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Polemiche su una campagna d’affissioni

Manifesto del PSS contro il ministro dell'economia Joseph Deiss. sp-ps.ch

Il Partito socialista (PSS) lancia una campagna contro il ministro dell’economia democristiano Joseph Deiss.

I socialisti mettono sotto pressione il Partito popolare democratico (PPD), che accusano di guardare sempre più a destra.

Nella versione tedesca, i manifesti della campagna usano frasi durissime contro il ministro: “Mentre 200’000 persone cercano lavoro, il democristiano Deiss va in piscina”.

L’attacco contro Deiss si ritrova anche sul sito internet del PSS. In un sondaggio online, l’internauta è invitato a indicare quale sarà l’attività di Deiss durante l’estate.

Le scelte possibili sono quattro: “Manipola i dati sulla disoccupazione”, “Fa promesse che non può mantenere”, “Prega per la ripresa economica”, “Va in piscina”.

Bisogna precisare che questi cartelloni polemici sono stati diffusi in numero piuttosto limitato – alcune decine – in tutto il paese. Il loro impatto è però molto alto, dal momento che tutta la stampa ne ha parlato, complice anche l’attualità stanca di questo periodo estivo.

Un ministro balneare

La campagna socialista contro il ministro dell’economia rappresenta un nuovo episodio in un conflitto fra i due partiti di governo che si stava profilando da qualche tempo.

Recentemente la presidente del PSS Christiane Brunner ha dichiarato che se l’Unione democratica di centro (UDC) uscirà rafforzata dalle elezioni federali d’autunno, la sua aspirazione a un secondo seggio nel governo svizzero diventerà legittima.

Ora, appare evidente che il seggio sarebbe tolto al PPD. In calo di voti da alcuni anni, il partito di centro-destra è in effetti diventato la componente più debole – in termini di voti – della coalizione di governo.

Riposizionare il centro

Secondo i socialisti i due partiti di governo che si dichiarano di centro (PPD e Partito liberale radicale) durante la scorsa legislatura si sarebbero spostati verso destra.

“Per noi è indispensabile sottolineare questa deriva, criticare le loro posizioni politiche e obbligarli a chiarire le loro posizioni in vista della prossima legislatura”, dichiara Jean-Philippe Jeannerat.

Il portavoce del PS denuncia soprattutto lo spostamento dell’asse politico del PPD e la “passività” del suo ministro Joseph Deiss, in un momento in cui la Svizzera non riesce ad uscire dalla crisi economica e i tassi di disoccupazione crescono.

“Noi attacchiamo il ministro dell’economia, la sua passività di fronte ad una situazione drammatica”, dice Jeannerat.

Il portavoce specifica tuttavia che l’attacco è diretto all’attività politica – o meglio all’inattività – di Joseph Deiss e assolutamente non alla persona.

Metodi estremisti

I responsabili del PPD sono ovviamente di un altro avviso. Per il segretario generale del partito Reto Nause, il PSS ha smarrito la rotta e lancia attacchi personali “degni di Jean-Marie Le Pen e di Jürg Haider”.

“Questo genere d’attacchi è caratteristico di partiti situati agli estremi dello scacchiere politico”, prosegue il segretario generale del PPD. “Temo che finiranno per avvelenare il dibattito politico in Svizzera”.

Secondo il PPD, i socialisti hanno oltretutto la memoria corta. “Il 6 febbraio 2002, quando l’UDC chiedeva le dimissioni della consigliera federale Ruth Dreifuss, il PSS accusava l’UDC di voler avvelenare il dibattito democratico ricorrendo ad attacchi personali. Oggi il PSS non se lo ricorda più”, si legge in un comunicato del partito.

“Nel corso della passata legislatura”, ricorda poi Nause”, abbiamo dimostrato a più riprese di avere posizioni più aperte rispetto all’UDC, per esempio sostenendo l’adesione della Svizzera all’ONU e impegnandoci per una politica in favore delle famiglie.”

Una campagna scorretta

Quanto all’attività di Joseph Deiss, il segretario del partito sottolinea l’impegno del ministro dell’economia in favore delle piccole e medie imprese, essenziale per la ripresa economica.

L’interessato ha dal canto suo definito “scorretta” la campagna del PSS. In un’intervista alla radio della Svizzera tedesca, Deiss ha respinto le accuse di inattività e ha affermato di non volersi fare influenzare o intimidire dalle strategie elettorali dei socialisti.

Populismo per mancanza di fondi

Jean-Philippe Jeannerat ammette che gli attacchi personali possono avere un tono populista contrario alla tradizione socialista. Ma secondo il portavoce, il PSS non ha scelta.

“Abbiamo meno soldi di altri partiti”, spiega. “Abbiamo perciò deciso di condurre una campagna con aspetti provocatori. Ma la provocazione serve solo a risvegliare l’interesse e a suscitare reazioni. Quello che ci interessa è il dibattito di fondo”.

Per Jeannerat, non c’è dubbio però che questo tipo di campagna è destinata a ad avere sempre più peso nella comunicazione politica: “Sono convinto che nella società della comunicazione in cui viviamo i contenuti politici saranno sempre più legati alla responsabilità individuale dei principali attori politici.”

Ma quali vantaggi può trarre il PSS da una campagna che sembra favorire l’ingresso in governo di una secondo esponente della destra (UDC), a scapito dei democristiani?

Per Emanuel von Erlach, politologo dell’università di Berna, un secondo seggio in governo potrebbe rendere più difficile all’UDC perseguire la sua doppia strategia di partito di governo e di opposizione.

Una strategia rischiosa

“D’altro canto i socialisti potrebbero far vedere con chiarezza che sono una minoranza in governo e questo darebbe loro più peso”, prosegue il politologo. “Ma è una strategia rischiosa, perché i moderati potrebbero dire:questo non ci va”.

Solo il 19 ottobre, il giorno delle votazioni, si saprà se la strategia è pagante in termini di voti. Intanto crescono però le critiche anche all’interno del PSS. Se la base dovesse dimostrarsi in maggioranza poco propensa a questo tipo di campagna, non è escluso gli strateghi del partito si risolvano a smorzare i toni della campagna.

swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione: Andrea Tognina)

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