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Affare Gheddafi: la Libia riparte all‘attacco

La Libia accusa la Svizzera di essere responsabile dell'escalation che ha portato alle cattive relazioni fra i due Paesi. Il sito internet del ministero degli esteri di Tripoli elenca 27 punti controversi sorti dopo il 15 luglio, data dell'arresto a Ginevra di Annibal Gheddafi, figlio del leader libico Muammar.

Il documento, pubblicato in arabo, è stato scoperto giovedì da Hasni Abidi, direttore del Centro studi del mondo arabo e mediterraneo (CERMAM) di Ginevra.

Alla radio svizzera romanda RSR, Abidi ha spiegato che si tratta di un documento confidenziale di quattro pagine, inviato dalla Libia al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). Quest’ultimo ha reagito con un laconico “no comment”.

Fra i punti controversi, lo specialista della vicenda libica cita la mancata collaborazione fra il DFAE e Ginevra, la pubblicazione delle foto segnaletiche di Annibal Gheddafi e la dichiarazione del futuro consigliere federale Didier Burkhalter sull’eventuale uso della forza per liberare i due ostaggi svizzeri in Libia.

Secondo Abidi, «i libici si stanno innervosendo». «Vogliono iniziare una nuova offensiva, sia legale che di comunicazione, e mostrano le proprie ragioni per l’irrigidimento della situazione».

L’esperto ritiene che «si è ritornati al punto di partenza». «Tripoli prova di tutto, con una doccia calda e con una doccia fredda, per vedere le reazioni di Berna».

swissinfo.ch e agenzie

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