La novità del voto per gli italiani all’estero

Gli italiani all'estero si esprimono per corrispondenza su due referendum in votazione il 15 giugno. Battesimo del voto anche per la comunità italiana in Svizzera.
Il debutto alle urne avviene su temi che rischiano di non ottenere il quorum.
Storico appuntamento con le urne il 15 giugno per italiani all’estero. Per la prima volta votano per corrispondenza e lo devono fare entro il 5 giugno.
L’attesa nella comunità italiana in Svizzera inizia a manifestarsi. Dopo l’euforia, alla fine del dicembre di due anni fa per la promulgazione della legge che ha istituito il voto per corrispondenza, il debutto avviene in un referendum dato per morto prima ancora del suffragio nella stessa Italia.
Nella Confederazione il battesimo alle urne viene percepito anche come un’occasione per ridare slancio alle rivendicazioni sul riconoscimento della partecipazione politica degli stranieri a livello comunale.
Debole entusiasmo
Tiepida l’attesa alla vigilia del debutto alle urne all’interno della comunità italiana in Svizzera, che conta poco più di 525 mila iscritti all’anagrafe consolare, secondo i dati del Ministero italiano degli esteri, aggiornati al gennaio 2001.
Una tendenza contrastante con le indicazioni del Ministero per gli Italiani nel mondo che, in base ad un sondaggio realizzato gli scorsi mesi di febbraio e marzo in dieci Paesi tra i quali anche la Svizzera, fanno stato di un’intenzione di voto del 59 per cento.
Don Antonio Spadaccini, editore a Zurigo del Corriere degli Italiani (28 mila copie mensili e 9 mila settimanalmente inviate ai soli abbonati), da 41 anni rivista dell’emigrazione italiana d’area cattolica in Svizzera: “Mi auguro che ci sia l’attesa dell’esercizio di questo diritto del voto per corrispondenza, perché non noto un grandissimo entusiasmo.
“Sta a noi però anche suscitare quest’interesse e questa volontà di far vedere che si partecipa in forme diverse ma vere, ovunque ci troviamo come cittadini”.
L’assenza d’entusiasmo per l’appuntamento elettorale è evidente nella stessa Italia, dove ci s’interroga sulle possibilità di raggiungere il quorum. Molto dipenderà dal meteo. Il calendario non è dei più favorevoli. Sulla bilancia degli italiani l’impegno elettorale o la tintarella al mare dell’ultima domenica di primavera
Gli oggetti del referendum
Due gli oggetti del referendum in votazione. Il primo tema concerne la proposta del governo di riformare lo Statuto dei lavoratori, ossia l’articolo 18 della legge 300 del 20 maggio 1970, che tutela i lavoratori da licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo.
L’altro oggetto propone l’abrogazione della servitù del passaggio delle linee elettriche.
Due temi che, a prima vista, appaiono difficili, lontani, prettamente nazionali, privi d’effetti diretti sulla vita degli italiani emigrati nel mondo. Anche se in un periodo di accelerate trasformazioni economiche, sociali e politiche, l’interesse per il diritto del lavoro dovrebbe essere generale, considerato anche l’acutizzarsi del conflitto fra le parti sociali.
Lo stesso si può dire per il secondo oggetto referendario. L’abrogazione della servitù del passaggio delle linee elettriche va contestualizzata nell’inquinamento elettromagnetico, un problema di salute pubblica che ci coinvolge tutti.
Informazione elettorale carente
Come mai, allora, di fronte a temi d’interesse generale, la febbre per il battesimo del voto per corrispondenza degli italiani in Svizzera è così bassa?
Pasquale Sacino è direttore di Rinascita, settimanale di centro-destra che da sette anni si stampa a Bienne in 19 mila copie: “Gli elettori sono poco informati. L’informazione più che altro viene dalle reti televisive italiane, Rai e Mediaset. Di conseguenza la stessa confusione che c’è in Italia c’è qui in Svizzera.
“Secondo me – prosegue il direttore di Rinascita – quest’appuntamento elettorale viene nel momento sbagliato, poiché per noi è la prima volta e siccome potrebbe essere anche un test per coloro che non vedevano di buon occhio questo diritto, sicuramente produrrà dei risultati molto negativi nel tasso di partecipazione al voto”.
Il voto agli stranieri
La comunità italiana in Svizzera si è molto ridotta negli ultimi decenni. Attualmente sono all’incirca 230 mila i cittadini con la sola nazionalità italiana ed altrettanti quelli naturalizzati anche svizzeri.
Il debutto elettorale degli italiani all’estero è vissuto dalla comunità presente nella Confederazione come un’occasione per ridare slancio alle decennali rivendicazioni per il riconoscimento del diritto di voto ed eleggibilità per tutti gli stranieri a livello comunale.
Un’esigenza sentita soprattutto dalle giovani generazioni, più radicate nella realtà elvetica rispetto ai genitori, come rileva Emidio Bulla, direttore de L’ECO, settimanale pluralista, stampato a Basilea da 37 anni in 38 mila copie, 6 mila delle quali spedite alla comunità italiana della confinante Germania.
“Spero che la gente vada a votare, nonostante la situazione anomala. Sarebbe un segnale per dimostrare la voglia di partecipare alla gestione della cosa pubblica anche a livello comunale in Svizzera”.
swissinfo, Sergio Regazzoni
Storico appuntamento con le urne domenica 15 giugno per gli italiani all’estero.
Per la prima volta circa quattro milioni di loro, iscritti all’anagrafe consolare, voteranno per corrispondenza ed un ottavo circa lo faranno in Svizzera.
Il voto per corrispondenza va espresso dieci giorni prima dello scrutinio in Italia.
525.383, gli italiani in Svizzera iscritti all’anagrafe elettorale
3.990.295, gli italiani all’estero coinvolti nel battesimo delle urne
59 %, le intenzioni di voto degli italiani all’estero secondo un sondaggio del Ministero per gli Italiani nel mondo

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