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La scommessa Ueli Maurer

Gli editorialisti svizzeri si domandano quale sarà il comportamento di Maurer in seno all'esecutivo. swissinfo.ch

I giornali svizzeri commentano l'elezione di Ueli Maurer mettendo soprattutto in risalto le incognite legate all'entrata in governo dell'ex presidente dell'Unione democratica di centro.

Nella sua analisi, la Neue Zürcher Zeitung sottolinea il fossato creatosi all’interno dell’Assemblea federale. «Molti parlamentari dubitano che a Maurer riesca il cambiamento da combattivo presidente di partito a ministro in seno a un collegio governativo».

Secondo il quotidiano zurighese, lo stesso neoeletto «non è riuscito a fugare queste perplessità tra i suoi avversari politici», i quali non hanno certo facilitato il ritorno nell’esecutivo dell’Unione democratica di centro (Udc), anche poiché hanno percepito la proposta del ticket Maurer-Blocher alla stregua di un ricatto.

Spetta ora soltanto all’Udc, conclude la NZZ, il compito di sgombrare il campo dalla critiche verso il proprio stile politico e l’atteggiamento nei confronti delle opinioni diverse. In questo senso, «la campagna in vista della votazione sulla libera circolazione delle persone [in febbraio] costituisce l’occasione per mostrare di prediligere il confronto politico costruttivo».

Chiamato alla concordanza

«Se Maurer dimostrerà di rispettare veramente la collegialità, riuscendo a staccarsi da Christoph Blocher, allora la sua elezione potrà rivelarsi la scelta giusta», scrive la Basler Zeitung.

Sulla stessa lunghezza il TagesAnzeiger: «Maurer deve dimostrare di essere pronto a elaborare soluzioni di compromesso e difenderle di fronte al parlamento e all’opinione pubblica. […] L’Udc dispone dell’ultima possibilità per mostrare che anche i combattenti più duri possono diventare buoni consiglieri federali».

A questo proposito, Der Bund scrive: «Un ministro veramente capace è pronto ad ammettere, in merito a questioni di politica fattuale, di essersi sbagliato e – se necessario – ha l’onestà di convincere il proprio partito ad accettare un cambiamento di vedute».

Sotto stretta sorveglianza

Secondo il quotidiano romando Le Temps, Ueli Maurer «sarà messo sotto pressione dalle enormi attese riposte in lui dal suo stesso partito, alla prese con un duro confronto interno tra correnti diverse». Inoltre, l’ostilità nei confronti del nuovo ministro dimostrato dalla metà del parlamento «costituisce un chiaro avvertimento: se Maurer non rispetterà le regole del gioco, subirà la stessa sorte di Christoph Blocher».

Inoltre – aggiunge Le Temps – l’elezione di Ueli Maurer è frutto anche di un calcolo pragmatico dei partiti di governo, consapevoli dal fatto che una manovra volta a escludere nuovamente l’Udc dal governo sarebbe stata mal compresa dalla popolazione, in un periodo caratterizzato dai timori per la crisi economica e la perdita del potere d’acquisto.

Dal canto suo, 24 heures evidenzia le differenze tra il nuovo ministro della difesa e Christoph Blocher: Maurer è meno revanscista, meno mondano e meno egocentrico del leader storico. Inoltre, «i suoi avversari politici gli riconoscono una lealtà e una franchezza che facilitano la ricerca di soluzioni per i dossier politici».

«Resta da vedere – continua il quotidiano vodese – se il ministro riuscirà a far dimenticare l’agitatore, che per oltre un decennio non ha mai esitato a scadere nella provocazione, nel disprezzo e persino nell’umiliazione».

Il quotidiano neocastellano L’Express esprime una certa inquietudine: «A un anno di distanza, il braccio destro di Blocher succede al suo maestro spirituale. Vi è il rischio di ritrovarsi di fronte al tandem infernale del periodo 2003-2007, ma a ruoli invertiti: l’Udc – che adora essere contemporaneamente al governo e all’opposizione – potrà ripetere i suoi trionfi elettorali».

Nessun assegno in bianco

Secondo La Regione, «eleggendo Ueli Maurer in Consiglio federale, il parlamento ha ceduto all’Udc ed ha accettato l’idea che un partito possa imporgli il proprio candidato e lo possa “usare” come uno strumento per liberarsi di un personaggio ormai divenuto scomodo come Christoph Blocher. Ha fatto inoltre un favore all’Udc, la quale, dopo un anno di opposizione che politicamente non ha dato i frutti sperati, aveva il bisogno assoluto di rientrare nei ranghi».

Il quotidiano ticinese aggiunge però che «all’ex presidente, ora consigliere federale, non è stato affatto consegnato un assegno in bianco: sarà un osservato speciale di quasi tutta l’Assemblea federale, anche di quei membri che lo hanno sostenuto senza riserve. […] Se Ueli Maurer vuole sperare di essere rieletto nel 2011 e garantire così la partecipazione a lungo termine dell’Udc al governo del paese, non potrà comportarsi come fece Christoph Blocher. Anche se dal punto di vista delle posizioni politiche tra i due non c’è praticamente alcuna differenza»

Maurer «deve dare un segnale forte per dimostrare di non essere più un politico rozzo e aggressivo, ma un uomo di stato, con le proprie opinioni ma capace di difendere le posizioni ufficiali del governo».

Un’opportunità

Secondo il Corriere del Ticino, «il sistema di coalizione elvetico permette purtroppo ai partiti che indulgono più facilmente al populismo e si collocano ai poli dello scacchiere politico, di muoversi sul doppio binario governo/opposizione ottenendo così il sostegno di larghe fasce popolari senza necessariamente pagare il prezzo dell’impopolarità che a volte una politica responsabile impone. Ma il sistema ha anche pregi indubbi. Modificando gli equilibri del governo a dipendenza della forza politica dei partiti, si dà più stabilità e governabilità al paese».

In questo senso, conclude il quotidiano ticinese, «c’è da sperare che l’entrata di Ueli Maurer in Governo – seppure sofferta – inauguri una nuova fase di autentica corresponsabilità per il suo partito […] soprattutto in un momento di crisi internazionale. E che a Christoph Blocher non venga l’infelice idea di ripresentarsi in Parlamento, magari costringendo colui cui spetterebbe il seggio di Maurer a farsi da parte… per lasciare uno scranno libero al Grande Vecchio».

swissinfo, Andrea Clementi

Secondo Die Presse (Austria), «con l’elezione di Ueli Maurer è stato salvato il sistema di governo svizzero», escludendo definitivamente Christoph Blocher dalla politica nazionale.

Il quotidiano italiano Il sole/24 ore afferma che «la destra antieuropeista è rientrata nell’esecutivo, ma ha perso il suo condottiero». Sempre a proposito di Blocher, la Süddeutsche Zeitung rileva che il leader storico del partito «continuerà a raccogliere applausi, ma il centro di potere dell’Udc non è ormai più lui».

La Wiener Zeitung parla di «ritorno alla concordanza», che coincide con «la fine della carriera politica di Christoph Blocher». Il quotidiano belga Le Soir osserva invece che, pur non essendo Blocher, Maurer è comunque una persona a lui assai vicina.

Dal canto suo, la Frankfurter Allgemeine si chiede quale sarà il comportamento futuro di Blocher, ritenuto ancora da molti – nonostante il suo commiato dalla politica federale – «la vera personificazione dell’Udc».

Il 12 dicembre 2007 al posto di Christoph Blocher, leader dell’UDC dall’inizio degli anni ’90, il parlamento elegge in governo Eveline Widmer-Schlumpf.

L’UDC dichiara di non sentirsi rappresentata nell’esecutivo dai suoi membri Eveline Widmer-Schlumpf e Samuel Schmid, accusati di aver tradito gli interessi del partito, accettando la loro elezione dopo la bocciatura di Blocher. La maggiore forza politica svizzera passa all’opposizione.

In aprile la dirigenza nazionale dell’UDC chiede alla sezione grigionese di espellere Eveline Widmer-Schlumpf. La maggioranza dei delegati rifiuta.

Il 1° giugno l’UDC svizzera ufficializza l’esclusione dal partito di tutta la sezione grigionese. Dall’ala moderata di quest’ultima nasce il Partito borghese democratico (PBD), al quale aderisce anche Eveline Widmer-Schlumpf.

Il 2 giugno anche l’ala moderata della sezione bernese si pronuncia in favore della creazione di un nuovo partito. Alla sezione bernese del PBD aderisce il ministro della difesa Samuel Schmid.

Il 1° novembre le sezioni cantonali di Berna, Grigioni e Glarona fondano ufficialmente a livello nazionale il Partito borghese democratico.

Il 12 novembre, indebolito da continui attacchi politici, giunti in particolare dagli ex colleghi dell’UDC, Samuel Schmid annuncia che lascerà il governo a fine anno.

Il 10 dicembre, il parlamento elegge Ueli Maurer alla successione di Samuel Schmid. Il candidato dell’UDC diventerà l’anno prossimo il 111esimo consigliere federale della storia svizzera.

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