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L’ambasciatore d’Israele è tornato a Berna

Richiamato a Tel Aviv per consultazioni dopo l'incontro tra il presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz e il suo omologo iraniano Mahmud Ahmadinejad, l'ambasciatore d'Israele a Berna è rientrato lunedì nella città federale. Ilan Elgar ha indicato di non avere alcun messaggio da trasmettere: il suo temporaneo ritiro è un segnale sufficiente, ha precisato.

«Ho avuto incontri al ministero israeliano degli esteri, che ribadisce la seguente affermazione rivolta al popolo e alle autorità elvetiche: se l’Iran può rappresentare una questione di diplomazia o di commercio per la Svizzera, esso pone un problema di sopravvivenza per noi», ha dichiarato Elgar all’ATS. «Ragione per cui reagiamo in tal modo a questo genere di incontri ad alto livello», ha aggiunto.

L’ambasciatore ha precisato che la reazione israeliana si ferma qui. «Il messaggio è stato trasmesso con il mio ritiro. La Svizzera capisce molto bene questo genere di messaggi diplomatici», ha detto.

Irritato dalla presenza di Ahmadinejad alla Conferenza internazionale contro il razzismo la settimana scorsa a Ginevra e dall’incontro del presidente iraniano con Merz, lo Stato ebraico aveva deciso di richiamare «immediatamente» il suo ambasciatore da Berna per consultazioni.

Dicendosi «sorpresa» dalla reazione di Tel Aviv, la ministra degli esteri svizzera Micheline Calmy-Rey aveva giustificato l’incontro tra Merz e Ahmadinejad con il fatto che la Confederazione rappresenta gli interessi americani in Iran e costituisce un canale di comunicazione tra i due Paesi.

Calmy-Rey aveva tuttavia precisato di non condividere le idee espresse da Ahmadinejad sull’Olocausto. La Svizzera, al contrario dei Paesi dell’Unione europea (Ue), non ha abbandonato la sala dell’Onu durante l’intervento del presidente iraniano «perché non è sostenitrice della sedia vuota», aveva spiegato.

swissinfo e agenzie

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