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A Ginevra raggiunto un accordo sul nucleare nordcoreano

Il negoziatore Christopher Hill lascia soddisfatto la Missione USA di Ginevra Keystone

Pyongyang cesserà tutte le sue attività nucleari entro la fine dell'anno: l'accordo è stato raggiunto domenica a Ginevra da Stati uniti e Corea del Nord.

I dettagli saranno discussi alla riunione del Gruppo dei sei (USA, Cina, Russia, Giappone e le due Coree) prevista per metà settembre a Pechino.

I nordcoreani «forniranno una lista completa delle loro attività nucleari e smantelleranno tutti i loro programmi entro la fine dell’anno», ha dichiarato soddisfatto Christopher Hill, capo dei negoziatori statunitensi, al termine di due giorni di colloqui bilaterali a Ginevra.

«Abbiamo proprio detto tutti i programmi nucleari, tutti», ha sottolineato Hill nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta alla Missione americana all’ONU di Ginevra.

Hill ha descritto i colloqui di Ginevra come «molto buoni e molto ampi» e ha ringraziato la Svizzera per averli accolti. Stando a fonti diplomatiche, la città di Calvino è stata proposta come luogo d’incontro dalla Corea del Nord.

Lars Knuchel, portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri, ha commentato le dichiarazioni di Hill dicendo che portano una ventata di ottimismo. «La Svizzera si impegna per la non proliferazione delle armi nucleari e non può che rallegrarsi quando le soluzioni vengono cercate per via diplomatica».

Verificare lo smantellamento

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) sarà incaricata di verificare l’effettivo smantellamento dei siti nucleari nordcoreani.

I dettagli saranno discussi nel prossimo incontro a sei (Corea del Nord e del Sud, Stati uniti, Cina, Giappone e Russia) che si svolgerà a Pechino a metà settembre. Con i risultati ottenuti a Ginevra, ha dichiarato Hill, «una riunione plenaria del Gruppo dei sei ha migliori possibilità di successo».

Hill spera di riuscire a concludere nei primi mesi del 2008 un accordo su un meccanismo di pace e sicurezza per l’Asia del nord e dell’est. L’accordo dovrebbe inoltre portare ad una normalizzazione delle relazioni tra Washington e Pyongyang.

Pace per le due Coree

In seguito si potrebbe tenere una conferenza internazionale con l’obiettivo di portare le due Coree – in cattivi rapporti dalla guerra del 1950-1953 – a firmare un trattato di pace.

Per Hill, si tratta di un «calendario realistico, anche se ci sono ancora degli aspetti tecnici da discutere». Dal canto suo, il capo della delegazione nordcoreana Kim Gye-gwan non ha rilasciato dichiarazioni.

La Corea del Nord ha cominciato a smantellare i suoi programmi nucleari in seguito ad un accordo raggiunto in febbraio. In cambio, Pyongyang ha ottenuto aiuti energetici. Per lo spegnimento del reattore nucleare di Yongbyon – avvenuto a metà luglio – ha già ricevuto 50’000 tonnellate di petrolio dalla Corea del Sud.

Con la rinuncia completa al nucleare potrebbe chiedere di essere cancellata dalla lista statunitense dei paesi terroristi. Hill ha affermato che si è discusso anche di questo, ma che per prendere una decisione è necessario consultare il governo degli Stati uniti e i paesi del Gruppo dei sei.

Il risultato dei colloqui bilaterali di Ginevra rappresenta un progresso inatteso. Per il capo della delegazione statunitense ciò è dovuto al fatto che il regime di Pyongyang ha capito che i nordcoreani «possono vivere meglio» e che l’accordo raggiunto in febbraio «offre dei vantaggi».

swissinfo e agenzie

La Corea del Nord ha scatenato una crisi internazionale con gli esperimenti nucleari che ha condotto nell’ottobre del 2006. Gli esperimenti le sono costati sanzioni da parte delle Nazioni unite, sanzioni alle quali la Svizzera si è associata.

Pyongyang ha fatto un primo passo verso il nucleare nel 2003, quando si è ritirata dal Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.

Il Trattato è stato firmato il primo luglio 1968 a Londra ed è entrato in vigore nel 1970.

La Svizzera l’ha approvato nel 1976 e messo in vigore l’anno seguente.

In totale, il trattato è stato ratificato da 189 Stati. Oltre alla Corea del Nord, che si è ritirata, solo India, Pakistan e Israele non l’hanno firmato.

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