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Il no di Cipro accresce la pressione sul franco

Protesta cipriota contro la proposta, poi respinta dal parlamento, di introdurre un prelievo forzoso sui depositi bancari. Reuters

L’incertezza attorno al piano di salvataggio di Cipro proposto dall’Unione europea potrebbe costringere la Banca nazionale svizzera a investire più soldi per stabilizzare il cambio franco/euro, ritengono gli osservatori. In particolare dopo il rifiuto cipriota del controverso prelievo forzoso sui depositi bancari.

Cipro è chiamata a raccogliere 5,8 miliardi di euro (circa 7 miliardi di franchi) per assicurarsi il piano di salvataggio da 10 miliardi di euro dell’Unione europea. La controversa proposta di un prelievo sui conti bancari, respinta martedì dal parlamento cipriota, faceva parte di un più ampio pacchetto di misure destinato a riunire tali fondi.

È ora probabile che Cipro ed UE si siedano nuovamente al tavolo dei negoziati assieme ai rappresentanti del Fondo monetario internazionale (FMI)

Quella di Cipro è l’ultima di una lunga serie di crisi che hanno scosso i paesi dell’eurozona. Il conseguente indebolimento dell’euro ha spinto la Banca nazionale svizzera (BNS) a intervenire sui mercati dei cambi. Succederà anche stavolta, ritiene Felix Brill, capo economista presso la società di consulenza svizzera Wellershof & Partners.

«Gli investitori di tutto il mondo riterranno la situazione in Europa meno stabile», afferma Brill a swissinfo.ch. «Questo potrebbe accrescere la pressione sulla BNS affinché intervenga in maniera vigorosa, come non si vedeva dalla stabilizzazione dei mercati dello scorso settembre».

Ciò significherebbe stampare più franchi per acquistare eurobonds e altri strumenti finanziari, in modo da mantenere sotto controllo il tasso di cambio franco/euro.

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L’epicentro della politica monetaria svizzera

Questo contenuto è stato pubblicato al La nuova, centralissima, sede della Banca nazionale svizzera fu inaugurata nel 1912. In occasione del centesimo anniversario, la BNS ha pubblicato, in collaborazione con la Società di storia dell’arte in Svizzera, un volume che ritraccia la storia dell’edificio e dell’istituto, intitolato “La Banca nazionale svizzera a Berna – una cronaca illustrata”.

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Tassi d’interesse negativi

L’elevato grado di esposizione della banca centrale sul fronte delle valute straniere preoccupa alcuni esperti del ramo. Lunedì, l’FMI ha indicato che tale situazione espone l’utile netto della banca a importanti fluttuazioni. Secondo l’organizzazione internazionale, un apprezzamento del franco svizzero prima della fine delle operazioni di cambio potrebbe portare a «perdite considerevoli».

In altre parole, la BNS ha investito grandi somme di denaro per fissare il cambio minimo di 1,20 franchi per un euro. Se i mercati dovessero muoversi nella falsa direzione troppo rapidamente, la BNS potrebbe ritrovarsi con una fattura assai salata.

L’anno scorso, la BNS ha perso 10,6 miliardi di franchi a causa della sua posizione sul tasso di cambio. Più la banca è attiva sul mercato dei cambi, più si espone al rischio di perdite.

L’FMI ha suggerito alla Svizzera di introdurre tassi d’interesse negativi sugli averi patrimoniali che giungono in Svizzera alla ricerca di un posto sicuro. Alcune banche elvetiche, incluse UBS e Credit Suisse, hanno già introdotto tali misure per impedire un afflusso su ampia scala.

Esodo verso la Svizzera?

Come la Svizzera, anche Cipro è considerato un paese rifugio. Nelle sue banche sono depositati cospicui patrimoni stranieri, inclusi 31 miliardi di dollari di origine russa, stando all’agenzia di rating Moody’s.

Data l’incertezza attorno a Cipro, alcuni di questi averi potrebbero ora cercare un’altra destinazione. Un arrivo massiccio di capitali in Svizzera, come successo l’anno scorso in seguito al piano di salvataggio della Grecia, è però improbabile, ritengono gli osservatori.

Tra i motivi vi è la dimensione ridotta dell’economia cipriota e la cattiva reputazione dell’isola del Mediterraneo di accogliere averi illegali provenienti dall’evasione fiscale e dal riciclaggio di denaro.

«La Svizzera ha recentemente adottato standard severi contro il denaro non dichiarato», spiega a swissinfo.ch Janwillem Acket, capo economista presso la banca Julius Baer. «Non credo che vi sarà un’ondata di capitali russi verso la Svizzera a causa della situazione di Cipro».

Possibili conseguenze

Janwillem Acket è dell’avviso che Cipro avrebbe dovuto accettare la “pillola amara” delle condizioni incluse nel piano di salvataggio dell’UE, compreso il prelievo forzoso sui depositi bancari. Il rifiuto del parlamento potrebbe infatti avere grosse conseguenze nei prossimi giorni o settimane.

«Le banche cipriote rischiano di essere prese d’assalto. Questo porterebbe rapidamente a una mancanza di liquidità, ciò che avrebbe serie conseguenze per le banche», sostiene Acket.

È dunque possibile che la BNS rimetterà in funzione la macchina stampa denaro per scongiurare conseguenze sgradevoli sul franco svizzero.

Traduzione di Luigi Jorio

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