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Diritti popolari e spese ospedaliere: due chiari sì

Keystone Archive

La revisione dei diritti popolari e la partecipazione dei cantoni ai costi ospedalieri per assicurati privati sono stati accolti rispettivamente dal 70,3% e dal 77,4% dei votanti.

Per la partecipazione al voto, con il 28,9%, è quasi primato negativo.

Dopo l’appassionante fine settimana di voto dello scorso novembre, quando l’iniziativa dell’Unione democratica di centro era stata respinta per un soffio, nessuno si aspettava questa volta grandi emozioni.

Questa domenica di votazione si distingue invece per la scarsa partecipazione dell’elettorato, con soltanto il 28,9%. Nel canton Vallese, la partecipazione è addirittura stata soltanto del 15%. Il primato negativo assoluto risale al 1972, con una partecipazione del 26,7%.

Nuovi diritti popolari

La democrazia semi-diretta svizzera prevede strumenti con i quali la popolazione può introdurre modifiche nella costituzione federale e influire sul processo legislativo.

All’iniziativa popolare (referendum costituzionale) e al referendum legislativo (che permette di abrogare una legge) si vorrebbero affiancare ora due nuovi strumenti.

L’iniziativa generica permetterebbe di proporre modifiche sul piano legislativo. Finora, per proporre una nuova legge al di fuori dei canali parlamentari era necessario passare per l’iniziativa popolare e quindi agire sul piano costituzionale. Si tratta quindi di una sorta di referendum propositivo.

La maggior critica all’iniziativa generica si appunta sul numero di firme necessario a lanciarla. Secondo gli oppositori, il fatto che chi vuole ricorrere all’iniziativa generica debba raccogliere lo stesso numero di firme richiesto dall’iniziativa popolare (100’000), scoraggerebbe i più a far uso del nuovo strumento, tanto più che questo permette solo di fare una proposta al parlamento e non di formulare un testo articolato.

La seconda proposta di modifica dei diritti popolari è l’estensione ai trattati internazionali del referendum facoltativo. I trattati internazionali dovrebbero essere perciò sottoposti al referendum facoltativo se contengono disposizioni che modificano il quadro legislativo.

Opposizioni da destra e da sinistra

Contro la modifica dei diritti popolari si è formata negli ultimi mesi un’opposizione eterogenea. Mentre la sinistra ha accusato il parlamento di mancanza di coraggio e parlato di una mini riforma inutile, la destra temeva un’eccessiva complessità del sistema.

Sia il Partito socialista (PSS), sia l’Unione democratica di centro (UDC) raccomandavano di respingere la revisione, anche se alcune sezioni cantonali dei due partiti hanno espresso un altro parere.

Analoga, anche se di segno inverso, la situazione nel Partito liberale radicale (PLR): il partito nazionale diceva sì alla proposta, mentre cinque sezioni cantonali erano contrarie. Solo il Partito popolare democratico (PPD) ha sostenuto in modo compatto la revisione.

I cantoni devono pagare

Il secondo tema in votazione riguardava la partecipazione dei cantoni alle spese per il ricovero in ospedale di pazienti che godono di un’assicurazione complementare. Tutti i grandi partiti e tutti i membri del parlamento hanno appoggiato la legge urgente elaborata dalle camere federali, che consente ai cantoni di pagare i contributi imposti dalla legge sulla base di un sistema progressivo. La cassa malati Assura si è però opposta con un referendum al compromesso, perché secondo lei esso consente ai cantoni di sottrarsi ai loro obblighi.

Il sì popolare è stato salutato con sollievo dalla conferenza dei direttori cantonali della sanità. La consigliera di stato di Appenzello esterno Alice Scherrer, presidente della conferenza, ha detto che “la ragione ha vinto”. La bocciatura del compromesso avrebbe provocato notevoli difficoltà ai cantoni e avrebbe implicato nuove difficili trattative, ha indicato la Scherrer.

swissinfo, Mariano Masserini

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