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Politica d’asilo svizzera criticata da Amnesty

La Svizzera non è impeccabile per quanto riguarda i diritti umani. È quanto risulta dal rapporto annuale di Amnesty International, che denuncia in particolare la politica d'asilo della Confederazione.

La nuova legislazione in materia di asilo viene presa di mira dall’Organizzazione non governativa (Ong), a causa di un’applicazione troppo restrittiva. Secondo Denise Graf, coordinatrice asilo della sezione svizzera di Amnesty International, essa limita i diritti dei richiedenti l’asilo e dei migranti in situazione irregolare.

Davanti alla stampa, Denise Graf ha in particolare ricordato il caso del diritto al matrimonio, che non è più accordato ai clandestini e ai richiedenti l’asilo respinti. Proprio questa settimana, il Consiglio degli Stati ha deciso di inasprire la legislazione al fine di combattere i matrimoni fittizi.

La nuova legge viene inoltre criticata da Amnesty, in quanto “rimette in causa la definizione di rifugiato”. I disertori in provenienza da paesi in conflitto non potranno quindi più essere riconosciuti come rifugiati sulla base del loro rifiuto di prestare servizio militare.

L’Ong ha lanciato oggi un appello alle autorità svizzere affinché rendano il diritto d’asilo conforme a quelli umani. L’organizzazione nota anche l’assenza di un’istituzione federale dei diritti umani, che ne garantirebbe il rispetto sul territorio elvetico.

Amnesty International sottolinea anche la miseria dei richiedenti l’asilo. La sezione svizzera desidera in particolare che i diritti economici e sociali siano riconosciuti dalla Confederazione: “concretamente ci impegneremo affinché la Svizzera ratifichi la Carta sociale europea”, ha dichiarato Bruno Riesen, direttore della campagna.

Il rapporto d’Amnesty International sulla Svizzera fustiga anche “alcune dichiarazioni politiche che favoriscano la discriminazione razziale”. L’Ong evoca la campagna contro i minareti che giudica “anticostituzionale e discriminatoria”.

swissinfo.ch e agenzie

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