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Esercito: oltre un miliardo per risanare l’ambiente

L'esercito svizzero dovrà spendere nei prossimi anni oltre un miliardo di franchi per bonificare impianti e terreni che ha gravemente inquinato in passato. Nel Catasto dei siti inquinati allestito del Dipartimento federale della difesa (DDPS) figurano 1500 luoghi "problematici" censiti a partire dal 2005.

La voce principale dei luoghi inquinati sono gli impianti per il tiro: il catasto elenca 330 terreni in cui finiscono i proiettili, contaminati da piombo. L’elenco comprende anche discariche selvagge, resti di lanciafiamme e vecchi serbatoi che minacciano infatti gravemente la falda freatica.

Nel secolo scorso, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’esercito svizzero ha inoltre gettato in diversi laghi svizzeri ingenti quantità di munizioni o residui di munizioni in esubero o danneggiati. Dopo l’esplosione di un deposito di 7’000 tonnellate nel dicembre 1947 a Blausee-Mitholz, che causò la morte di nove persone, i responsabili delle forze armate decisero infatti di depositare questo tipo di materiale bellico sul fondale degli specchi d’acqua elvetici e in particolare del Lago di Thun.

Dal 1945 al 1964 l’esercito ha affondato nelle acque dei laghi elvetici bombe d’aviazione, granate, normali cartucce e residui di esplosivi. Sono pure stati accertati casi nei quali le forze armate hanno depositato rifiuti speciali in discariche (per esempio a Bonfol, nel canton Giura).

Nel Catasto del DDPS Il cantone più colpito è Berna, con oltre 400 siti inquinati di cui 50 a Thun, sede di una piazza d’armi. Fra i cantoni che lo seguono nella poco rallegrante classifica, con un numero di siti inquinati tra 100 e 199, figura anche il Ticino, insieme a Friburgo, Vaud, Zurigo e San Gallo. Secondo le informazioni pubblicate domenica dalla SonntasZeitung e confermate da un portavoce del DDPS, per bonificare questi siti inquinati è prevista una spesa di almeno 1 miliardo di franchi.

swissinfo.ch e agenzie

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