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I bilaterali slittano

Ora sulla data di entrata in vigore dei bilaterali si può solo speculare; certo non sarà il 1° gennaio 2002 swissinfo.ch

Nuova battuta d'arresto per gli accordi Svizzera-Ue: la commissione esteri del parlamento francese rinvia la ratifica del dossier sulla libera circolazione delle persone.

La commissione esteri francese ha messo un freno alle speranze di una rapida ratifica dell’accordo sulla libera circolazione delle persone da parte dell’Assemblea nazionale, dopo il sì del Senato lo scorso 11 ottobre. L’Assemblea avrebbe dovuto discuterne il 20 novembre. Con il nuovo rinvio è ormai escluso che gli accordi bilaterali possano entrare in vigore il 1° gennaio 2002.

I deputati francesi vogliono maggiori informazioni dal governo. I membri della commissione ritengono gli accordi “non equilibrati”. La Svizzera vorrebbe approfittare dei vantaggi dell’Unione europea, senza assumersene gli svantaggi.

“È una questione interna francese”

All’Ufficio dell’integrazione a Berna le reazioni sono contenute. “Secondo le nostre informazioni, si tratta di problemi legati alle assicurazioni sociali dei lavoratori frontalieri”, dice Thomas Schwendimann, portavoce dell’ufficio. “In ogni caso si tratta di una questione interna francese.”

La questione delle assicurazioni era già stata sollevata in occasione del dibattito nel Senato parigino, causando un primo ritardo nella ratifica dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Pareva una questione risolta, ma ora rispunta. Che ci sia dell’altro?

“Nessun legame con Swissair”

Il sospetto che sorge è quello di un legame con la vicenda Swissair/Air Liberté/Air Littoral. “Assolutamente no”, si affretta a dire Schwendimann, “non abbiamo alcun segnale in questo senso.” Il collegamento con la crisi della Swissair sarebbe da escludere anche per un altro paese che non ha ancora ratificato l’accordo, il Belgio.

Dopo il fallimento di Sabena, di cui SAirGroup detiene il 49,5% delle azioni, non pochi osservatori temono una ripercussione sul processo di ratifica dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Potrebbe essere un modo, per alcuni parlamentari belgi, di esprimere il loro dissenso verso il partner svizzero della compagnia aerea belga.

Ma l’Ufficio dell’integrazione respinge questa interpretazione. “Gli accordi bilaterali”, sottolinea Schwendimann, “sono accordi tra stati. E non abbiamo alcun elemento che possa far pensare che lo stato belga faccia dei collegamenti fra Sabena, Swissair e bilaterali.”

A quando l’entrata in vigore?

In ogni caso il processo di ratifica in Belgio è fermo da tempo. Mancano all’appello tre dei cinque parlamenti regionali che si devono esprimere sull’accordo. E non si sa quando la situazione si sbloccherà.

In ritardo anche l’Irlanda, che non sembra fare i salti mortali per condurre in porto la ratifica. In occasione della sua visita nel paese all’inizio di ottobre, il ministro degli esteri elvetico Joseph Deiss era riuscito a strappare la promessa di un’accelerazione della discussione nelle due camere del parlamento. Ma finora, come conferma Schwendimann, non è stata fissata alcuna data per il dibattito.

Slittato quindi inesorabilmente il termine del 1° gennaio 2002 per l’entrata in vigore degli accordi bilaterali tra Svizzera e Unione europea, si può ora solo speculare su una nuova data.

Il momento per l’entrata in vigore è fissato chiaramente: il primo giorno del secondo mese dopo l’ultima ratifica dell’accordo sulla libera circolazione delle persone. Che tutti i paesi mancanti ratifichino entro il 30 novembre è escluso. Bisognerà quindi aspettare.

Le reazioni in Svizzera

“Sono piuttosto sorpreso della decisione francese”, afferma il consigliere agli Stati UDC Maximilian Reimann, membro della Commissione della politica estera, “soprattutto dopo l’approvazione da parte del Senato. Non conosco ancora i motivi della decisione, ma così la Francia va anche contro i propri interessi.”

Secondo Reimann, la Francia rischia con la sua decisione di irritare i paesi che hanno già ratificato il trattato, che avrebbero interesse ai miglioramenti che la libera circolazione delle persone comporta per i cittadini europei che lavorano in Svizzera. Inoltre il ritardo nella ratifica rallenterebbe anche le trattative su nuovi dossier, soprattutto su quello fiscale, a cui la Francia è molto interessata.

Non sorpreso della decisione francese è invece il consigliere nazionale democristiano Remo Galli. “Mi sono accorto durante i viaggi all’estero della commissione della politica estera che i parlamenti di altri paesi non sanno quasi niente della Svizzera. Dovremmo diventare più globali, far sì che i nostri parlamentari contribuiscano alla politica estera incontrando i colleghi di altri paesi.”

Galli non ritiene tuttavia che la crisi Swissair sia un elemento importante nella reazione francese. “Il problema è piuttosto il segreto bancario. Dicono che le nostre banche partecipano al riciclaggio di denaro sporco, senza sapere che gli svizzeri sono all’avanguardia nella lotta al riciclaggio e al terrorismo. I parlamentari hanno un’immagine sorpassata della Svizzera.”

Neppure il consigliere agli stati Reimann ritiene che la crisi Swissair possa avere un ruolo nella posizione della commissione francese. “Le partecipazioni Swissair alle compagnie francesi Air Littoral e AOM/Air Liberté sono state vendute l’estate scorsa. Non ci sono quindi rivendicazioni possibili nei confronti di Swissair, simili a quelle avanzate in Belgio per la questione Sabena.”

Andrea Tognina

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