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La cultura punita per i suoi eccessi

L'esposizione "Swiss-Swiss Democracy" è al Centro culturale svizzero di Parigi fino al 30 gennaio 2005 Keystone

Il mondo culturale denuncia i senatori che hanno deciso di sanzionare Pro Helvetia, dopo il sostegno all’artista iconoclasta Thomas Hirschhorn.

Martedì, il Consiglio degli Stati ha accettato il taglio di un milione di franchi al budget della fondazione a causa delle controversie sollevate dalla mostra di Parigi.

Il mondo culturale svizzero è costernato dalla decisione del Consiglio degli Stati di tagliare un milione al budget di Pro Helvetia.

I senatori hanno infatti accettato, con 24 voti a favore contro 13, la cura dimagrante prevista per la fondazione svizzera per la cultura, in quella che appare una chiara punizione alla controversa esposizione di Thomas Hirschhorn.

Se il Nazionale si allineerà, Pro Helvetia riceverà così 33 milioni di franchi invece dei 34 previsti inizialmente.

Interrogato in serata, il principale attore della “tormenta culturale” accetta la decisione della Camera, ma ne denuncia le motivazioni.

“In un contesto globale di economie, le riduzioni budgetarie sono accettabili. Ma se i tagli sono accompagnati da una punizione che nuoce all’insieme degli artisti, a questo punto la democrazia è in pericolo”, dice Hirschhorn.

Le scelte non devono essere emotive

Nonostante capisca le ragioni dei malumori sollevati dalla mostra dell’artista svizzero, il direttore dell’Ufficio federale della cultura, David Streiff, si rammarica della decisione della Camera dei cantoni, visto che questa “colpisce le persone sbagliate, ovvero i creatori e il pubblico interessato alla cultura”.

Anche il ministro della cultura Pascal Couchepin, in visita a Parigi, si è detto “molto sorpreso”.

“Le decisioni budgetarie non devono essere prese nell’ambito di una polemica che ha sollevato molte emozioni”, ha dichiarato Couchepin.

Un attacco alla libertà culturale

Il socialista Pierre-Alain Gentil ha invano esortato il Consiglio degli Stati ad astenersi da vendette punitive.

“I gusti sono sempre discutibili, ma il parlamento non deve effettuare azioni di rappresaglia contro la cultura nell’ambito del budget, soprattutto se sono ispirate dalla lettura di giornali scandalistici”, ha osservato Gentil.

Tutti gli oratori hanno infatti ammesso di non aver visto la mostra (che finora ha attirato 2000 visitatori) e di avere appreso il suo contenuto attraverso i media.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Gentil, la sua compagna di partito basilese Anita Fetz, la quale, pur giudicando volgari le opere che ha visto sui giornali, si è detta preoccupata per una manovra che “puzza di censura”.

Un intervento dello Stato che non piace neanche al presidente di Suisseculture, l’associazione che raggruppa varie organizzazioni di artisti e giornalisti.

“In quanto organo autonomo, il ruolo di Pro Helvetia è proprio quello di mantenere una certa distanza tra lo Stato e le decisioni di natura culturale”, indica Mathias Knauer.

Da parte sua, Pro Helvetia non ha commentato la decisione odierna. Il suo direttore, Pius Knüsel, si è limitato ad un “non è definitiva”, riferendosi al fatto che il Nazionale non si è ancora espresso.

Immagine sprezzante della Svizzera

La proposta del taglio era stata avanzata dal democristiano Peter Bieri, il quale aveva protestato contro l’esposizione di Hirschhorn a Parigi (che espone “le assurdità della democrazia diretta”) perchè dà “un’immagine sprezzante della Svizzera all’estero”.

Il consigliere agli Stati ha riconosciuto il diritto dell’arte alla critica. “Ma se calpesta i nostri valori – in particolare mostrando un consigliere federale (ndr: Christoph Blocher) sul quale viene urinato – per il parlamento è un dovere intervenire”, è insorto Bieri, che ha parlato di “decadenza”.

La sua indignazione è stata condivisa da numerosi senatori borghesi che hanno preso la parola per associarsi alle sue proteste.

La presidente della Commissione della cultura Christiane Langenberger ha affermato di non potere accettare “gli eccessi di un artista svizzero all’estero che insudicia la nostra democrazia, ma che è sovvenzionato dallo Stato e dunque dai contribuenti”.

Un budget già ritoccato

Da parte sua, il ministro delle finanze Hans-Rudolf Merz non è intervenuto nella vertenza.

Il tesoriere della Confederazione si è limitato a ricordare che il governo aveva già ridotto i mezzi a Pro Helvetia, facendo passare quest’anno il suo budget da 34,7 a 34 milioni di franchi.

Merz si è detto contrario alla proposta di Peter Bieri di attribuire a Gioventù+Sport il milione tolto a Pro Helvetia. Su questo punto, la Camera non si è ancora pronunciata.

swissinfo e agenzie

Il Consiglio degli Stati ha accettato la proposta del senatore democristiano Peter Bieri di tagliare un milione di franchi al budget di Pro Helvetia.

La decisione è stata motivata dai dissapori sollevati dall’esposizione a Parigi dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn, finanziata con 180’000 franchi dalla fondazione svizzera per la cultura.

Il voto della Camera dei cantoni ha subito sollevato reazioni indignate da parte del mondo culturale.

La “punizione” a Pro Helvetia sarà effettiva soltanto se anche il Nazionale si esprimerà, mercoledì, allo stesso modo.

Thomas Hirschhorn, nato nel 1957 a Berna, risiede da vent’anni a Parigi, dove ha acquisito fama internazionale.
La mostra «Swiss-Swiss Democracy» si tiene al Centro culturale svizzero di Parigi fino al 30 gennaio 2005.
Nel 2004, l’artista ha ricevuto il Premio Joseph-Beuys, dotato di 33’000 euro.

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