Zurigo persevera in materia di asilo

La città di Zurigo ha prolungato fino al termine del 2005 il progetto pilota che prevede la creazione di lavori di utilità pubblica per i richiedenti l’asilo.
L’esempio zurighese è seguito da alcune città della Svizzera tedesca, ma non dalla Romandia.
Per un salario simbolico di 300-400 franchi mensili, i rifugiati di Zurigo hanno la possibilità di svolgere mansioni di utilità pubblica, come ad esempio lavori di manutenzione nelle scuole, negli ospedali, negli istituti di cura o sui mezzi pubblici.
In due anni, sono circa 300 i richiedenti l’asilo che sono stati impiegati dal municipio della città sulla Limmat.
Un progetto che trova il pieno sostegno del governo zurighese: “L’esecutivo sostiene interamente il progetto”, precisa Monika Stocker, responsabile degli affari sociali della città.
Il bilancio stilato è talmente positivo, che le autorità hanno deciso di prolungare il progetto pilota fino al termine del 2005.
“Il budget totale dal lancio del progetto è così passato a 1,83 milioni di franchi”, indica Thomas Schmutz, portavoce di “Asyl Organisation Zürich”.
Il credito supplementare deve però ancora essere approvato dal parlamento cittadino.
Benefici per tutti
Attualmente, 110 stranieri prendono parte al progetto e una trentina sono sulla lista di attesa.
La durata media dell’occupazione è di 4,75 mesi. A spiegazione della limitatezza del periodo d’impiego, il portavoce dell’organizzazione a sostegno dei rifugiati avanza varie ragioni: “Il 7,4% dei partecipanti hanno trovato un lavoro fisso, il 10,6% è stato integrato a un programma di formazione o occupazionale, il 9,8% è stato rispedito nel Paese d’origine e il 12,3% è scomparso nella clandestinità”, spiega Schmutz.
Oltre a dare una possibilità ai rifugiati di rendere un servizio alla società che li accoglie, Monika Stocker sottolinea come “il programma contribuisca a distendere il clima che si è deteriorato dopo l’arrivo di Christoph Blocher al Dipartimentoi federale di giustizia e polizia”.
Uno studio sui primi 18 mesi del progetto pilota è inoltre giunto alla conclusione che attraverso questi lavori, i richiedenti l’asilo acquistano maggiore stima di se stessi e la loro immagine presso la popolazione migliora.
Progetti a Berna e a San Gallo
Sebbene la stampa e numerosi cantoni avevano manifestato un marcato interesse all’epoca del suo lancio il 31 gennaio 2003, il programma per i richiedenti l’asilo di Zurigo ha trovato pochi emuli.
Schmutz precisa che “numerosi comuni si sono detti interessati”, ma soltanto Berna e San Gallo hanno intrapreso progetti pilota simili.
Il municipio della capitale, che sostiene il programma con 100’000 franchi all’anno, prevede addirittura di farne un punto forte della sua politica in materia di stranieri. L’anno scorso, sono stati creati 20 impieghi e dieci altri sono in previsione, anche grazie ai contributi cantonali.
Berna ingaggia già da una decina d’anni da 5 a 10 rifugiati nel quadro di programmi occupazionali finanziati dalla Confederazione.
La città di San Gallo prevede dal canto suo la creazione di 20 di posti, i quali saranno finanziati anche dal comune. Il progetto sarà prossimamente sottoposto al parlamento per l’approvazione.
Grazie ai finanziamenti federali, Basilea propone invece programmi per una cinquantina di persone dall’inizio degli anni ’90.
Non adatti alla Romandia
“L’iniziativa zurighese non è affatto adatta per la Svizzera romanda, dove il dibattuto si è focalizzato sul rimpatrio dei “sans-papier” e dei clandestini”, osserva la responsabile della sicurezza sociale di Losanna Silvia Zamora.
“In Romandia, il problema principale è la disoccupazione”, constata Manuel Tornare del dipartimento degli affari sociali di Ginevra.
Con l’eccezione del Vallese, i cantoni romandi seguono piuttosto un approccio integrativo, accordando più facilmente i permessi di lavoro ai richiedenti l’asilo.
“Al contrario di Zurigo, che adotta invece, in questo senso, una politica più restrittiva”, indica Denise Efionayi, vice direttrice del Forum svizzero per lo studio delle migrazioni.
Un messaggio positivo
L’iniziativa di Zurigo in materia di richiedenti l’asilo è, secondo il portavoce dell’Ufficio federale della migrazione (UFM), un messaggio positivo per i cantoni che sostengono i progetti di utilità pubblica.
Un impegno importante, siccome “il 17% dei rifugiati della Svizzera si trovano proprio in questo cantone”, prosegue il portavoce dell’UFM.
L’anno scorso, la Confederazione ha versato 16 milioni di franchi e i cantoni 8 milioni per sostenere i programmi occupazionali.
swissinfo e agenzie
La città di Zurigo ha deciso di prolungare il suo progetto pilota (lanciato nel gennaio 2003) di creazione di impieghi di utilità pubblica per i richiedenti l’asilo, fino al termine del 2005.
Soltanto le città di Berna, San Gallo e Basilea hanno finora seguito l’esempio zurighese.
La realtà della Svizzera romanda non è invece adatta a questo tipo di iniziativa.
1,83 milioni di franchi il budget complessivo del progetto pilota di Zurigo per i suoi rifugiati.
In totale, 300 richiedenti l’asilo sono stati ingaggiati per un salario mensile di 300-400 franchi.
Il canton Zurigo ospita il 17% dei rifugiati della Svizzera.

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