Prospettive svizzere in 10 lingue

Il popolo vuole l’UDC, ma non Blocher, in governo

Keystone

Se i membri dell'esecutivo svizzero fossero eletti dal popolo, l'UDC tornerebbe in governo, ma probabilmente con una donna: Rita Fuhrer. L'ex ministro Christoph Blocher, estromesso un anno fa, invece, resterebbe fuori. Questo secondo un sondaggio. Il partito, intanto, non esclude di presentare una doppia candidatura.

Mentre si avvicina il giorno dell’elezione per la successione del ministro dimissionario Samuel Schmid, il 10 dicembre, congetture, ipotesi e prese di posizione dei partiti si moltiplicano. In mezzo alle speculazioni mediatiche, domenica è intervenuto un sondaggio effettuato per conto dei settimanali “SonntagsBlick” e “Matin Dimanche”, che ha tastato il polso all’opinione pubblica.

È così emerso che il 51,6% degli svizzeri ritiene che il seggio lasciato vacante da Schmid spetti all’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice). Ma il più grande partito della Svizzera dovrebbe tornare in governo senza l’ex ministro di giustizia e polizia, che un anno fa il parlamento non aveva più rieletto. Oltre i due terzi di tutti gli intervistati, infatti, non ne vogliono più sapere di lui.

L’ex ministro resterebbe a casa anche se il nuovo consigliere federale fosse designato solo dai fautori del ritorno dell’UDC in governo. Fra la rosa dei candidati attuali in seno al partito, infatti, si impone Rita Fuhrer con il 15,9% delle preferenze degli intervistati, mentre l’ex ministro è secondo con il 14,5%. Staccati tutti gli altri pretendenti.

I gruppi parlamentari affilano le armi

Il popolo non avrà però voce in capitolo nell’elezione del 10 dicembre, poiché i membri del governo sono eletti dalle Camere federali riunite in assemblea. I giochi si fanno dunque a livello parlamentari. Così i gruppi partitici stanno preparando strategie e alleanze.

I Verdi tentano di rovinare nuovamente la festa all’UDC. Il loro gruppo alle Camere ha già deciso venerdì di lanciare nella corsa il senatore vodese Luc Recordon. Secondo gli ecologisti, occorre “un’alternativa” all’UDC. A loro avviso, sarebbe inutile eleggere un altro esponente democentrista, se poi cavalcherebbe l’onda di Blocher. Altrimenti “coloro che sono usciti dalla porta il 12 dicembre 2007, rientreranno dalla finestra il 10 dicembre 2008”, ha detto Recordon.

Il gruppo popolare democratico – che comprende anche i deputati evangelici e gli ecoliberali – lo stesso giorno si è invece espresso a favore del ritorno dell’UDC in governo. Annuncerà però la posizione definitiva solo il 9 dicembre, dopo avere ascoltato i candidati ufficiali.

Il gruppo socialista ha fatto sapere di avere esaminato la questione e deciso di attendere le candidature ufficiali. Sulla base di queste ultime, proseguirà le discussioni nella sua seduta del 2 dicembre.

Pure in attesa delle candidature ufficiali è il gruppo liberale radicale. Il presidente del PLR svizzero Fulvio Pelli, ha tuttavia messo i puntini sulle i esigendo che l’UDC spieghi chiaramente perché vuole tornare in governo.

Una richiesta applaudita dal presidente della Confederazione Pascal Couchepin, che si è inaspettatamente introdotto nel dibattito venerdì tramite interviste alla stampa. Il liberale radicale vallesano ha sottolineato che il Consiglio federale ha dimostrato di poter governare anche senza l’UDC.

Lontano da Berna

La pressione sale dunque di giorno in giorno per il gruppo UDC, che sceglierà il suo o i suoi candidati il 27 novembre. I democentristi si riuniranno in una località, tenuta segreta, almeno per ora, del canton Soletta.

In seno al partito i pretendenti alla poltrona lasciata libera da Samuel Schmid non mancano di certo: la lista si allunga in continuazione. Il gruppo potrebbe anche optare per una doppia candidatura, come proposto dall’UDC ticinese. Un’alternativa che non è più esclusa nemmeno dal presidente del partito Toni Brunner, il quale finora aveva sempre puntato sulla rielezione di Christoph Blocher.

La questione su chi affiancare a Blocher, “rimane aperta”, secondo Brunner. Sono stati fatti molti nomi. “Non tutti sono qualificati, ma tre o quattro sì”, ha detto alla “SonntagsZeitung”. In un’altra intervista alla “NZZ am Sonntag”, il presidente ammette peraltro che la candidatura di Blocher offre vantaggi dal profilo tattico: “constato che a Palazzo federale si fa sempre più largo la convinzione che non bisogna eleggere un candidato UDC contro la volontà del gruppo parlamentare”.

Anche lo stesso Blocher, dalle colonne della “Zentralschweiz am Sonntag”, lancia segnali distensivi: “ho sempre spiegato che dobbiamo entrare in lizza non solo con il candidato migliore, ma anche con qualcuno che possa essere eletto”.

Chiaramente a favore di una doppia candidatura si è schierato, in un’intervista al “Sonntag”, il deputato nazionale argoviese Ulrich Giezendanner: i seguaci di Blocher vogliono la candidatura unica, ma è chiaro che l’UDC deve mettere in campo due personalità, se necessario escludendo lo stesso ex ministro.

swissinfo e agenzie

L’inchiesta demoscopica è stata condotta dall’istituto Martkeagent.com, che ha intervistato via internet 1006 persone della Svizzera tedesca e francese fra il 17 e il 20 novembre. Il margine di errore è del +/- 3,5%.

Il 67,8% degli intervistati si è detto contrario alla rielezione di Christoph Blocher, il 25,9% a favore, mentre il 6,3% non ha risposto.

D’altra parte, il 51,6% pensa che il seggio vacante vada all’UDC, il 34% a un altro partito, il 14,4% non si esprime.

I Verdi raccolgono la maggioranza delle preferenze (26,3%) fra coloro che vorrebbero vedere un altro partito in governo. Seguono i partiti borghese democratico, con il 13,5%, popolare democratico (10,5%), socialista (10,2%), verde-liberale (8,2%), liberale radicale (6,1%).

Il Gruppo UDC avrà solo l’imbarazzo della scelta giovedì prossimo.

Oltre a Christoph Blocher, candidato dalla sezione cantonale zurighese, in lizza ci saranno almeno altri nove concorrenti.

Le Donne UDC propongono la consigliera di stato zurighese Rita Fuhrer.

I Giovani UDC si lanciano nella sfida con il loro presidente Erich Hess.

Varie sezioni cantonali candidano loro rappresentanti. Sono: il capogruppo alle Camere federali Caspar Baader, di Basilea Campagna, i parlamentari sciaffusani Hannes Germann e Thomas Hurter, bernesi Adrian Amstutz e Andreas Aebi e svittese Pirmin Schwander e il consigliere di Stato vodese Jean-Claude Mermoud.

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR