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I disabili sono una risorsa per il lavoro

Preparare le posate per le compagnie aeree: uno dei lavori proposti ai disabili Keystone

La revisione della Legge sull'assicurazione invalidità (AI) mira ad una migliore integrazione dei disabili nel mercato del lavoro, con l'obiettivo di limitare i costi per la società.

Ma l’integrazione degli andicappati non è semplice. Ragion per cui le autorità hanno presentato un programma per appianare le difficoltà.

L’assicurazione invalidità sprofonda ormai nelle cifre rosse. Per evitare che la situazione peggiori ulteriormente, il Parlamento svizzero ha deciso una riforma in due tappe.

In primo luogo ha adottato la V revisione della Legge sull’assicurazione invalidità sulla quale il popolo è chiamato ad esprimersi il prossimo 17 giugno. Se questa revisione uscirà indenne dallo scrutinio, i parlamentari decideranno in un secondo tempo se sono necessarie nuove risorse finanziare per l’AI.

La revisione della legge intende ridurre i costi dell’AI. E una delle soluzioni per raggiungere l’obiettivo consiste nel rafforzare gli sforzi per meglio integrare i disabili nel mondo del lavoro.

Una situazione definita “buona”

Gli andicappati non hanno tuttavia atteso la V revisione dell’AI per essere presenti nel mercato del lavoro. Già oggi, infatti, un buon numero di portatori di handicap lavora nelle aziende e/o nell’amministrazione.

E’ comunque molto difficile disporre di statistiche concernenti la situazione dei disabili nel mercato del lavoro. “Non esiste una situazione – osserva Yves Rossier, direttore dell’Ufficio federale delle Assicurazioni sociali (UFAS) – perché non c’è un unico tipo di disabile: gli handicap hanno infatti forme diverse”.

Gli interlocutori contattati da swissinfo sono tuttavia concordi nell’affermare che la situazione sul piano professionale è “buona” se comparata ad altre realtà internazionali. Il loro giudizio si basa sulle cifre messe a disposizioni dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

Nel suo recente rapporto “Panorama della società”, l’OCSE indica che la Svizzera è al primo posto nel campo dell’integrazione degli andicappati nel mondo del lavoro. Il tasso di impiego dei disabili in età compresa tra 20 e 64 anni, è superiore al 60%.

Disabili benvenuti

Attualmente i datori di lavoro non sono legalmente obbligati ad assumere dei portatori di handicap. E la revisione non cambierà di una virgola la situazione attuale. Del resto coloro che avversano la V revisione dell’AI denunciano proprio questa lacuna. Secondo gli oppositori senza obblighi precisi, non ci sarà nessun progresso nel campo dell’integrazione.

Pierre Triponez non è però d’accordo. Per il direttore dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) è nell’interesse dell’economia integrare i portatori di handicap. “Non dobbiamo dimenticare – precisa il direttore dell’USAM – che i costi provocati dai disabili ricadono inevitabilmente sulla società, in generale, e sui datori di lavoro, in particolare”.

Altro aspetto da non sottovalutare è quello demografico: la Svizzera invecchia sempre di più. Per l’economia sarebbe pertanto insensato privarsi di braccia – e non solo di braccia – dal momento che molti disabili hanno delle chiare competenze professionali.

“Si ha troppo spesso la tendenza, sbagliata, ad assimilare handicap con assenze di qualifiche e di competenze: non è vero”. Lo afferma con forza Christine Théodoloz, direttrice generale della fondazione “Integrazione per tutti”. Fondazione creata dagli ambienti vicini al padronato e che ha per scopo l’integrazione dei disabili nel mondo del lavoro.

Una nuova iniziativa

Gli imprenditori sembrano dunque disposti ad integrare gli andicappati. “Il datore di lavoro è infatti pronto a farlo – sottolinea Pierre Triponez – ma non è disponibile ad assumersi troppi rischi”.

Rischi che sono di duplice ordine. Da un lato i datori di lavoro non possono sapere quali garanzie di stabilità offre il disabile. D’altra parte devono far fronte ad un rialzo dei premi del rischio tanto per la previdenza professionale, quanto per le indennità giornaliere.

L’UFAS ha dunque presentato, all’inizio di maggio, un progetto di reinserimento. “Job-Passerelle”, questo il suo nome, permetterà di verificare l’impegno di un disabile per un periodo di prova di uno o due anni, con la promessa di un contratto fisso se l’esperienza darà risultati soddisfacenti.

Per trovare dei disabili da impiegare nell’azienda, gli imprenditori passeranno dunque da “Job-Passerelle” che fungerà da rete di servizi e di collocamento, “un po’ sul modello di Manpower”, precisa Christine Théodoloz.

Gestita dalle fondazioni “Integrazione per tutti” e “Profil”, questa nuova rete seguirà il percorso del disabile assunto, affinché l’esperienza sia vissuta nel migliore dei modi. L’Assicurazione invalidità coprirà parzialmente i rischi finanziari a carico del datore di lavoro.

Operazione di propaganda

“Agile” (Aiuto svizzero handicap), organizzazione che milita per la bocciatura della V revisione dell’AI, ritiene che questo progetto altro non sia che “uno strumento di propaganda”.

“La pratica dovrà dimostrare la validità di questo progetto. Se si dimostrerà non operativo – commenta “Agile” – i fautori avranno comunque già ottenuto un risultato: fare campagna in favore del sì alla V revisione dell’AI”.

Yves Rossier, direttore dell’UFAS, smentisce. Riconosce tuttavia che l’UFAS anticipa, con il progetto “Job-Passerelle”, la messa in atto della nuova riforma. Sebbene una rete del genere possa essere veramente operativa soltanto con gli strumenti previsti nella V revisione.

swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

“Job-Passerelle” è frutto dell’iniziativa del consigliere nazionale liberale radicale (destra) Otto Ineichen ed è sostenuta da imprese rinomate. Più di 400 imprese si sono già annunciate per prendere parte al progetto.

Secondo il parlamentare, l’inserimento di un disabile nel mondo del lavoro rappresenta un’economia che oscilla dai 40 mila ai 200 mila franchi all’anno.

Per il primo anno, le organizzazioni partner si sono prefissate di integrare 1000 persone andicappate in più nel mercato del lavoro primario. A partire dal 2009 intendono creare 2000-3000 nuovi posti.

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