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Sì degli Stati alle missioni per il mantenimento della pace

Potranno essere armati i soldati svizzeri in zone di crisi all'estero Keystone

Soldati svizzeri armati potranno essere impiegati all'estero. Anche il Consiglio degli Stati è favorevole a missioni nel quadro di operazioni per il mantenimento della pace.

Dopo il via libera dato dai colleghi del Consiglio nazionale lo scorso marzo, anche i senatori hanno approvato senza troppi patemi d’animo la revisione della legge sull’esercito volta a permettere la partecipazione di militi svizzeri in operazioni per il mantenimento della pace in zone di crisi. Un’approvazione avvenuta addirittura all’unanimità, ciò che costituisce un vero successo per il ministro della difesa Adolf Ogi.

Al Nazionale il dibattito era stato ben più infuocato e l’opposizione della destra nazionalista paladina della neutralità assoluta da una parte, e della sinistra antimilitarista dall’altra, aveva determinato un sì molto meno convincente (86 a 49) e parecchie astensioni (30).

La revisione della legge permette al nostro paese di dare un attivo contributo agli sforzi internazionali di pace e di stabilità, ha rilevato Ogi.

D’accordo con il ministro e allo scopo di garantire un più largo consenso al progetto, il Consiglio degli Stati ha ripreso la proposta socialista di delimitare l’impiego dei soldati a missioni condotte da organizzazioni internazionali, proposta che era stata bocciata al Nazionale.

Le truppe svizzere potranno così intervenire soltanto in operazioni sotto l’egida dell’ONU o dell’OSCE, ma non potranno dare seguito a richieste d’aiuto inviate da Stati dove nessuna organizzazione internazionale è presente sul posto.

Tra i senatori la questione della neutralità non ha suscitato grandi discussioni. Anche tra le file dei rappresentanti dell’UDC l’impegno in favore della pace è stato giudicato sostanzialmente compatibile con questo tradizionale e antico principio della politica estera elvetica. Neppure il problema dell’armamento dei soldati e della competenza decisionale ha dato luogo agli scontri osservati al Nazionale.

Secondo la legge spetta esclusivamente al Consiglio federale stabilire l’equipaggiamento necessario per l’autodifesa e per il compimento della missione. Tuttavia, nel caso in cui vengano impiegati più di cento militari e la durata della missione superi le tre settimane l’approvazione del parlamento sarà indispensabile.

Il progetto di legge ritorna sui banchi del Nazionale dove gli esponenti della destra nazionalista avevano già paventato il ricorso al referendum.

Luca Hoderas

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