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Stranieri criminali: Blocher e Pelli affilano le armi

Invece di cercare di convincere il pubblico, Fulvio Pelli (a sinistra) e Christoph Blocher hanno presentato i loro argomenti. Keystone

Due tenori della politica svizzera, l'ex ministro UDC Christoph Blocher e il presidente del PLR Fulvio Pelli, hanno discusso martedì del futuro dei criminali stranieri in Svizzera. Un dibattito che non ha convinto, lasciando molti interrogativi aperti.

L’ex consigliere federale Christoph Blocher si è recato in missione all’università di Ginevra per difendere l’iniziativa popolare “Per l’espulsione di stranieri che commettono reati”, lanciata proprio dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) nel 2007 e sottoposta al voto popolare il 28 novembre.

Di fronte a lui c’era il presidente del Partito liberale radicale, Fulvio Pelli, a sostegno del controprogetto diretto elaborato dal Parlamento.

Mancava invece, un po’ a sorpresa, un rappresentante del comitato contrario a questi due testi costituzionali. «Come mai l’università ha permesso un dibattito tra la peste e il colera?», ha chiesto inviperito qualcuno dal pubblico.

Tra applausi e fischi

D’altronde, non tutta l’assemblea presente al dibattito – organizzato dalla sezione ginevrina dell’UDC – era schierata con i due politici. Lo prova il fatto che l’arrivo di Christoph Blocher in sala è stato accolto in modo non del tutto caloroso.

«Sui circa 450 partecipanti, ce ne sono almeno 250 che applaudono e 200 che fischiano», ha dichiarato il mio vicino di banco, che si rivela essere il presidente dei giovani UDC ginevrini.

Ad aprire le danze è stato proprio Christoph Blocher, che si è scusato per il suo francese approssimativo. «Straniero, espulso!», gli hanno risposto non senza un po’ di umorismo dalla platea.

Ostacolare la criminalità

L’ex ministro di giustizia ha iniziato col ricordare che gli stranieri rappresentano il 22% della popolazione, ma sono responsabili del 54% delle lesioni corporali gravi o ancora del 62% degli abusi sessuali, almeno secondo le sue statistiche.

«Cosa possiamo fare?», ha chiesto allora Blocher al pubblico. Per lui, la risposta è semplice. Bisogna cacciare dalla Svizzera i criminali. «La prigione non è un ostacolo alla criminalità. L’unico ostacolo, è l’obbligo di lasciare il paese. Per questo abbiamo deciso di lanciare questa iniziativa».

Secondo Blocher, il controprogetto promosso dal governo e approvato da una maggioranza del parlamento ha il solo scopo di contrastare l’iniziativa popolare. «I politici hanno affermato che “in principio sono d’accordo con l’UDC”, ma quando dicono “in principio” significa in realtà che sono contro».

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Iniziativa popolare

Questo contenuto è stato pubblicato al L’iniziativa popolare permette ai cittadini di proporre una modifica della Costituzione. Per essere valida, deve essere sottoscritta da almeno 100’000 aventi diritto di voto nello spazio di 18 mesi. Il Parlamento può decidere di accettare direttamente l’iniziativa. Può pure rifiutarla o preparare un controprogetto. In ogni caso viene comunque organizzato un voto popolare. Per essere…

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Principio di proporzionalità

Da parte sua, Fulvio Pelli ha ricordato che l’espulsione dei criminali è già prevista dalla legge svizzera. Il controprogetto prevede soltanto di inasprire le norme attuali, in modo da rispondere alle preoccupazioni degli oltre 200’000 cittadini che hanno sottoscritto l’iniziativa dell’UDC.

Stando a Pelli, tuttavia, questa iniziativa non è «né precisa, né efficace» e soprattutto non rispetta il principio della proporzionalità. «Non si può condannare ed espellere qualcuno senza tenere conto delle circostanze».

A sostegno della sua tesi, Pelli ha citato l’esempio di una famiglia italiana che da oltre quindici anni vive senza problemi in Svizzera e il cui figlio avrebbe commesso un reato per infrazione alla legge sugli stupefacenti. «Possiamo davvero decretare l’espulsione di questo giovane i cui genitori vivono in Svizzera?», ha chiesto Pelli.

Tante domande, ma poche risposte

Durante il dibattito, i due oratori si sono limitati a recitare il loro credo, tra l’altro facilmente consultabile sul sito dei partiti. Avrebbero almeno potuto portare qualche elemento supplementare, dando risposte precise agli interrogativi che questi due progetti continuano a sollevare.

Ad esempio, si parla spesso degli accordi internazionali che la Svizzera violerebbe in caso di approvazione dell’iniziativa. «Ma di che accordi si tratta esattamente», si è chiesto il pubblico. Una domanda rimasta però senza risposta.

Blocher si è limitato a spiegare che questo problema non esiste, citando l’esempio della Danimarca (1’500 espulsioni lo scorso anno), o della Francia, che ha cacciato i rom «anche se non avevano commesso reati». Dal canto suo, Fulvio Pelli ha citato degli esperti in diritto per tornare una volta di più sulla questione della «proporzionalità». Almeno, i due politici – entrambi dottori in diritto – sono d’accordo su un punto: il margine di interpretazione dei giuristi è molto molto ampio…

Altra questione sensibile sollevata dal pubblico: «Cosa fare quando uno stato terzo non accetta di accogliere i criminali stranieri espulsi dalla Svizzera?». Anche qui, il pubblico non ha avuto l’occasione di ascoltare una risposta ferma e definitiva.

In fin dei conti, il dibattito organizzato a Ginevra ha semplicemente permesso agli uni e agli altri di rafforzare le proprie posizioni, senza però convincere.

Il 28 novembre, il popolo svizzero è chiamato a pronunciarsi sull’iniziativa UDC “Per l’espulsione di stranieri che commettono reati”.

Il testo prevede la revoca del diritto di soggiorno in Svizzera agli stranieri che hanno commesso determinati reati. Questi vanno dalla violenza carnale, alla rapina, dalla tratta di esseri umani al traffico di stupefacenti, passando per gli abusi nelle prestazioni sociali.

I cittadini dovranno anche pronunciarsi su un controprogetto, approvato da governo e parlamento, che persegue gli stessi obiettivi ma differisce su due punti fondamentali.

Da un lato, il testo ricorda che la Confederazione, i cantoni e i comuni devono fare di tutto per promuovere l’integrazione degli stranieri in Svizzera.

Dall’altro, precisa che il rinvio degli stranieri deve essere fatto «nel rispetto dei diritti fondamentali e dei principi di base della Costituzionale e del diritto internazionale».

Secondo i calcoli dell’Ufficio federale della migrazione (UFM), con le disposizioni vigenti, in media ogni anno sono espulsi dalla Svizzera 350-400 stranieri che hanno commesso reato. Se il 28 novembre fosse accettata l’Iniziativa espulsione, stima che il loro numero salirebbe a circa 1’500, se fosse accettato il controprogetto passerebbe invece a 750-800. Nella nota pubblicata l’11 ottobre, l’UFM precisa che “entrambe le stime tengono conto solo approssimativamente dell’abuso dell’aiuto sociale e delle assicurazioni sociali”.

Ginevra

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