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Calmy-Rey preferisce il pragmatismo con l’Ue

Micheline Calmy Rey invita i socialisti ad non escludere la continuazione della via bilaterale con l'Ue Keystone

Davanti ai delegati del partito socialista (PS), riuniti sabato a Berna, la ministra degli esteri difende una politica europea efficace, ma pragmatica.

I delegati del partito hanno comunque adottato un nuovo programma, il cui obiettivo primario resta l’adesione all’Unione europea. Altra decisione: un referendum contro l’inasprimento della legge sull’asilo.

In passato il PS si è già espresso chiaramente più volte per un’adesione all’Unione europea (Ue) e per l’abbandono della via bilaterale.

Il discorso pronunciato dalla consigliera federale Micheline Calmy-Rey davanti ai delegati ha avuto invece toni più moderati. Secondo la consigliera federale, la piattaforma europea votata dai delegati è un ottimo strumento di discussione, ma il dibattito non deve limitarsi ad un confronto tra fautori ed oppositori dell’adesione.

«Crediamo in una politica dell’apertura, ben regolata, giusta e sociale. Non vi deve essere nessun tabù nei nostri discorsi sull’Ue, né sulla questione dell’adesione, ma neppure sulla questione della via bilaterale pragmatica», ha detto la ministra degli esteri.

Il testo della piattaforma del PS è molto più europeista: economicamente, la Svizzera non potrebbe che trarre vantaggi da un’adesione all’Ue, la via bilaterale ha fatto il suo tempo e forme alternative di avvicinamento all’Ue sono insicure e svantaggiose.

Referendum contro la revisione della legge sull’asilo

I socialisti hanno anche deciso di lanciare un referendum contro l’inasprimento della legge sull’asilo, presentato dal ministro di giustizia e polizia Blocher, ma dopo lunghe e vivaci discussioni hanno invece rinunciato a lanciare il referendum contro la legge sugli stranieri.

Ha prevalso il consiglio del presidente Hans-Jürg Fehr, che ha messo in guardia il partito dal volersi sovraccaricare di referendum: «Chi troppo vuole nulla stringe», ha ammonito.

No alla vendita di Swisscom

Il delegati del Partito socialista hanno anche discusso della decisione del governo di vendere Swisscom, il leader sul mercato delle telecomunicazioni in Svizzera, esprimendo la propria opposizione.

Anche la soppressione della metà dei piazzali di carico da parte di FFS Cargo è stata criticata come uno smantellamento inaccettabile. Accolta dai delegati anche una risoluzione a favore del trasporto pubblico, destinata ad arginare la politica dei trasporti attuale.

La base del partito ritiene infatti che questa sia sempre più rivolta al traffico motorizzato individuale, nonostante il popolo abbia bocciato nel febbraio 2004 il controprogetto all’iniziativa popolare «Avanti – per autostrade sicure ed efficienti».

Nessuna alleanza con l’UDC

«Dietro l’apparente unità tra PS e UDC (destra tradizionalista) su alcune questioni politiche non si nasconde nessuna alleanza, né naturale, né oggettiva», ha detto il presidente del partito Hans-Jürg Fehr, che ha anche respinto le accuse secondo cui il PS dà man forte ai democentristi per bloccare politicamente la Svizzera.

La sola alternativa al blocco borghese – ha detto Fehr – rimane il Partito socialista. Il ministro dei trasporti, Moritz Leuenberger, nel suo discorso ha attaccato Christoph Blocher, senza mai nominarlo direttamente.

Negli ultimi tempi il consigliere federale UDC ha mosso diverse critiche al Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC), diretto da Leuenberger.

Quest’ultimo ha ricordato che compito del governo è di rispettare le decisioni popolari, ad esempio in materia di traffico o di alcolemia allo 0,5 per mille (come voluta dal parlamento). L’attacco a Christoph Blocher, che aveva rimesso in causa questo tasso di alcol, è evidente.

swissinfo e agenzie

160 i delegati presenti sabato all’assemblea del partito socialista a Berna.

Hanno approvato una piattaforma che mantiene l’obiettivo primario di un’adesione della Svizzera all’Unione europea.

Il PS ha anche deciso di lanciare un referendum contro la revisione della legge sull’asilo, ma non contro la legge sugli stranieri.

I delegati hanno anche evocato la possibilità di indire un referendum contro la vendita di Swisscom.

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