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400 milioni dal Nazionale per il pensionamento anticipato

Decisivo sui 400 milioni per il pensionamento flessibile il voto del presidente del Nazionale Peter Hess Keystone

Con un solo voto di scarto, quello del presidente della Camera Peter Hess, il Consiglio nazionale ha deciso martedì mattina di attribuire soltanto 400 milioni di franchi per il miglioramento delle rendite di coloro che optano per il pensionamento anticipato a partire dai 62 anni. Questa somma equivale al risparmio realizzato con il rialzo da 64 a 65 anni, a partire dal 2009, dell'età di pensionamento delle donne.

Decidendo per un contributo di 400 milioni, la maggioranza di centro-destra del Nazionale si è avvicinata al modello elaborato del Consiglio federale. Tutti i tentativi di aumentare o ridurre i mezzi attribuiti al pensionamento flessibile sono naufragati. Eppure, la commissione preparatoria era disposta a sborsare 718 milioni per permettere alle persone con redditi modesti o medi di andare in pensione anticipatamente.

Il voto del presidente

Con 718 milioni, le persone intenzionate a sospendere l’attività lucrativa a 62 anni avrebbero subito un taglio della rendita a vita variante tra l’8,4 percento e il 14,3 percento, a seconda del reddito. Tuttavia, con 90 voti contro 90 e il voto preponderante del presidente Hess, popolare democratico di Zugo, il Consiglio nazionale ha preferito un modello proposto da una minoranza condotta dalla popolare democratica friborghese Thérèse Meyer del costo di 400 milioni di franchi.

A dipendenza del reddito, il sistema prevede di ridurre le rendite tra l’11,3 percento e il 16,5 percento per un pensionamento anticipato a partire dai 62 anni, tra il 6,9 percento e il 10,7 percento per un prepensionamento a 63 anni e tra il 2,9 percento e il 5 percento per un pensionamento a 64 anni. Con un reddito annuo di 61.800 franchi, per esempio, l’anticipazione del pensionamento a 62 anni ridurrebbe la rendita mensile di 263 franchi e con un reddito di 49.440 franchi di 195.

Le proposte dello schieramento rosso-verde di migliorare il regime del pensionamento anticipato non sono passate. L’idea, difesa da una minoranza condotta dal deputato cristiano sociale friborghese Hugo Fasel, di concedere rendite intere dai 64 anni, nonché riduzioni di rendita minori per il prepensionamento a 63 e a 62 anni, è stata respinta con 114 voti contro 63. La proposta avrebbe comportato un onere di 1,5 miliardi di franchi.

No allo statu quo

Orbene, se si vuole consolidare il finanziamento dell’AVS, si deve evitare di produrre oneri eccessivi, ha rilevato il popolare democratico argoviese Guido Zäch. La maggioranza non ha nemmeno voluto accontentarsi di una riduzione aritmetica delle rendite per il pensionamento anticipato, difesa dagli ambienti padronali.

La proposta del popolare democratico sangallese Hans Werner Widrig di restare a una diminuzione attuariale delle rendite è stata respinta con 120 voti contro 62. Secondo il radicale democratico bernese Pierre Triponez sarebbe stata «più equa», dato che non avrebbe introdotto differenze tra gli assicurati. La consigliera federale Ruth Dreifuss ha vivamente combattuto queste proposte.

Donne a 65 anni

L’aumento dell’età di pensionamento per le donne da 64 a 65 anni- a partire del 2009 – è stato contestato solo dallo schieramento rosso-verde. Non vi è motivo d’accettare questo rialzo di un anno – hanno sottolineato vari oratori della sinistra – quando lo stesso non contribuirà nemmeno a offrire un vero pensionamento flessibile sociale.

Lo schieramento borghese ha invece espresso il parere che sia oramai giunto il momento d’introdurre l’uguaglianza dei sessi nell’AVS. Tanto più che le donne godono di una speranza di vita superiore a quella degli uomini di 4-5 anni.

Sottolineando le inuguaglianze nel settore salariale e del II pilastro, la verde vodese Anne-Catherine Menétrey Savary ha inutilmente cercato di mantenere l’età di pensionamento per le donne a 64 anni. Ma la sua proposta è stata spazzata via con 113 voti contro 67.

Niente AVS dopo 40 anni di lavoro

Pure battuta la proposta di una minoranza condotta dalla socialista zurighese Christine Goll, che chiedeva il pensionamento a 62 anni per le persone senza attività lucrativa o a reddito modesto. Con 110 voti contro 72, il Nazionale ha pure respinto la possibilità d’andare in pensione già a 60 anni, dopo 40 anni completi di contributi all’AVS. Questa proposta socialista – secondo gli oppositori -sarebbe costata 2,4 miliardi di franchi.

swissinfo e agenzie

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