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Il popolo approva la revisione dell’Assicurazione invalidità

La riforma non renderà necessariamente più semplice la vita ai disabili Keystone

Hanno detto sì alla V revisione dell'AI circa il 60% dei votanti. La riforma intende favorire l'integrazione degli invalidi nel mondo del lavoro, ma al contempo prevede tagli alle rendite.

Il risultato è netto nella Svizzera tedesca, mentre in Romandia la modifica legislativa è stata rifiutata da quattro cantoni. La partecipazione al voto si attesta attorno al 35,8%.

La revisione legislativa – sostenuta da governo e parlamento – ha convinto gli svizzeri, che l’hanno approvata domenica in votazione popolare con 1’039’029 voti (59,1%) contro 719’388. I risultati variano a seconda del cantone dal 55 all’80%.

Solo Ginevra, Friborgo, Giura e Neuchâtel hanno rifiutato la modifica legislativa, anche se con un risultato risicato (50,9%, rispettivamente 50,1%, 54,6% e 50,1% di no).

La revisione dell’AI non ha destato grande interesse tra gli elettori e l’affluenza (35,8%) è risultata di molto inferiore rispetto agli ultimi tre appuntamenti con le urne, quando si erano registrati tassi di almeno il 45%. L’astensione riflette l’alta proporzione di indecisi che era stata delineata dai sondaggi demoscopici delle scorse settimane.

Mantenere le promesse

Nel campo dei vinti, Cap-Contact e il Centro per la vita autonoma, le due organizzazioni di invalidi che avevano lanciato il referendum, si dicono deluse in particolare che “uno dei paesi più ricchi al mondo sopprima delle prestazioni alle famiglie che hanno una persona invalida a carico”. Il comitato che ha lanciato il referendum si aspetta ora dal governo, dagli ambienti economici e dai partiti di destra che rispettino le promesse fatte. “Attualmente 50’000 persone handicappate sono alla ricerca di un posto di lavoro. Non esiteremo a contattare tutti coloro che hanno affermato che – senza la V revisione dell’AI – non avrebbero potuto assumerle”, scrivono le due organizzazioni.

Esse esigono inoltre dai politici che si assumano le loro responsabilità e “votino un ulteriore finanziamento che permetta il risanamento dell’assicurazione”.

Dal canto suo, Pro Infirmis ritiene che il sì alla revisione sia “un’opportunità che comporta però alcuni rischi”. L’organizzazione, che aveva lasciato libertà di voto, spera che l’integrazione professionale degli invalidi venga effettivamente migliorata come promesso.

Disinformazione

“Sono triste per le persone implicate”. Questa la reazione di Pierre-Yves Maillard al sì popolare. Il vice-presidente del partito socialista (PS) svizzero denuncia una “sporca campagna di disinformazione”. Il risultato della votazione è che 80’000 coppie perderanno 400 franchi al mese su un reddito di circa 2000 franchi, afferma. La riforma sopprime infatti le rendite complementari versate ai coniugi delle persone che beneficiano dell’AI.

Il sì alla V revisione dell’AI non risolve nessun problema, ha affermato dal canto suo il vice-presidente dei Verdi, Ueli Leuenberger. Provocherà anzi un aumento delle persone emarginate e a carico dell’aiuto sociale, prevede il consigliere nazionale ginevrino.

“Lancio un appello a coloro che hanno sostenuto questa riforma e alle imprese, affinché si sbarazzino con minor facilità dei lavoratori meno redditizi”, ha detto Leuenberger, secondo cui la Confederazione e le collettività pubbliche dovrebbero dare l’esempio assumendo un numero maggiore di invalidi.

Applicare la riforma

Nel campo dei vincitori, il comitato in favore della quinta revisione, che riunisce i partiti borghesi, sostiene che “il sovrano ha capito che il no avrebbe avuto effetti disastrosi su questa importante assicurazione sociale”.

L’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) – organizzazione mantello delle piccole e medie imprese – intende mantenere le promesse fatte durante la campagna a favore della revisione. Si impegnerà affinché le PMI applichino il principio dell’integrazione prima della rendita.

Le grandi imprese, riunite nell’organizzazione economiesuisse, ritengono dal canto loro che la quinta revisione sia solo una tappa intermedia. L’associazione è favorevole ad un finanziamento supplementare dell’AI limitato nel tempo attraverso un incremento dell’IVA. Si oppone invece a un aumento dei contributi salariali.

“Il sì alla quinta revisione è un successo per l’Unione democratica di centro” (UDC – destra nazionalconservatrice), ha affermato il presidente di partito Ueli Maurer. Ma non basta: prima ancora dei risultati finali delle urne, egli ha infatti chiesto una sesta revisione dell’assicurazione. Lo scopo – ha spiegato – è di inasprire le condizioni per ottenere le rendite di invalidità e combattere ulteriormente gli abusi. Prima però bisognerà affrontare la questione del finanziamento, ha aggiunto. Lunedì l’UDC presenterà un documento di 40 pagine sulle assicurazioni sociali che conterrà anche la proposta di sesta revisione dell’AI.

swissinfo e agenzie

La quinta revisione dell’AI deve permettere di risparmiare 500 milioni di franchi l’anno.

Le principali innovazioni:
– Prima di attribuire una rendita, gli assicurati devono effettuare tutti gli sforzi che ragionevolmente possono essere loro richiesti per reintegrarsi nel mondo del lavoro. Ciò dovrebbe permettere di ridurre il numero di rendite del 15-20%.
– I casi di possibile invalidità possono essere comunicati all’AI dopo almeno un meso di incapacità lavorativa. Due settimane dopo dovrebbe tenersi un colloquio per determinare quali misure possono essere adottate per conservare l’impiego.
– Per incoraggiare i datori di lavoro a mantenere o assumere persone invalide è prevista una maggiore collaborazione fra le aziende e l’AI, nonché aiuti finanziari.
– Le rendite complementari versate ai coniugi di persone all’AI sono soppresse.
– Il sistema d’indennità giornaliere è stato adattato. Gli assicurati che non esercitano un’attività lucrativa prima dell’intervento dell’AI non ne avranno più diritto.

La quinta revisione dell’AI è stata approvata dal 59,1% dei votanti.
La percentuale di sì nei cantoni varia dal 79,5% di Appenzello interno al 45,4% del Giura.
La partecipazione si attesta al 35,8%.

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