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Poca concorrenza interna

Per David Syz, le aziende svizzere devono superare la paura di investire nel nuovo Keystone

La crisi che sta subendo la Svizzera è di natura non solo congiunturale, ma anche strutturale. Lo sostiene il direttore del segretariato di Stato dell'economia (seco) David Syz.

Il problema è dovuto fra l’altro ad un deficit nel campo della concorrenza interna.

Nonostante i disastri che hanno interessato negli ultimi anni le imprese elvetiche, il seco rimane convinto che occorre lasciare all’economia la massima libertà d’azione.

Le aziende elvetiche si dimostrano competitive quando devono interagire con l’estero, ma soffrono all’interno di «una chiara carenza di concorrenzialità», afferma Syz in un’intervista con l’ats.

Una situazione che si riflette nell’elevato livello dei prezzi. Un progresso notevole in questo campo è la nuova legge sui cartelli, che dà alla Commissione della concorrenza migliori strumenti repressivi e dissuasivi.

Occorre maggiore propensione al rischio

Syz vorrebbe vedere alcuni settori «uscire dal loro torpore». «Troppi rami economici non offrono attualmente sufficiente valore aggiunto», ha detto il segretario di Stato, citando ad esempio l’agricoltura, che continua a produrre un plusvalore di molte volte inferiore a quello del settore farmaceutico.

A livello globale «occorrono attività più moderne orientate verso i servizi, la ricerca e l’alta tecnologia», sostiene Syz.

La Confederazione e le imprese devono sfruttare meglio gli strumenti a loro disposizione, come per esempio la garanzia contro i rischi all’esportazione. Deve inoltre essere superata la paura di investire nel nuovo.

Migliorare la circolazione del sapere

Sempre secondo Syz bisogna interrogarsi su come mettere a profitto i risultati della ricerca negli atenei: un’invenzione su tre rimane sconosciuta. In questo campo il seco cercherà di migliorare la circolazione del sapere mettendo a disposizione una piattaforma internet.

Ma tocca anche alle università, ai politecnici e alle scuole universitarie professionali comunicare fra di loro.

Il numero due del Dipartimento federale dell’economia (DFE) vuole inoltre favorire la creazione di imprese.

«In questo campo abbiamo un problema», ammette. Soprattutto in ambito amministrativo i passi da compiere per fondare una nuova ditta sono ancora relativamente troppo faticosi. Concretamente, il seco si impegnerà a fornire informazioni più chiare per ridurre la montagna di carta.

Massima libertà d’azione

Per quanto riguarda il finanziamento delle nuove imprese, il segretariato di Stato esaminerà la possibilità di intervenire con garanzie fideiussorie. «Ma non dobbiamo pensare che questo strumento risolverà la situazione», puntualizza Syz, che per finire rimane ancorato ai principi che hanno caratterizzato l’azione del DFE in questi anni.

Per Syz, bisogna lasciare la massima libertà d’azione all’economia affinché possa svilupparsi il più rapidamente possibile. Il seco promette che si impegnerà a contrastare qualunque legge o ordinanza che possa danneggiare le piccole e medie imprese.

swissinfo e agenzie

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