Prospettive svizzere in 10 lingue

Carri armati svizzeri per l’Iraq

Un carro armato M113, utilizzato in un corso di ripetizione Keystone

Il Governo ha approvato mercoledì la vendita di 180 cingolati M113 agli Emirati Arabi Uniti, che li regaleranno poi a Baghdad.

Tale decisione ha suscitato le proteste della sinistra e dell’Unione democratica di centro.

La Svizzera ha interesse alla stabilizzazione dell’Iraq. Per questo motivo, il Consiglio federale ha autorizzato mercoledì il Segretariato di stato dell’economia (seco) a fornire un preavviso favorevole all’esportazione di carri armati M113 verso il paese mediorientale.

Oltre all’Iraq, il Governo si è detto anche favorevole alla vendita di cingolati dello stesso modello a India e Pakistan.

Per quanto riguarda l’Iraq, indica una nota del Dipartimento federale dell’economia (DFE), 180 carri M113 saranno esportati dapprima verso gli Emirati Arabi Uniti per un prezzo di 12 milioni di franchi. Successivamente, questo paese li regalerà al Governo iracheno.

Contributo alla pace

L’Esecutivo ha giustificato la propria decisione col fatto che l’Iraq è bersaglio di attentati terroristici, diretti principalmente contro obiettivi militari o di polizia, che non risparmiano però le strutture civili.

La stabilizzazione della situazione può avvenire, secondo il DFE, solo «se le forze di sicurezza irachene, costituitesi recentemente, saranno equipaggiate con strumenti idonei a garantire la protezione». A questo scopo, possono risultare molto preziosi gli M113 provenienti da scorte in eccedenza dell’esercito e ancora in buono stato.

«Nella sua risoluzione n. 1546 dell’8 giugno 2004 – ricorda il DFE – il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite ha invitato gli Stati membri dell’ONU a collaborare con il governo iracheno alla creazione di servizi nazionali di frontiera, di polizia e di protezione delle infrastrutture atti a garantire il mantenimento della sicurezza e dell’ordine pubblico e a combattere il terrorismo».

Esportazioni anche verso India e Pakistan

Per quanto concerne India e Pakistan, il Consiglio federale aveva deciso di non approvare più alcuna domanda da parte delle due nazioni, in seguito agli esperimenti nucleari del 1998 e alle tensioni in merito al Kashmir.

Al momento attuale, ha spiegato il consigliere federale Joseph Deiss, i rapporti tra i due contendenti sono però migliorati ed inoltre le Nazioni Unite e l’Unione europea non hanno decretato alcun embargo generale nei confronti di Islamabad e Nuova Delhi.

Di conseguenza, il seco potrà approvare la domanda d’acquisto da parte del Pakistan di 736 cingolati M113, per un costo totale di 40 milioni di franchi. I mezzi dovranno essere utilizzati esclusivamente per missioni ONU in paesi quali Sierra Leone, Liberia, Congo, Burundi e Sudan.

All’India sarà invece concessa la licenza necessaria per la costruzione di cannoni da 35mm, unitamente alla fornitura di componenti separati. Il valore dell’operazione è di 300 milioni sull’arco di cinque anni.

Infine, è stato accordato il permesso per la momentanea importazione di materiale bellico dalla Corea del Sud, unicamente a scopo di manutenzione. In seguito, gli armamenti torneranno a Seul.

Reazioni contrastanti

Il preavviso favorevole del Consiglio federale all’esportazione dei cingolati verso Iraq, India e Pakistan ha suscitato reazioni contrastanti. Fra i partiti di governo, decisamente contrario è quello socialista (PS), ma anche l’Unione democratica di centro (UDC-destra populista) ha espresso forti riserve. Popolari democratici (PPD) e liberali radicali (PLR) hanno invece appoggiato la decisione del Governo.

Per il PS, i Verdi e il Gruppo per una Svizzera senza Esercito, quella dell’Esecutivo è una «svolta radicale» rispetto alla politica condotta finora e non si concilia con la neutralità. Secondo questi schieramenti, la Svizzera sta sacrificando al profitto la sua politica di aiuto allo sviluppo. Dal canto suo, l’UDC rileva il fatto che i paesi in questione sono zone di crisi, l’Iraq addirittura zona di guerra. La decisione del Governo viene dunque definita un «cambiamento paradigmatico».

Secondo il portavoce del PLR, invece, il Consiglio federale si è attenuto alla legge vigente sul materiale di guerra. Inoltre, la Svizzera ha interesse ad una migliorata sicurezza, soprattutto nel Medio Oriente. Sulla medesima lunghezza d’onda anche il PPD: il partito aggiunge che i vecchi carri armati dovrebbero altrimenti essere eliminati, causando ulteriori spese.

swissinfo e agenzie

Entro il 2010, l’esercito svizzero deve liquidare materiale per circa 10 miliardi di franchi (calcolati secondo il prezzo d’acquisto del prodotto). In particolare:
1’200 blindati leggeri M109 e M133.
200 carri armati 68/88.
30 elicotteri Alouette III.
45 aerei da combattimento F-5 Tiger.
2’600 tonnellate di filo spinato.
20’600 tonnellate di materiale del genio.
320 tonnellate di reti mimetiche.
230 tonnellate di tende.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR