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Per una maggiore integrazione degli handicappati nella società

Maggiore integrazione nella quotidinaità, questo è quello che chiedono i portatori di handicap. Pro infirmis

Parte sabato 8 settembre una serie di azioni della Società svizzera dei portatori di handicap. Il traguardo è sensibilizzare l'opinione pubblica sulla difficile integrazione sociale dei disabili e promuovere l'iniziativa popolare che prossimamente passerà al vaglio del parlamento.

“Vogliamo parlare della nostra situazione”, afferma Thea Mauchle, attivista nelle organizzazioni dei portatori di handicap e membro della commissione per la revisione della Costituzione del canton Zurigo. “Certo – continua l’insegnate presso una scuola superiore zurighese – la gente disposta ad aiutare nelle diverse situazioni della vita non manca e non manca neppure la gratitudine da parte nostra, ma è umiliante dover fare continuamente ricorso all’aiuto degli altri per svolgere le attività più normali della vita”.

Le azioni di sensibilizzazione

Per rendere attenta la società della difficile quotidianità dei portatori di handicap, partono le “Giornate dell’uguaglianza”. Con oltre venti appuntamenti nelle varie località elvetiche si farà il punto sulla situazione.

Thea Mauchle descrive così la situazione: “Le difficoltà di chi ha una mobilità ridotta sono grandi; entrare in un ufficio comunale, utilizzare il bagno di un ristorante o entrare in una discoteca diventa spesso un’impresa impossibile. Le barriere architettoniche impediscono di vivere una vita indipendente”.

Anche i non vedenti si scontrano sempre con l’impossibilità di orientarsi e di accedere ai servizi. Per chi poi soffre di deficienze psichiche la vita nella società è davvero difficile. Per questo è necessario informare, rendere attenti tutti della realtà di chi non corrisponde alla norma, di chi non ha le premesse degli altri.

Iniziativa politica

Le organizzazioni d’interesse hanno depositato nel giugno 1999 un’iniziativa popolare nominata “parità dei diritti per i disabili” che intende eliminare le “gravi lacune” esistenti nella realtà. Più del 70 per cento degli edifici e servizi dedicati al pubblico sono inadatti, ricordano i promotori. Per questo l’Associazione svizzera degli invalidi, la Pro Infirmis, si aspetta dall’intervento dello stato un impegno più esplicito nella direzione auspicata.

Il Consiglio federale ha proposto già un disegno di legge come alternativa all’iniziativa popolare che arriverà sui banchi del Consiglio degli Stati nella sessione autunnale. Ma gli attivisti denunciano nel progetto una scarsa volontà d’intervento. “Solo l’iniziativa – spiega Mauchle – sostiene veramente i nostri interessi”.

Mancano infatti nel controprogetto delle vere misure per l’integrazione nel mondo del lavoro e l’impegno nell’adeguamento architettonico è limitato a costruzioni nuove. Per questo giovedì 13 settembre ci sarà una dimostrazione davanti a Palazzo federale.

Maggiore dignità

“Vorrei, un giorno poter entrare in un museo, senza dover fare ricorso al montacarichi e non dovermi fermare, con la mia sedia a rotelle davanti al gradino di fronte all’ufficio postale “, conclude Thea Mauchle.

Con questa serie di azioni i diretti interessati cercano dunque il sostegno dell’opinione pubblica per vivere in maniera più autonoma e indipendente, per conquistare una fetta di dignità in più nella loro quotidianità.

Daniele Papacella

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