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Mathias Reynard, il “piccolo rosso” del Parlamento

Nel suo discorso di apertura della sessione invernale delle Camere, Mathias Reynard ha insistito sull’importanza del dialogo tra generazioni. Keystone

A soli 24 anni, Mathias Reynard è il deputato più giovane del Parlamento svizzero. L’insegnante vallesano milita in favore di un cambiamento radicale della società, prediligendo la via del dibattito e della ricerca del consenso.

Dalla terrazza del caffè, basta alzare la testa per trovarsi faccia a faccia con l’imponente edificio del parlamento e la sua cupola verde. La vista è leggermente offuscata da alcuni alberi che, quando arriverà il caldo dell’estate, getteranno un po’ di ombra sugli assidui giocatori di scacchi della capitale.

«Ogni volta che vengo qui provo una sensazione particolare, anche se sono a Berna già da sei mesi», ci dice Reynard.

Eletto a sorpresa lo scorso 23 ottobre sulla lista del Partito socialista (PS) vallesano in compagnia del suo mentore Stéphane Rossini, Mathias Reynard si è immerso immediatamente nella politica federale. In qualità di deputato più giovane tra i 246 membri del nuovo Parlamento, è spettato a Reynard l’onore di pronunciare il discorso di apertura in occasione della sessione invernale.

«Di solito non ci si ascolta molto durante il plenum. Io ho invece avuto la fortuna di esprimermi di fronte a un’assemblea molto concentrata», ricorda.

Nel marzo di quest’anno, per la sua seconda sessione in Parlamento, Reynard è stato designato relatore della commissione che, tra le varie cose, ha deciso di sopprimere le tasse degli esami per gli studenti in medicina. «L’accesso agli studi per tutti e la difesa dei lavoratori sono i miei due principali cavalli di battaglia».

Oltre a interventi parlamentari su questi dossier, Reynard si è mobilitato in favore del prezzo unico del libro o della difesa delle minoranze linguistiche in seno alle commissioni parlamentari.

Libertà di parola

Membro del sindacato UNIA da quando aveva 15 anni, il neoeletto deputato fa parte dell’ala più a sinistra del suo partito. «Voglio parlare con gli operai, i salariati e i lavoratori. Il PS non deve rappresentare una classe media superiore che chiede interventi sociali ed economici». Reynard è comunque ben consapevole che «questa visione non è condivisa da tutti i deputati socialisti a Berna».

Il suo schierarsi contro l’iniziativa dell’ecologista Franz Weber per limitare la proliferazione delle case secondarie gli ha valso d’altronde alcune inimicizie all’interno del proprio schieramento. «Ci sono state diverse tensioni. Ma la mia posizione, sostenuta anche dai sindacati vallesani, è stata rispettata».

«Non potevo agire contro le persone che mi hanno eletto. Ci sono numerosi piccoli artigiani attivi nell’edilizia che non sono responsabili degli eccessi del passato e che ora dovranno subire le conseguenze del voto. Tra loro anche i miei genitori».

Il giovane socialista intende esprimersi in assoluta libertà, indipendentemente dalle linee tracciate dal suo partito o dalle pressioni dei gruppi di interesse. Gruppi la cui onnipresenza a Berna è stata subito notata, soprattutto quella «delle lobby delle casse malati», osserva Reynard.

Il politico sottolinea comunque la sua predilezione per la discussione e il dibattito. «Mi sento molto a mio agio nella commissione. Non mi dà affatto fastidio dover cercare il consenso. L’unico mio problema è che non conosco ancora abbastanza bene il tedesco».

Socialismo del territorio

Convinto della necessità di conoscere ciò che succede nel mondo reale, Reynard ha potuto constatare i limiti del Parlamento di milizia di cui è il difensore. Insegnante al 70%, segue in parallelo dei corsi all’Alta scuola pedagogica vallesana (HEP). «I miei diversi impegni occupano gran parte del mio tempo. Se si escludono i numerosi mandati nei consigli di amministrazione e nelle associazioni, sono pochi i parlamentari a lavorare per davvero».

Ai suo obblighi professionali e politici si aggiunge tutta una serie di attività associative e sociali alle quali non rinuncerebbe per nulla al mondo. Sul suo sito Internet, Mathias Reynard si presenta come tifoso della squadra di calcio del Sion, giocatore di hockey dell’HC Nendaz, trombettista della Guggenmusik di Savièse o ancora granatiere durante il corteo della Fête-Dieu di Granois. «Sono molto legato al Vallese e alle sue tradizioni. Adoro partecipare alle feste popolari, ma mai nel settore VIP».

Ardente difensore del patois di Savièse, non esita a sfoderare il suo lato conservatore quando si tratta di proteggere la terra natale. «Soltanto conoscendo le proprie radici e la propria cultura è possibile aprirsi verso gli altri. Non ci penso nemmeno a lasciare questo terreno identitario all’UDC». Un’Unione democratica di centro che non è estranea alla carriera politica di Reynard. È stato in effetti un compagno di scuola membro del partito di destra conservatrice a spingerlo ad entrare in politica. «Mi ha fatto capire che i miei valori erano decisamente diversi dai suoi».

Incontro con Evo Morales

Quando i media lo paragonano a Oskar Freysinger – originario dello stesso comune di Savièse, attivo anche lui come insegnante e membro della medesima commissione parlamentare – Reynard non è affatto contento. «Combatto le sue idee con il massimo vigore. Ci capita di prendere lo stesso treno per venire a Berna e i nostri rapporti sono cordiali. A patto di non parlare di politica…».

Anche se a volte si sforza di adattarsi alle circostanze, ad esempio mettendosi un completo – «ma senza cravatta e senza rinunciare al mio piercing!» – Mathias Reynard assicura che lo spirito di rivolta sarà sempre dentro di lui.

Il “piccolo rosso” di Savièse, come lo chiamano affettuosamente gli anziani del suo villaggio, è dunque un rivoluzionario? «Sì, visto che rimetto in discussione il nostro sistema. Gli sfruttati non sono più gli stessi di ieri, ma i rapporti di dominio non sono cambiati. Siano questi tra Nord e Sud o all’interno della Svizzera».

Quando gli chiediamo di citarci i suoi modelli politici, non esita un secondo: «Evo Morales, che ho avuto la fortuna di incontrare nel 2006 durante un viaggio in America del Sud. O altrimenti Charles Delberg, fondatore del Partita socialista vallesano».

Se fosse stato un cittadino francese avrebbe votato senza esitazione per Mélenchon, anche se il programma di Hollande gli sembra realistico. «Il suo forte legame con il PS francese è stata una delle chiavi del successo. Allo stesso modo posso spiegare, almeno in parte, la mia elezione a sorpresa: conosco in effetti quasi tutti i militanti del PS vallesano».

La sua prossima grande lotta sarà condotta sia a livello nazionale sia a livello cantonale, attraverso due iniziative che chiedono l’introduzione di un salario minimo. «So bene che sarà difficile vincere, ma è importante far sentire la nostra voce oggi per vincere domani».

Ribadendo il suo «sincero» stupore di ritrovarsi a Berna, il giovane vallesano assicura di non aver alcuna intenzione di fare carriera politica. «L’amicizia, la famiglia e la mia professione di insegnante sono le mie priorità. Escludo di sacrificare tutto in nome della politica».

Nasce il 7 settembre 1989 a Sion, in Vallese.

Il deputato più giovane del Parlamento svizzero inizia ad essere attivo in politica nel 2003 assieme ai Giovani socialisti vallesani e al Parlamento dei giovani del suo cantone.

Nel 2009 viene eletto nel Gran Consiglio (parlamento cantonale) vallesano.

I suoi interventi concernono in particolare il mantenimento degli uffici postali, le condizioni dei lavoratori, lo sviluppo economico del cantone, l’ecologia, la disoccupazione giovanile, le borse di studio o ancora la difesa del patois.

Per due anni collabora alla redazione del giornale del suo partito intitolato Peuple valaisan (Popolo vallesano).

Il 23 ottobre 2011 è eletto a sorpresa alla camera bassa del Parlamento nazionale (Consiglio nazionale). Nel suo comune di Savièse ottiene 2’175 voti, 500 in più di un altro politico ben noto, il democentrista Oskar Freysinger.

Mathias Reynard è membro della Commissione della scienza, dell’educazione e della cultura e di una sotto-commissione dedicata all’infanzia e alla gioventù.

Titolare di un master in lettere dell’Università di Losanna, è insegnante alla scuola media di Savièse.

Traduzione dal francese di Luigi Jorio

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