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Non servono altri aerei

Keystone

La discussione sull'acquisto degli aerei da combattimento entra nel vivo. Secondo Hans-Ulrich Ernst, ex segretario generale del Dipartimento federale della difesa, la flotta aerea svizzera intende anche salvaguardare se stessa.

Il rinnovo dell’aviazione militare scalda di nuovo gli animi in Svizzera. È un déjà vu. Anche nel 1994 la votazione sull’iniziativa del Gruppo per una Svizzera senza Esercito (GSsE) contro l’acquisto degli F/A-18 aveva fatto scorrere fiumi di inchiostro.

Per sostituire i 54 Tiger, ritenuti obsoleti, il governo elvetico ha stanziato 2,2 miliardi di franchi per comperare inizialmente 33 nuovi jet, ridotti in seguito a 22.

La recente proposta del ministro svizzero della difesa Ueli Maurer di rimandare la decisione sul rinnovo dell’aviazione militare non fa l’unanimità.

Nel corso della conferenza stampa di giovedì 22 ottobre il Consiglio federale ha comunicato che non vuole rinunciare all’acquisto di nuovi aerei da combattimento e che intende rispettare le scadenze fissate.

swissinfo.ch: Perché servono degli aerei da combattimento alla Svizzera?

Hans-Ulrich Ernst: Per me non è una questione di soldi, ma piuttosto di sicurezza. Il solo pericolo nei prossimi 10-15 anni è rappresentato dall’invasione dello spazio aereo nazionale da parte di un terrorista. Si tratta di garantire la sicurezza di eventi quali il WEF a Davos o l’Euro08. Per questi compiti bastano i 33 F/A-18.

swissinfo.ch: Ne è sicuro?

H.U.E.: Dal primo settembre la flotta nazionale tedesca su incarico della Nato sorvola la regione del Baltico con quattro Eurofighter. Questo spazio aereo è quattro volte più grande di quello svizzero e si trova inoltre sulla frontiera di Schengen, una zona a rischio.

Si potrebbe obiettare che gli Eurofighter sono più moderni rispetto agli F/A-18. Dal primo novembre però questa regione sarà sorvegliata da una squadra di veivoli del tipo Phantom. Questi ultimi sono più vetusti degli F/A-18.

Un altro esempio ci arriva dall’Austria. Lo spazio aereo di questo paese è due volte più grande di quello elvetico. Per garantirne la sicurezza bastano quindici Eurofighter austriaci.

Non è la velocità o l’armamento, bensì i radar a rendere maggiormente efficace la sicurezza aerea.

swissinfo.ch: L’aviazione svizzera afferma che senza nuovi jet non le sarà più possibile svolgere la sua missione…

H.U.E.: È un trend rossocrociato. È noto che il popolo svizzero è il più assicurato al mondo. Abbiamo la tendenza ad assicurarci tre o quattro volte per la stessa cosa.

Quest’attitudine la ritroviamo anche nell’esercito elvetico, il quale è sproporzionato se lo paragoniamo a quello di Finlandia, Svezia o Austria.

swissinfo.ch: Ha quindi dei dubbi in merito alle valutazioni sulla sicurezza fatte dalle Forze aeree svizzere?

H.U.E.: Stando all’esercito, per fare il punto della situazione non si possono interpretare le intenzioni, ma unicamente il potenziale.

Si giunge così a pensare unicamente alle ipotesi peggiori. Così tutto ciò che avviene o potrebbe avvenire nel mondo, viene messo in relazione con la sicurezza nazionale.

Dal punto di vista politico, questi scenari non bastano. Ne servono altri, più verosimili, e non quelli presentati dall’attuale comandante della flotta svizzera. Egli un anno e mezzo fa giustificava l’acquisto di nuovi aerei da combattimento con la penuria di acqua nel mondo.

swissinfo.ch: Quali sono secondo Lei i veri motivi per cui è necessario l’acquisto dei nuovi jet?

H.U.E.: Le carriere e circa 200 posti di lavoro.

La mancata sostituzione degli aviogetti Tiger, concepiti negli anni sessanta e settanta del secolo scorso e dotati di tecnologie obsolete, significherebbe una riduzione dei piloti professionisti e del personale a terra.

Non è mia intenzione svalutare questi posti di lavoro, ma gli investimenti per la difesa nazionale non possono trovare unicamente questa giustificazione. Molte aziende in Svizzera hanno dovuto ridurre ultimamente i propri effettivi.

swissinfo.ch: Presto verrà pubblicato il rapporto sulla politica di sicurezza 2009. Quali raccomandazioni fa alle Forze aeree svizzere?

H.U.E.: Le valutazioni per l’acquisto di nuovi aerei o di un’automobile nuova sono pressoché uguali. Comperarli troppo presto, ne riduce in fretta il valore. Per gli F/A-18 si prevede ancora una durata di vita di 10-15 anni.

Quando sarà necessario sostituire gli F/A-18, ci saranno sul mercato altri aerei che risponderanno meglio alle esigenze di sicurezza dello spazio aereo svizzero.

Corinne Buchser, swissinfo.ch
(Traduzione e adattamento dal tedesco: Luca Beti)

Il Consiglio federale ha deciso di non rinunciare all’acquisto di nuovi aerei da combattimento per sostituire i Tiger e di rispettare le scadenze fissate.

Il Dipartimento federale della difesa (DDPS) trasmetterà una proposta sul tipo di apparecchio da acquistare fra i tre modelli in esame.

Il governo ha riconosciuto la difficile situazione finanziaria dell’esercito e ha incaricato il DDPS di fare il punto nel rapporto sulla politica di sicurezza.

Gli aerei presi in considerazione sono i velivoli «Rafales» prodotti dal gruppo francese Dassault, gli «Eurofighters» del gruppo europeo EADS e i «Gripens» del gruppo svedese Saab.

Nella primavera del 2010 dovrebbe essere disponibile, parallelamente al rapporto, un documento sulla scelta del tipo di aereo.

Stando all’ex capo dell’esercito Christophe Keckeis i compiti delle forze armate non possono più essere svolti con i mezzi attualmente a disposizione. E i costi per l’acquisto di nuovi aerei da combattimento sono prevedibili: più si aspetta, e più aumentano, ha osservato alla NZZ am Sonntag.

Il presidente della commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale, Bruno Zuppiger (UDC/destra nazionalista), è preoccupato per la mancanza di mezzi a disposizione delle forze armate e ha sottolineato che i nuovi aerei da guerra sono necessari.

Zuppiger ha osservato ai microfoni di radio DRS che sono stati commessi errori nel calcolo dei costi per i nuovi velivoli. Dai 6 miliardi di franchi iniziali si è passati a 2,2 miliardi, mentre “i costi reali dovrebbero oscillare tra i 3 e i 4 miliardi”.

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