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Ritirata la denuncia contro il figlio di Gheddafi

Dopo il ritiro della denuncia spetta al procuratore Daniel Zappelli decidere se abbandonare il procedimento a carico di Hannibal Gheddafi e sua moglie Keystone

I domestici di Hannibal Gheddafi e di sua moglie Aline hanno ritirato la denuncia che avevano sporto a Ginevra per maltrattamenti. L'arresto del figlio del leader libico aveva innescato una crisi tra Berna e Tripoli.

Il ritiro della denuncia è stato annunciato dall’avvocato dei due domestici e confermato dal giudice istruttore Michel-Alexandre Graber. Il Dipartimento federale degli affari esteri si è limitato a prendere atto di questo sviluppo, ma non lo ha commentato.

Spetta ora alla giustizia ginevrina decidere se chiudere o no il dossier. In un’intervista rilasciata a metà agosto, il procuratore generale Daniel Zappelli aveva fatto intendere che un eventuale ritiro della denuncia avrebbe portato all’archiviazione del caso. Zappelli dovrebbe pronunciarsi mercoledì.

Indennizzo

«I miei assistiti hanno deciso liberamente dopo aver ben riflettuto» di ritirare la denuncia penale inoltrata agli inizi di luglio, ha dichiarato l’avvocato François Membrez. «I loro interessi sono stati salvaguardati nella misura in cui sono stati correttamente indennizzati. Sono stati riconosciuti quali vittime e le loro sofferenze sono state prese in considerazione».

Nulla trapelerà invece sull’indennizzo versato ai domestici. Le modalità del risarcimento e la loro provenienza «rimarranno confidenziali», ha sottolineato Membrez.

I due, un marocchino e una tunisina, hanno ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo umanitario. Per contro, c’è incertezza sulla sorte del fratello del domestico marocchino. L’uomo è stato arrestato in Libia il 27 luglio scorso e da allora non si hanno più sue notizie. Membrez ha dichiarato che a questo proposito è stata aperta una procedura per «scomparsa forzata» presso l’Alto Commissariato per i diritti umani a Ginevra.

Crisi non ancora rientrata

L’arresto di Hannibal Gheddafi – che ha accusato di maltrattamento le forze dell’ordine elvetiche – ha creato tensioni tra la Svizzera e la Libia.

Tripoli ha minacciato di interrompere le forniture di petrolio alla Confederazione e ha richiesto delle scuse ufficiali e la sospensione della procedura. Le autorità giudiziarie ginevrine hanno però rifiutato di archiviare il caso per motivi politici.

Pochi giorni dopo il fermo dei coniugi Gheddafi, in Libia sono stati arrestati due cittadini svizzeri con l’accusa d’infrazione alle leggi sull’immigrazione e il soggiorno. Dopo intense trattative e il pagamento di una cauzione di 18’000 franchi, i due sono stati liberati. Ancora oggi, però, non hanno il permesso di lasciare la Libia.

La vicenda

Hannibal Gheddafi e la moglie Aline – incinta di nove mesi – erano stati fermati il 15 luglio in un albergo a cinque stelle di Ginevra con l’accusa di aver maltrattato due domestici al loro sevizio.

Hannibal Gheddafi aveva dovuto trascorrere due notti in una cella del Palazzo di Giustizia, mentre la moglie, colta da malore al momento del fermo, era stata ricoverata all’Ospedale universitario di Ginevra. In seguito, la coppia era stata rilasciata dietro cauzione di mezzo milione di franchi.

I coniugi Gheddafi erano giunti a Ginevra il 5 luglio in vista dell’imminente parto e avevano preso alloggio presso l’Hotel Président Wilson. Il giudice istruttore Michel-Alexandre Graber aveva incriminato entrambi per lesioni semplici, minacce e coazione ai danni di due inservienti, una tunisina e un marocchino, che si erano rivolti alla giustizia inoltrando denuncia.

Dopo il pagamento della cauzione – 200 mila franchi per Hannibal e 300 mila per la moglie, sulla quale pesavano le accuse più gravi – la coppia aveva lasciato Ginevra.

swissinfo e agenzie

Hannibal e Aline Gheddafi sono stati denunciati a Ginevra da due domestici per lesioni semplici, minacce e coazione. Il procedimento penale è di esclusiva competenza delle autorità giudiziarie ginevrine.

Il procuratore generale di Ginevra, Daniel Zappelli, ha indicato di non aver mai subito pressioni da parte del Dipartimento federale degli affari esteri, né dalla Missione permanente svizzera alle Nazioni unite.

Zappelli ha sempre respinto l’ipotesi di un’archiviazione del caso per ragioni politiche e diplomatiche.

Il ritiro della denuncia non porterà automaticamente ad una chiusura del dossier. La coazione, uno dei tre capi d’imputazione, è un reato perseguito d’ufficio. Tuttavia, in agosto Zappelli aveva affermato che sarebbe possibile considerare le tre infrazioni nel loro insieme. In questo caso, il ritiro della denuncia estinguerebbe le procedure intentate a Ginevra.

Secondo il portavoce della magistratura ginevrina, la decisione del procuratore generale sarà resa nota mercoledì.

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