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“Una catastrofe politica”

Il 18 maggio 2003 potrebbero esserci ben nove temi in votazione. Una giornata mostruosa per cittadini, partiti e mass media.

Molti critici temono una campagna superficiale e un comportamento elettorale dei cittadini poco differenziato. Un carico eccessivo?

“Se saremo chiamati ad esprimerci su nove oggetti in un weekend, sarà una catastrofe politica”, dice a swissinfo il politologo Claude Longchamp, direttore dell’istituto di ricerca Gfs.

L’istituto Gfs è specializzato nell’analisi degli appuntamenti elettorali federali. Un lavoro piuttosto importante in un paese dove, grazie alla democrazia diretta, si è chiamati alle urne 3-4 volte all’anno.

In media, il popolo svizzero esprime la propria opinione su un paio d’iniziative o referendum all’anno. Il 18 maggio 2003 potrebbe invece uscire dagli schemi. È infatti prevista la votazione su 7 iniziative e 2 referendum. Una delle agende più fitte di tutti i tempi.

Sfida o sovraccarico?

“Una tale situazione non si verifica dal 1866”, constata Hans-Urs Willi, responsabile della sezione diritti politici alla cancelleria federale di Berna. Secondo Willi non si tratta tuttavia di un carico eccessivo anche se, “certamente, sarà una grande sfida per ogni cittadino”.

D’altro avviso Claude Longchamp. “È esagerato! Non soltanto per chi si recherà alle urne ma pure per i media che, per ogni oggetto, dovranno cercare di informare la popolazione in maniera equilibrata”.

Il politologo ritiene poi che il comportamento dei votanti rischia di essere “molto poco differenziato: si formeranno dei blocchi di chi voterà sempre a destra o a sinistra”, senza cioè entrare davvero nel merito delle singole questioni. In sostanza: semplificazione, appiattimento, superficialità. Secondo Longchamp, “un disastro per la democrazia diretta”.

PPD e PS piuttosto critici

Reto Nause, segretario generale del Partito popolare democratico (Ppd), arriccia il naso. “Sarà molto difficile che i partiti possano spiegare a larghe fasce di cittadini le loro posizioni su ogni singolo oggetto in votazione”.

E come guardano al 18 maggio 2003 i socialisti? “Anche con un certo scetticismo”, sottolinea Jean-Philippe Jeanneret, portavoce del Ps. “È una bella pretesa pensare che popolo e partiti preparino opportunamente un pacchetto di ben 9 oggetti”.

PRD e UDC un po’ meno

“Un buon esempio dell’incapacità a pianificare da parte del Consiglio federale”, valuta Aliki Panayides, segretaria generale dell’Unione democratica di centro (Udc). Ma non vuol sentir parlare di un carico eccessivo.

“Il cittadino deve essere adeguatamente informato ed è nostro compito fare in modo che lo sia”. I partiti borghesi sono d’altronde intenzionati a suddividersi le responsabilità della campagna in funzione dei temi che li vedranno schierati dalla stessa parte.

“Il popolo non è stupido come alcuni vorrebbero far credere”, sottolinea Guido Schommer, segretario generale del Partito radicale svizzero (Prd). “Si tratta inoltre di oggetti abbastanza semplici, giudicabili quindi anche in un pacchetto”.

Ingorgo temporale

All’origine di questo insolito ingorgo la reazione delle autorità dopo l’iniziativa “per accelerare la democrazia diretta”, respinta dal popolo nel marzo del 2000. Una proposta che intendeva sveltire i tempi tra il deposito di un’iniziativa e la relativa votazione.

Nonostante il no popolare, il Consiglio federale decise di dar seguito al testo introducendo un limite massimo di 10 mesi tra i dibattiti parlamentari e la votazione.

E dunque, visto che in ottobre 2003 sono pure previste le elezioni federali, parecchi temi dovranno essere sbrigati con l’appuntamento di maggio. In questo senso, il governo ha le mani legate.

Forse “solo” 5 oggetti

È tuttavia ancora possibile che “il menu” sia almeno parzialmente alleggerito.

Le votazioni sull’iniziativa “per le domeniche” e quella “per delle pigioni corrette” potrebbero essere posticipate ad altra data. Entrambe sono state depositate prima della definizione delle nuove norme sui tempi e dunque possono essere gestite in maniera più rilassata.

Poca chiarezza c’è pure in merito ai due referendum riguardanti l’esercito e la protezione civile. Nei due casi, i termini per la raccolta delle firme scadono il prossimo 23 gennaio. Ma, a tutt’oggi, non è ancora certo che i comitati referendisti riescano ad ottenerne un numero sufficiente per portare il tema davanti al popolo.

Se però, e questa è invece una certezza, i due referendum dovessero riuscire, dovranno essere votati il 18 maggio, così che le eventuali modifiche possano entrare in vigore il 1. gennaio 2004. Parola di Annemarie Huber-Hotz, cancelliera della Confederazione.

Christian Raaflaub, swissinfo
(traduzione e adattamento Marzio Pescia, swissinfo)

Possibili temi in votazione:
parità diritti disabili;
moratoria più (nucleare);
energia senza atomo;
prezzi della salute;
posti di tirocinio;
domeniche senz’auto;
per pigioni corrette;
esercito XXI;
protezione civile e popolazione.

Il prossimo 18 maggio i temi in votazione saranno al massimo nove.

Mentre l’amministrazione federale parla di una grande sfida per il popolo, altri esperti temono il sovraccarico di cittadini, partiti e media. Ciò potrebbe portare alla semplificazione e alla banalizzazione degli oggetti.

Ma il governo ha poca scelta: è giuridicamente costretto a portare la maggior parte di questi temi davanti al popolo proprio quel giorno.

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