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Botta e risposta tra PPD e UDC sull’agricoltura

Minareti, formazione professionale e agricoltura sono stati al centro del congresso del PPD sabato a Dietikon. Il partito ha respinto l'iniziativa anti-minareti e ha ribadito il suo impegno affinché la Svizzera disponga della «miglior scuola del mondo». Riuniti a Wauwil, invece, i delegati dell'UDC hanno criticato la ministra dell'economia PPD Doris Leuthard per la sua politica in ambito agricolo.

Con 274 voti a 7 e 45 astenuti, i delegati del Partito popolare democratico invitano la popolazione a respingere l’iniziativa che intende vietare la costruzione di minareti in Svizzera, in votazione il 29 novembre. «Questo testo provocatorio infonde paura nell’animo della gente e si fa beffe della libertà religiosa», hanno affermato i democristiani riuniti a Dietikon (Zurigo), secondo cui i sostenitori «usano la religione a fini politici».

Parole dure sono state pronunciate anche nei confronti di determinati ambienti agricoli. Pur ricordando il sostegno che il partito non intende far mancare ai contadini, il presidente Christophe Darbellay ha tuttavia specificato che i problemi attuali «non si risolvono lanciando stivali e insultando, ma rimboccandosi le maniche». «Chi non si dissocia da quel manipolo di esaltati è complice», ha concluso Darbellay a proposito della protesta inscenata dagli agricoltori la scorsa settimana a Saignelégier contro Doris Leuthard.

Polemiche a parte, piatto forte della giornata è stato la formazione professionale. Il Partito popolare democratico intende rafforzare il sistema duale (formazione e lavoro), vera e propria chiave del successo svizzero e in grado di dare un futuro ai giovani.

Dal canto loro, i delegati dell’Unione democratica di centro (UDC) hanno ribadito che l’accordo di libero scambio agricolo con l’Unione europea minaccia l’esistenza dei contadini svizzeri e hanno invitato il governo ad interrompere le trattative in corso. «I negoziati avviati da Doris Leuthard con Bruxelles altro non sono che un ulteriore passo verso l’adesione», ha detto Toni Brunner aprendo il congresso sabato a Wauwil, nel canton Lucerna.

«Siamo il partito che gode del maggior sostegno tra i contadini e dovremmo essere noi a dare il la per la politica in questo settore», ha aggiunto Brunner. Il congresso democentrista ha quindi adottato all’unanimità una risoluzione per proteggere e promuovere la produzione indigena. Nel mirino dell’UDC vi sono soprattutto l’UE e l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO), accusati di promuovere una liberalizzazione che conduce a prezzi troppo bassi.

swissinfo.ch e agenzie

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