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Più peso all’integrazione degli stranieri

Il presidente della Commissione federale degli stranieri Francis Matthey Keystone Archive

Migliorare l'integrazione degli stranieri è fondamentale: lo sostiene il presidente dell'apposita Commissione federale Francis Matthey.

L’integrazione degli stranieri è un dovere importante dello Stato. Il presidente della Commissione federale degli stranieri (CFS) ha lanciato martedì da Berna un appello ai cantoni affinché istituiscano i necessari servizi.

“L’integrazione deve essere l’espressione di una volontà politica chiara”, ha sottolineato Francis Matthey. Presidente della CFS dall’inizio di quest’anno, l’ex consigliere nazionale neocastellano ha stilato un bilancio positivo dei suoi primi mesi d’attività ed ha illustrato le prospettive per il prossimo futuro. I rapporti di lavoro con le autorità sono eccellenti, ha osservato Matthey, una collaborazione che avrebbe funzionato in particolare nella questione dei “sans papiers” e che ha permesso di seguire da vicino i diversi progetti legislativi in cantiere.

Servizi cantonali e collaborazione

La CFS appoggia così pienamente il rafforzamento delle misure in favore dell’integrazione nella nuova legge sugli stranieri inviata recentemente alle Camere. La revisione migliora la coordinazione a livello nazionale ed intensifica la collaborazione tra Confederazione e cantoni. Matthey non intende tuttavia attendere l’applicazione della legge per promuovere l’integrazione ed ha invitato i cantoni a dotarsi sin d’ora di appositi servizi sull’esempio di quanto già realizzato da undici cantoni ed otto città svizzere. “Gli sforzi degli enti locali hanno un ruolo determinante: solamente con una politica di prossimità che può nascere uno spirito di fiducia”, ha osservato il presidente della CFS.

Un rapporto di fiducia alla base anche del rapporto tra la Commissione e il Forum per l’integrazione dei migranti (FIM), organizzazione mantello istituita nel 2001 che raccoglie le associazioni degli stranieri in Svizzera. Per valorizzare il suo ruolo di ponte tra le autorità e le comunità straniere, la CFS intende attribuire al FIM maggiori responsabilità nella promozione dell’integrazione.

Formazione base per l’integrazione

Aspetti legati alla politica di integrazione si ritrovano anche in altre leggi attualmente all’esame, come la revisione della naturalizzazione, in particolare le agevolazioni per gli stranieri di seconda e terza generazione e la legge sul lavoro nero. “Un settore che riveste una grande importanza è in particolare la formazione in vista di una migliore integrazione nel mercato del lavoro”, ha spiegato Mario Gattiker, segretario della Commissione e responsabile dell’integrazione nell’Ufficio federale degli stranieri. Non è infatti un caso che la popolazione straniera sia colpita dalla disoccupazione in misura tre volte superiore rispetto agli svizzeri. La nuova legge sulla formazione professionale tiene maggiormente conto della problematica, ha precisato Gattiker, ma anche in questo campo occorre coordinare meglio le istituzioni attive nel campo della formazione con le autorità di politica degli stranieri e la politica d’integrazione.

I progetti per l’integrazione

Nell’ambito della promozione dell’integrazione direttamente sul campo, la Commissione si sta inoltre occupando dell’assegnazione dei 12,5 milioni di franchi per progetti destinati a questo scopo.

Nel corso del 2002, ha anticipato Matthey, circa 300 progetti potranno beneficiare di un sostegno finanziario, vale a dire 100 in più rispetto all’anno precedente.

Luca Hoderas

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