi ai donatori internazionali i 35 milioni di franchi (29 milioni di dollari) necessari.

«L’Iraq è in una crisi umanitaria sempre più profonda – ha detto Beatrice Megevand-Roggo, capo delle operazioni del CICR in Medio Oriente e Nordafrica – e le cose non vanno per niente meglio».

Una volta ancora, il CICR ha lanciato un appello a tutti coloro che hanno una certa influenza militare o politica sul terreno per agire in favore della vita degli iracheni. «Si tratta di un obbligo iscritto nel diritto umanitario internazionale», ha ribadito Megevand-Roggo.

Aiutare i più vulnerabili

I fondi aggiuntivi saranno utilizzati in parte per aiutare i più vulnerabili tra il numero crescente di sfollati interni – si stima che siano ora 850’000 – e le più povere tra le comunità che li stanno ospitando.

Si sosterranno inoltre le persone particolarmente a rischio, come gli anziani, gli handicappati, gli orfani e le mamme a capo di famiglie monoparentali. In collaborazione con la Mezzaluna Rossa irachena (1’500 impiegati e 9’000 volontari), il CICR procederà alla distribuzione di viveri e di altri articoli a 110’000 famiglie bisognose (circa 660’000 persone), ovvero più del doppio rispetto al numero inizialmente previsto.

«Questo conflitto sta provocando sofferenze immense tra tutti gli iracheni», ha sottolineato Megevand-Roggo. «Le persone, colpite in modo diverso dalla crisi, incontrano difficoltà crescenti nel venirne fuori».

Anche con i nuovi fondi il CICR, secondo la dirigente, non sarà in grado di coprire «gli spaventosi bisogni» di un’enorme fascia della popolazione irachena nei campi dell’assistenza sanitaria, del rifornimento idrico e dell’igiene, oltre che dell’occupazione.

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Una tragedia altrove inaccettabile

L’istituzione umanitaria con sede a Ginevra aumenterà da 57 a 69 collaboratori il suo personale straniero stazionato in Iraq e in Giordania. Essi affiancheranno i 456 impiegati iracheni, «senza i quali le nostre attività risulterebbero impossibili», sottolinea Beatrice Megevand-Roggo. Prossimamente, aprirà nuovi uffici nel sud, nel centro e nel nordovest del paese.

«Siamo coscienti che indipendentemente da ciò che possiamo fare non risponderemo agli enormi bisogni del paese», ha osservato, sostenendo che il numero quotidiano delle vittime della violenza «sarebbe inaccettabile in qualsiasi altra regione del pianeta».

La dirigente del CICR ha poi indicato che il numero di detenuti in mano alla colazione anglo-americana in Iraq è aumentato del 40% in un anno, per raggiungere quota 17’000 persone.

swissinfo e agenzie

L’agenzia ONU per i rifugiati stima che ogni mese 50’000 persone fuggano dall’Iraq.

Due milioni di persone hanno già lasciato il paese, in particolare verso gli Stati limitrofi.

La Svizzera ha accolto circa 5’000 rifugiati iracheni.

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