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Libera circolazione: plebiscito della 5a Svizzera

Nel 75% dei casi circa gli svizzeri all'estero hanno inviatio in patria un sì swissinfo.ch

Il sì all'estensione della libera circolazione ai nuovi paesi UE è stato sostenuto in modo massiccio dagli svizzeri all'estero, con percentuali attorno al 75%.

Per la Quinta Svizzera, una rimessa in questione degli accordi bilaterali avrebbe potuto causare dei grossi problemi.

Com’era prevedibile, gli svizzeri all’estero hanno sostenuto con forza l’estensione della libera circolazione delle persone. I dati solo disponibili solo per alcuni cantoni, ma da questi emerge un’immagine molto chiara.

Fra i ginevrini che vivono all’estero, il 72% ha votato sì all’estensione, contro il 58% dei ginevrini residenti. La stessa percentuale è del 75,7% per il canton Vaud (65% fra i residenti), del 75,6% per Lucerna (51% fra i residenti), del 79,6% per Basilea Citta (63,5% fra i residenti), del 72,8% per l’Appenzello-Interno (43% fra i residenti).

La percentuale di sì fra gli espatriati è dunque ben superiore alla media svizzera e anche a quella del cantone che ha sostenuto con maggiore convinzione l’estensione, il canton Vaud, con il 65% dei consensi.

«Gli svizzeri all’estero hanno contribuito con circa 40’000 sì all’esito positivo della votazione», osserva soddisfatto Rudolf Wyder, direttore dell’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE).

Bilaterali fondamentali per gli svizzeri all’estero

Wyder sottolinea come per gli espatriati la votazione sulla libera circolazione fosse di grande importanza. Le reazione di Bruxelles ad un no svizzero avrebbe potuto comportare gravi problemi per le cittadine e i cittadini elvetici che vivono nei paesi dell’UE. Mettere in gioco i bilaterali non è un’opzione praticabile per gli svizzeri all’estero.

«Tutte le svizzere e gli svizzeri nell’UE godono ora di un accesso senza limitazioni al mercato del lavoro e della libertà di domicilio. Questo è importante soprattutto per gli svizzeri che non hanno la doppia cittadinanza. Si tratta pur sempre di 100’000 persone».

Un altro aspetto decisamente importante è quello delle assicurazioni sociali. «Con i bilaterali, vi è un coordinamento tra Svizzera e UE. Si sa chi riceve dove la propria rendita. Anche gli anni di contributi sono riconosciuti reciprocamente. E questo ha un effetto sull’entità della rendita».

Una decisione per il futuro

Per Wyder il sì scaturito dalle urne domenica è una «decisione per il futuro» che permetterà ai giovani svizzeri di lavorare senza problemi in tutti i paesi dell’UE. Ma il direttore dell’OSE è anche consapevole che la via bilaterale è faticosa.

«Lo status particolare è impegnativo. Secondo le informazioni che riceviamo da svizzeri all’estero, spesso le autorità locali sono poco o punto informate sugli accordi con la Svizzera». Le ambasciate svizzere devono talvolta fare pressione sui rispettivi paesi perché informino le autorità locali.

In ogni caso, per il diretore dell’OSE, il voto di domenica segna una tappa positiva nei rapporti tra Svizera e UE. «Sono sollevato e soddisfatto del risultato della votazione».

swissinfo

Alla fine del 2004, gli svizzeri espatriati erano 623’057.
Essi rappresentano circa il 10% della popolazione svizzera.
Il 62% di loro risiede in Europa (166’000 in Francia, 70’000 in Germania, 45’000 in Italia).
Oltre 95’000 cittadini sono iscritti sul registro elettorale.

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