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Il referendum propositivo non interessa gli Svizzeri

votazioni federali 24.9.00-referendum Keystone

I due terzi dei votanti hanno bocciato l'iniziativa che chiedeva d'introdurre un nuovo strumento democratico, il referendum propositivo. Un risultato non sorprendente: ogni tentativo di riformare i diritti popolari ha incontrato finora enormi resistenze.

Con il secco no espresso nei confronti dell’iniziativa sul referendum propositivo, il popolo svizzero ha ribadito ancora una volta la sua volontà di mantenere intatto il modello tradizionale di democrazia semidiretta. Ogni proposta di cambiamento dei diritti popolari si è scontrata finora a forti opposizioni e al timore di uno sconvolgimento delle istituzioni politiche.

Lo stesso Consiglio federale ha preferito togliere la riforma dei diritti popolari dal progetto di revisione totale della Costituzione federale, approvato l’anno scorso dal popolo, e rimandare questo spinoso capitolo alla legislatura attuale.

Inoltrata nel marzo del 1997, questa iniziativa mirava a rendere più efficace e differenziato lo strumento del referendum facoltativo. Attualmente questo diritto può essere impiegato soltanto per rimettere in discussione e respingere una legge o un decreto federale. Il referendum propositivo avrebbe permesso invece di formulare nel contempo anche una controproposta, dando al popolo la possibilità di modificare alcuni punti critici di una legge, senza bocciare l’intero progetto.

La proposta d’introdurre un referendum facoltativo era sostenuta dal Partito socialista, dai Verdi, dal Partito evangelico e dalla Lega dei ticinesi. Un no era stato formulato invece dalle altre forze politiche e dal Consiglio federale, secondo il quale questo strumento avrebbe compromesso la capacità consensuale e decisionale del parlamento. Il governo considera inoltre troppo complessa la procedura di voto indispensabile per questo modello di referendum, soprattutto in caso di votazione su più controproposte.

Al posto del referendum propositivo, il Consiglio federale sostiene un pacchetto di riforme dei diritti popolari che prevede tra l’altro l’introduzione di un’iniziativa generica. Rispetto all’attuale iniziativa popolare, che permette solo di chiedere modifiche costituzionali, l’iniziativa generica consentirebbe ai cittadini di proporre cambiamenti di legge a vari livelli.

Armando Mombelli

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