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Più cultura svizzera a Roma

Domenico Lucchini è il primo direttore culturale dell'Istituto svizzero di Roma. CCS Milano

L'Istituto svizzero di Roma continuerà ad ospitare ricercatori e artisti elvetici, ma con Domenico Lucchini vuole ampliare l'offerta culturale svizzera in Italia.

Una sfida descritta a swissinfo proprio da Lucchini, nuovo direttore culturale dell’Istituto, che lascia il Centro culturale svizzero di Milano per Roma.

Milano addio! Il centro culturale svizzero ridimensiona le sue attività presso la sede lombarda di Piazza Cavour e dal luglio trasferisce il suo centro operativo nel ristrutturato Istituto svizzero di Roma (ISR). Una scelta dettata dall’esigenza di una maggiore e più forte presenza elvetica nella capitale italiana.

I lavori sono ormai prossimi ad essere ultimati. Villa Maraini, uno degli edifici più rappresentativi del primo novecento romano, si appresta a rilevare le attività del centro culturale svizzero (CCS) che lascia Milano per la capitale. L’edificio romano è stato sottoposto a notevoli trasformazioni. In primo luogo è stato creato un auditorium multifunzionale per accogliere mostre e concerti. Un’occasione ideale, dunque, per rilanciare l’attività culturale svizzera a Roma.

Domenico Lucchini, finora responsabile del CCS di Milano è stato nominato direttore culturale della nuova struttura romana. Affiancherà il professor Christoph Riedweg che assicura la direzione amministrativa e scientifica dell’Istituto svizzero di Roma. Pur trasferendosi nella capitale italiana, Lucchini continuerà a coordinare e animare sia il CCS di Milano sia quello di Venezia.

swissinfo: Perché questo trasferimento a Roma dell’ormai ex direttore del Centro culturale svizzero di Milano?

Domenico Lucchini: L’Istituto Svizzero di Roma (ISR) che attraversava una fase di transizione, cercava un riorientamento che potesse anche dar corpo e visibilità agli ingenti investimenti strutturali di quest’ultimo decennio (nuova dependance, sala multifunzionale, appartamenti e ateliers per artisti, nuova biblioteca).

Ha quindi chiesto a Pro Helvetia di poter gestire un programma di animazione e promozione culturale [fin qui l’ISR è stato attivo soprattutto come centro in cui ricercatori e artisti elvetici potevano condurre i loro studi, ndr]. È subito risultato evidente, anche grazie al cumulo di esperienze acquisite e ai successi ottenuti, che questo progetto poteva essere realizzato dal team di Milano, già presente sul territorio italiano. Così, anche se lentamente e laboriosamente, è nata questa inedita costellazione forse un po’ complessa sulla carta, ma certo sensata.

swissinfo: La Villa, una donazione della famiglia Maraini-Sommaruga, ospita l’ISR dal dopoguerra. Per anni decine di dottorandi e artisti svizzeri hanno potuto beneficiare di soggiorni di studio nella città eterna. Cosa cambierà ora?

D.L.: Indubbiamente, si tratterà, rispetto al passato di rendere più permeabile l’Istituto nei confronti di una città in questo periodo particolarmente vivace nell’ambito delle attività culturali.

swissinfo: E a Milano? Cosa succederà della sede di Piazza Cavour?

D.L.: A Milano muterà sicuramente la strategia organizzativa ma non l’offerta culturale. Il Centro culturale svizzero della capitale lombarda continuerà nell’attività intra muros come finora, puntando ancora sulla diversificazione delle proposte, ma diradando ad esempio le mostre per insistere maggiormente sulla tipologia degli incontri e di eventi puntuali con personalità di spicco dell’ambiente milanese.

In questa città sarà comunque assicurata una presenza «forte». Continueremo a coltivare i rapporti di collaborazione con enti pubblici e privati e con gli organizzatori della scena indipendente con i quali abbiamo già realizzato numerose manifestazioni.

Allo spazio culturale di Venezia, già attivo in questo settore da qualche anno, sarà data maggiore coerenza e continuità con una programmazione ricorrente che terrà anche qui conto del contesto. Saranno per esempio stabilite ulteriori sinergie con le varie biennali (arte, teatro, cinema, musica, danza) con un’attenzione particolare al contemporaneo.

swissinfo: Milano, per contiguità storica, culturale ed economica dovrebbe apparire la sede ideale per promuovere la presenza Svizzera in Italia. Roma non è un po’ lontana?

D.L.: Evidentemente per la sua storia e la sua importanza economica e la sua vicinanza alla Svizzera, Milano rimane un punto di riferimento importante, anche per la cultura. Tuttavia ritengo che si debbano fare delle puntualizzazioni, senza le quali si rischia di cadere in facili provincialismi.

Per esempio, è innegabile che Roma sia oggi una capitale anche culturalmente molto attiva. Milano è invece una città che da questo punto di vista ristagna, non investe, non progetta più, limitandosi a alimentare grandi istituzioni (in crisi) e eventi effimeri, dove solo i privati, che però non sono sostenuti dall’ente pubblico, agiscono con iniziative più o meno interessanti.

swissinfo: Insomma, dal 16 luglio prossimo, data dell’insediamento ufficiale di Domenico Lucchini a Roma, il fulcro dell’attività culturale svizzera in Italia si sposterà nella città eterna…

D.L.: Non so se a Roma sarà più facile o difficile promuovere la cultura svizzera. Sarà diverso. La cultura organizzativa a Roma ha tempi e modalità sicuramente diverse che a Milano dove tutto si basa su celerità ed efficienza.

Data poi la prossimità tra Milano e la Svizzera si potrebbe presupporre che al nord ci sia una migliore conoscenza della nostra scena artistica e che quindi, a maggior ragione, spostare il fulcro delle attività su Roma sia più funzionale e necessario per migliorare la conoscenza reciproca.

Ma sono tutte supposizioni, la realtà è che la nostra cultura e le nostre iniziative per divulgarla rimangono spesso «quantité negligeable» nel flusso degli eventi e delle comunicazioni culturali ormai anch’esse globalizzate. Senza contare che dobbiamo sempre fare i conti con i cliché e gli stereotipi ancora molto presenti.

swissinfo: Ha l’impressione che si tratti di sforzi vani?

D.L.: No, è innegabile che qualcosa sta maturando e che la nostra presenza, così come quella di altre nostre istituzioni, sta dando buoni frutti ed è funzionale e necessaria. Ci mancherebbe altro!

Il fatto è che anche storicamente, i rapporti tra la Svizzera e l’Italia sono il frutto di una lenta e civile sintesi dei valori dell’una e dell’altra parte, tramutatisi in coscienza collettiva grazie ad una lunga frequentazione reciproca, magari laboriosa e dolorosa, ma giocata sempre sul piano dell’apertura, del dialogo, del confronto.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

Domenico Lucchini, classe 1955, è direttore del Centro culturale svizzero di Milano dal 2001 (il Centro è stato aperto nel 1997 da Pro Helvetia, fondazione svizzera per la cultura).
Nel marzo del 2004 è nominato responsabile culturale dell’Istituto svizzero di Roma, incarico che assume nell’estate del 2005.
Lucchini è affiancato dal professor Christoph Riedweg, responsabile scientifico e amministrativo dell’Istituto.

Villa Maraini, sede dell’Istituto svizzero di Roma (ISR), è situata nelle vicinanze di Via Veneto e di Piazza di Spagna. La Villa, è stata regalata alla Confederazione nel 1946.

Finora ha ospitato giovani artisti e studiosi. In genere, i membri dell’Istituto, selezionati da una commissione universitaria, soggiornano a Roma per un anno accademico.

Un po’ isolato rispetto al contesto cittadino, l’ISR vuole ora promuovere in modo più dinamico la cultura e la ricerca svizzera a Roma e in tutta Italia.

L’inaugurazione del nuovo corso – che ha già prodotto un’esposizione a sfondo architettonico e una mostra sul design elvetico – sarà celebrata con una grande cerimonia e diverse manifestazioni che si terranno tra il 19 al 21 ottobre.

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