Prospettive svizzere in 10 lingue

Evangelici ago della bilancia tra Obama e McCain

Evangelica e sostenitrice di McCain: Esther Payne alleva dei bovari bernesi a Lancaster, nella Carolina del Nord swissinfo.ch

Gli evangelici, che negli Stati Uniti rappresentano un quarto dell'elettorato, avevano massicciamente votato per Bush. Oggi costituiscono un elettorato meno monolitico. Inchiesta tra gli americani evangelici, di cui alcuni di origine svizzera.

Esther Payne e Michelle Lloyd-Paige, di confessione evangelica, hanno un punto in comune: la Bibbia occupa nelle loro vite un posto centrale. Il prossimo 4 novembre, tuttavia, le loro scelte saranno divergenti, poiché voteranno per due candidati diversi.

Giunta da Basilea a Lancaster (Carolina del Nord) nel 1986, dove risiede con il marito americano, Esther Payne accorderà la propria fiducia al candidato repubblicano John McCain. Michelle Lloyd-Paige, pastore a Grand Rapids (Michigan), sosterrà invece il candidato democratico Barack Obama.

“Mi piace molto McCain come persona, e apprezzo molto – spiega Esther Payne a swissinfo – la sua esperienza e al sua capacità di lavorare con i responsabili politici di tutti i fronti. Per quel che mi riguarda, Obama è troppo di sinistra e manca di esperienza”.

La ciliegina sulla torta

“Voterò per Obama – dichiara invece Michelle Lloyd-Paige, elettrice di colore – perché gli anni di Bush non sono stati anni meravigliosi. Le origini afroamericane di Obama rappresentano la classica ciliegina sulla torta, benché non siano alla base della mia scelta politica”.

Finora gli evangelici si erano così massicciamente schierati per i repubblicani, a tal punto da spingere i politologi americani a parlare di “un voto evangelico”.

In questi ultimi otto anni, infatti, si sono sistematicamente schierati con George Bush, contro venti e maree. Malgrado la crescente impopolarità della guerra in Iraq e del primo inquilino della Casa Bianca, il cosiddetto voto evangelico è stato persino più rilevante nel 2004 rispetto al 2000.

Se oltre l’80% degli evangelici avevano votato Bush quattro anni fa, oggi la comunità è molto meno compatta. Solo il 40% delle persone di età inferiore ai 30 anni, si dichiara repubblicana, contro il 55% nel 2005.

Povertà e ambiente

Anche se la maggior parte degli evangelici che volta le spalle ai repubblicani non aderirà necessariamente al Partito democratico, l’appoggio di questa comunità religiosa non è più un tabù per un candidato come Barack Obama. In materia di lotta contro l’aborto, i giovani evangelici sono più determinati rispetto alla generazione che li precede, ma sono anche molto preoccupati per il degrado ambientale e la crescente povertà.

“È opportuno che John McCain non faccia campagna accanto a Bush – evidenzia Esther Payne, 44 anni – poiché in questo modo potrà smarcarsi e imprimere una direzione diversa alla Casa Bianca”. Insomma non sono solo i trentenni a prendere le debite distanze dai repubblicani.

“È molto importante che i politici assumano decisioni per il bene del paese e non solo per il bene dei gruppi di interesse. McCain – aggiunge la sua sostenitrice di origine svizzera – vuole proprio impegnarsi contro le logiche delle lobby e contro l’espansione del governo”.

Pastori con vedute più aperte

I dirigenti evangelici, esattamente come i loro fedeli, non sono più così monolitici nell’assicurare la loro adesione al Partito repubblicano. La vecchia guardia (Jerry Falwell è morto mentre Billy Graham ha quasi 90 anni) cede a poco a poco il posto alle nuove generazioni di pastori, più aperti.

Gli eccessi di Pat Robertson, del resto, indispongono assai. Ed ecco che d’incanto emergono figure come Rick Warren; in agosto il pastore aveva invitato John McCain e Barack Obama nella sua chiesa di California per un forum televisivo. C’è anche James Dobson, che ha rinunciato a trovare un repubblicano accettabile e auspica la creazione di un terzo partito.

Come non citare Richard Cizik, vice-presidente dell’Associazione nazionale degli evangelici, che ha compiuto un passo importante verso i democratici nel campo della protezione dell’ambiente, della pena di morte e della guerra in Iraq.

Numerosi fedeli deplorano tuttavia la presentazione caricaturale del loro movimento: “I media – fa notare Michelle Lloyd-Paige – hanno intenzionalmente dato peso alle voci più estremiste, danneggiando così la nostra immagine.

Stephen Momsa – ricercatore evangelico presso il Calvin College che voterà per Obama dopo avere sostenuto Bush nel 2000 – ricorda che originariamente il movimento evangelico era associato alle cause difese dalla sinistra americana, come l’abolizione della schiavitù. E’ passato su posizioni conservatrici negli anni Cinquanta.

Sarah Palin è passata da lì

Non sono pochi, tuttavia, gli evangelici che constatano con rincrescimento l’eccessiva politicizzazione del movimento. “Hanno capito – osserva Hans Moser, 69 anni, bernese con la doppia cittadinanza – che non devono esporsi troppo rispetto alle strutture del potere. Essere evangelici è innanzitutto una scelta spirituale. E non si tratta di gettare tali principi alle ortiche”.

Hans Moser, battista, aveva lasciato il Partito repubblicano nel 2007 e l’inverno scorso aveva definito John McCain “un pessimo candidato”. Ma oggi il suo punto di vista è cambiato e pertanto accorderà la propria fiducia al candidato repubblicano, grazie all’influenza di Sarah Palin.

Poco incline a parlare di religione, McCain ha chiamato al suo fianco una pentecostale, in grado di mobilitare di nuovo la base evangelica. “La presenza di Sarah Palin – commenta Moser – sta ad indicare la volontà di fare un passo nella nostra direzione. E credo che adesso McCain abbia buone probabilità di farcela”.

Secondo recenti sondaggi, molti evangelici seguiranno le orme di Moser e voteranno così per il candidato repubblicano. E gli altri? “Nella comunità – sottolinea Stephen Momsa – si sta facendo largo uno spirito più progressista, particolarmente percepibile nelle università. Questa tendenza è però soltanto agli inizi”.

swissinfo, Marie-Christine Bonzom, Washington
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Il termine evangelismo è un neologismo moderno usato per indicare un movimento teologico e sociale particolarmente dinamico all’interno del Protestantesimo moderno, anche se le sue radici affondano nel cristianesimo storico.

Si distingue da cattolicesimo romano perché riconosce come unica sua autorità quella della Bibbia e pone molta enfasi sulla conversione a Cristo.

Negli Stati Uniti gli evangelici rappresentano il 26,3% dell’elettorato, ossia circa 40 milioni di elettori.

John McCain raccoglie il 71% delle intenzioni di voto degli evangelici bianchi iscritti sulle liste elettorali, contro il 21% per Barack Obama.

La maggioranza degli evangelici americani sono battisti (10.8%) seguiti dai pentecostali (3,4%). Il 17% dell’elettorato evangelico ha meno 30 anni, il 39% tra i 30 e i 49 anni. L’ 81% è bianco mentre il 6% di colore.

In Svizzera esistono piùi di 1’500 chiese e comunità evangeliche, pari a circa 200 mila fedeli, ossia il 3% della popolazione

(Fonte:: Pew Forum on Religion and Public Life; Observatoire des Religions en Suisse de l’Université de Lausanne; L’Hebdo)

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR