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L’UDC fedele alla linea

Riuniti in assemblea sabato a Baar, nel canton Zugo, i delegati dell'Unione democratica di centro hanno confermato le loro posizioni in materia di stranieri e di imposte.

No con 379 voti contro uno e cinque astensioni all’iniziativa socialista “Per imposte eque; basta con gli abusi nella concorrenza fiscale”; sì all’unanimità (415 voti a favore) all’iniziativa “Per l’espulsione degli stranieri che commettono reati”, lanciata proprio dal loro partito, e no anche all’unanimità al controprogetto del parlamento.

Le prese di posizione dei delegati dell’Unione democratica di centro (UDC, destra nazional-conservatrice) in vista delle votazioni federali del 28 novembre erano scontate.

Il consigliere nazionale socialista Hans-Jürg Fehr, invitato al congresso di Baar, ha predicato nel deserto cercando di convincere i delegati ad approvare il testo, con il quale si vuole limitare la concorrenza fiscale tra i cantoni. L’iniziativa prevede l’introduzione di aliquote minime per redditi superiori ai 250’000 franchi e patrimoni di oltre 2 milioni di franchi. Riguarderà al massimo il 2% dei contribuenti ed è un mezzo contro il crescente sgravio dei redditi e patrimoni alti e molto alti, ha spiegato Fehr.

Il consigliere nazionale UDC Jean-Pierre Grin ha replicato che l’iniziativa renderà la Svizzera un paese con imposte elevate e che il testo attacca la sovranità dei cantoni. La concorrenza fiscale è un modello di successo e il miglior mezzo per limitare “l’appetito incontenibile” dello Stato, ha aggiunto Grin.

I delegati democentristi si sono invece detti tutti d’accordo nel sostenere l’iniziativa per l’espulsione degli stranieri che commettono reati. Il controprogetto approvato dal parlamento – ha sottolineato il deputato Caspar Baader – è troppo vago e impedisce l’espulsione di coloro che hanno commesso reati lasciando troppa libertà di scelta ai tribunali. Solo l’iniziativa dell’UDC fissa chiaramente in base a quali delitti un delinquente dovrebbe lasciare il paese.

Durante l’assemblea si è invece parlato poco delle elezioni per i due seggi vacanti in governo. Il presidente del partito Toni Brunner si è limitato a ribadire la volontà di riconquistare un secondo seggio e ha ricordato che cinque personalità sono pronte a candidarsi, senza però rivelare i nomi.

swissinfo.ch e agenzie

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