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Pioggia d’oro per la Svizzera a Vancouver

Il D-Day rossocrociato a Vancouver: Dario Cologna (a sin.) e Didier Défago Valeriano Di Domenico/EQ Images

I rossocrociati sono protagonisti di una serie d'oro nella prima fase delle Olimpiadi di Vancouver. Dopo la vittoria di Ammann, grazie a Didier Défago che si è imposto nella discesa e a Dario Cologna che ha trionfato nei 15 km di fondo, la Svizzera è in testa al medagliere con tre ori. I media elvetici esultano.

Alla luce dei risultati delle prime gare, il brano “Piove oro”, scelto da Michael von der Heide per rappresentare quest’anno la Svizzera al concorso Eurovisione della canzone, assume un sapore premonitore di qualcosa di grandioso per la Confederazione.

Un coro di lodi dei giornalisti svizzeri celebra martedì le nuove imprese auree compiute lunedì dai propri sportivi alle Olimpiadi invernali 2010. L’oro brilla su tutte le prime pagine dei quotidiani elvetici.

“Ebbrezza d’oro”, spicca a caratteri cubitali in prima pagina del Blick, che parla di notte superlativa. Anche al sud delle Alpi, il Corriere del Ticino titola “Défago e Cologna: imprese d’oro”, la Regione Ticino “Tutta la magia dell’oro” e il Giornale del popolo “Didier e Dario d’oro: i Giochi sono nostri”.

Persino la compassata Neue Zürcher Zeitung mette in apertura le fotografie dei due sciatori in piena azione e pone l’accento sull’oro olimpico. Seppur nel suo tradizionale stile sobrio, il quotidiano zurighese sottolinea che quella di Dario Cologna è la prima vittoria olimpica nella storia svizzera dello sci di fondo.

Un eroe venuto dai Grigioni

“Dario Cologna ha fatto molto di più che cancellare Andy Grünenfelder dai libri di storia dello sport elvetico”, rilevano anche il ginevrino Le Temps e il Giornale del popolo. Il quotidiano ticinese rammenta che”22 anni dopo la medaglia di bronzo ottenuta da Grünenfelder nei 50 km a Calgary, Dario Cologna ha offerto alla Svizzera la quinta medaglia olimpica nel fondo, dopo anche quelle sempre di bronzo di Sepp Haas (50 km nel 1968) e delle staffette maschile (1972) e femminile (2002, con Natascia Leonardi-Cortesi)”.

Una prestazione che ha sorpreso lo stesso grigionese. “È incredibile,
sono senza parole. Non riesco a capacitarmi di aver compiuto una prestazione simile: questo mi rende ancora più contento”, ha detto visibilmente emozionato.

Quei D che scrivono pagine di storia sportiva rossocrociata

Le lodi della stampa elvetica naturalmente sono distribuite anche al vincitore della gara regina delle Olimpiadi invernali. Pur non essendo la prima volta elvetica, l’ultimo titolo olimpico nello sci alpino maschile risaliva al lontano 1988. Anche allora il protagonista fu un vallesano: Pirmin Zurbriggen, rammenta con orgoglio Le Nouvelliste. Il quotidiano vallesano ricorda pure, che già all’epoca, la medaglia d’oro fu ottenuta nella discesa e in Canada, a Calgary.

Tutti i giornali applaudono Didier Défago e tutti osservano che ci si aspettava una vittoria dell’altro Didier: quel Cuche che era dato tra i favoriti. “Sembrava scritto che a vincere l’oro olimpico a Whistler Mountain sarebbe stato Didier. Ma tutti (o quasi) pensavano a Cuche. L’uomo forte della stagione, presente al via nonostante la frattura del pollice della mano destra. Sempre davanti nelle prove. Invece è toccato all’altro grande Didier rossocrociato, Défago, piazzare il colpaccio”, scrive La Regione Ticino.

Il neocastellano non è riuscito a salire sul podio, ma ha ottenuto un diploma olimpico. Ciò non sembra comunque consolarlo. “Mi è sembrato di sciare bene, di non fare degli sbagli enormi, ma alla fine non ce l’ho fatta. Forse nel finale ho cercato di essere troppo preciso e ho perso un po’ di velocità. Tagliato il traguardo il silenzio del pubblico mi ha fatto capire che non ero davanti. È dura, ma per fortuna l’oro è restato in casa con Didier”, ha dichiarato Cuche dopo la gara.

Un po’ stordita da tanto oro, la stampa elvetica sembra avere ancora sete di vittorie. Guarda avanti e si lancia già in pronostici sulle possibilità elvetiche nella combinata. L’attesa per il responso non sarà lunga.

swissinfo.ch

1. Didier Défago (CH) 1’54”31
2. Aksel Lund Svindal (N) à 0”07
3. Bode Miller (USA) à 0”09
4. Mario Scheiber (A) à 0”21
5. Erik Guay (C) à 0”33
6. Didier Cuche (CH) à 0”36
7. David Poisson (F) à 0”51
8. Marco Buechel (FL) à 0”53
9. Klaus Kroell (A) à 0”56
10. Michael Walchhofer (A) à 0”57
11. Carlo Janka (CH) à 0”71
Poi
23. Ambrosi Hoffmann (CH) à 1”73

Nato l’11 marzo 1986.
Domicilio: Davos (Grigioni)
179 cm/74 kg.
Campione olimpico 2010 nei 15 km di fondo (stile libero), vincitore della classifica generale della Coppa del mondo e del Tour de Ski 2008/09, 1° alle finali di Coppa del mondo 2008/09, 3° del Tour de Ski 2009/10, 4° ai Mondiali 2009 Sprint, 6° ai Mondiali 2009 nella 15 km, triplo campione del mondo M23, vincitore della maratona engadinese 2007.

Nato il 2 ottobre 1977.
Domicilio: Morgins (Vallese).
183 cm/89 kg.
Coppa del mondo: 3 vittorie (discesa di Kitzbühel nel 2009, discesa di Wengen nel 2009 e super-G in Val Gardena nel 2002), 10 altri posti sul podio in Coppa del monde.
Campione olimpico nella discesa nel 2010, 6° nel super-G delle Olimpiadi del 2002, 4° nella super-combinata dei Mondiali 2007.
Campione del mondo del super-G junior nel 1996.

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