Presentato dal governo il messaggio di adesione all’Onu
Il Consiglio federale ha concluso la procedura di consultazione per l'adesione all'Onu. Gli unici due Paesi al mondo a non far ancora parte dell'organizzazione internazionale sono Svizzera e Vaticano. La votazione entro il 2003.
La proposta di adesione della Svizzera all’ONU è chiaramente condivisa nel Paese, come risulta dalla consultazione condotta in merito da Berna. Il Consiglio federale propone pertanto che entro il 2003 si voti e si approvi la relativa iniziativa popolare.
Ripetute volte negli anni scorsi, l’ultima delle quali nel 1996, la popolazione svizzera aveva respinto i propositi del Consiglio federale di adesione all’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) o di partecipare alle missioni dei “caschi blu”. La motivazione principale è sempre stata il timore di mettere a rischio la tradizionale neutralità elvetica.
Il governo elvetico non ha tuttavia mai desistito dal perseguire l’obiettivo dell’adesione all’ONU, che è stato introdotto ancora nel programma di legislatura1999-2003. Nel frattempo, lo scorso 6 marzo è stata depositata un’iniziativa popolare avente questo stesso scopo e sostenuta da 124.772 firme valide. Per precauzione, visti gli esiti delle precedenti votazioni, il 28 giugno il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale degli affari esteri di svolgere una consultazione in merito. Il risultato, come scritto nell’introduzione, è stato presentato venerdì dal presidente della Confederazione Adolf Ogi e dal ministro degli esteri Joseph Deiss.
La solidarietà e gli obiettivi della politica di pace della Svizzera sono le principali motivazioni che i due rappresentanti governativi hanno indicato per giustificare il sostegno. La maggior parte dei partecipanti alla consultazione (25 cantoni su 26, sei partiti sugli otto presenti in Parlamento, sei delle sette organizzazioni economiche e la maggioranza di altre istituzioni e privati che hanno partecipato spontaneamente) si sono infatti espressi a favore dell’adesione, condividendo tali motivazioni.
Le altre conclusioni, tratte dalla consultazione, sono le seguenti: l’adesione permetterebbe alla Svizzera di meglio perseguire i suoi obiettivi di politica estera; l’auto esclusione della Svizzera rimane incomprensibile per molti; l’Onu è un’organizzazione d’importanza decisiva, nonostante conosca problemi e debolezze strutturali; le uniche riserve si concentrano sulla neutralità, sui costi e sulle critiche alla struttura e alle competenze dell’Onu.
Il consigliere federale Deiss ha detto di essere rimasto personalmente “impressionato in modo positivo dalla qualità e dal livello delle conoscenze e dalle valutazioni realistiche in merito all’Onu” di cui hanno dato prova i partecipanti alla consultazione. Inoltre -ha aggiunto il ministro degli esteri- nonostante la constatazione di “diverse debolezze, soprattutto di tipo strutturale, prevalgono le risposte che in queste debolezze vedono un motivo in più per contribuire alla soluzione di questi problemi”.
In merito alle riserve concernenti la neutralità, Deiss ha rilevato che “il Consiglio federale ha ribadito che la Svizzera può partecipare a tutte le misure adottate dall’Onu senza mettere in pericolo la propria neutralità”. Ha però aggiunto che “in questo ambito è ancora necessario un lavoro d’informazione”. Il responsabile della diplomazia elvetica ha anche precisato che i costi dell’adesione, pari a 50-60 milioni di franchi all’anno, sono sopportabili e proporzionali all’entità del bilancio dell’Onu. Infine, “l’appartenenza alle Nazioni Unite non impegna in nessun modo la Svizzera a mettere truppe, armate o non armate, a disposizione di operazioni di mantenimento della pace, dal momento che ogni decisione in merito resta di esclusiva competenza del nostro Paese”.
Il Consiglio federale ha quindi deciso di presentare al Parlamento il messaggio con il quale raccomanda l’accettazione dell’iniziativa popolare “per l’adesione della Svizzera all’Onu” e di sottoporla al voto popolare al massimo entro la metà del 200 e, se possibile, ancora nel corso del 2002.
Silvano De Pietro
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