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Rapimenti di minori: agire in fretta per evitare il peggio

L'adozione di un sistema di allarme nazionale è stato chiesto a gran voce dopo il rapimento, e la morte, della piccola Ylenia nel 2007 Keystone

Dal 1. gennaio 2010 la Svizzera dispone di un sistema di allarme nazionale in caso di sequestro di minorenni. Il dispositivo, analogo a quello già esistente negli Stati Uniti, in Canada e in Francia, permetterà di diffondere l’allerta rapidamente e a 360 gradi.

Rapita il 31 luglio 2007 alla piscina di Appenzello, la piccola Ylenia (4 anni) è stata ritrovata morta il 15 settembre, 47 giorni dopo la sua scomparsa. Il dramma, che aveva suscitato profonda commozione in tutto il paese, ha contribuito all’elaborazione del sistema di allarme entrato in vigore all’inizio di quest’anno.

La necessità di creare un nuovo dispositivo di allerta in caso di rapimento era emersa anche in occasione dell’assassinio di Lucie, 16 anni, nel marzo 2009. Famigliari e amici della giovane friburghese avevano avviato ricerche per conto proprio, distribuendo volantini e pubblicando avvisi di ricerca su internet.

Ore decisive

Grazie al nuovo sistema, l’avviso di scomparsa sarà coordinato dall’Ufficio federale di polizia (fedpol), il quale diffonderà messaggi di allerta attraverso i media nazionali, le ferrovie federali, i servizi stradali e i principali aeroporti svizzeri.

Le autorità stanno vagliando l’ipotesi di trasmettere gli avvisi anche via cellulare e tramite i servizi di messaggeria istantanea, come MSN e facebook.

Le ore successive alla scomparsa di una persona possono infatti rivelarsi decisive per salvare la vittima, ha sottolineato alla televisione svizzera tedesca Roger Schneeberger, segretario generale della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia.

«È durante questo lasso di tempo che la probabilità di incontrare casualmente il rapitore e la sua vittima per strada o in un luogo pubblico è più elevata». Un’urgenza di agire rapidamente giustificata anche dal fatto che la stragrande maggioranza dei crimini contro minori (91%) avviene entro 24 ore dal rapimento.

L’allarme, ha puntualizzato Schneeberger, scatterà tuttavia soltanto «se il bambino è verosimilmente in pericolo, e non nel caso di una semplice scomparsa». Questo tipo di segnalazione è in effetti troppo frequente. «Se l’allarme venisse dato con eccessiva frequenza, il sistema potrebbe perdere in efficacia».

Successo in Francia

In Francia, il sistema di allerta nazionale, che esiste già da diversi anni, è stato utilizzato parecchie volte. Secondo la polizia francese, ha finora permesso di evitare un esito drammatico in quattro rapimenti.

Tra gli elementi chiave del dispositivo vi è il ricorso ai media elettronici, i quali consentono di reagire rapidamente. In Svizzera, l’allarme sarà trasmesso anche dalla televisione: il messaggio apparirà in basso allo schermo, sottoforma di annuncio scorrevole. Si potrà inoltre mostrare una fotografia del minore scomparso tra una trasmissione e l’altra.

Entro la fine dell’anno è pure previsto un coinvolgimento degli operatori di telefonia mobile. In futuro, gli abbonati potrebbero così ricevere un messaggio di allerta via sms.

Accordo tra i cantoni

In seguito alla commozione suscitata dall’omicidio di Ylenia, la camera bassa del Parlamento (Consiglio nazionale) ha accettato, nell’autunno 2007, due mozioni per la messa in atto di un sistema di allerta rapimenti.

Un anno dopo, nel settembre 2008, il deputato Didier Burkhalter – poi eletto in Consiglio federale – ha invitato il governo svizzero a fare il punto sull’avanzamento dei lavori. La ministra di giustizia e polizia Eveline Widmer-Schlumpf ha reagito rammentando che, in caso di rapimento, i procedimenti penali incombono ai cantoni, non allo Stato centrale.

Nella primavera del 2009, il Parlamento ha infine dato un impulso decisivo all’attuazione del progetto a livello nazionale, approvando la mozione Burkhalter, che chiede al governo di elaborare una convenzione per regolare la collaborazione tra cantoni, società di trasporto, operatori telefonici, media e associazioni di aiuto alle vittime.

La convenzione è stata firmata da Cantoni e Confederazione nel novembre dello scorso anno.

Differenze regionali

Gli appelli in favore della creazione di un sistema di allarme nazionale sono stati più insistenti nella Svizzera romanda che nei cantoni germanofoni. Una differenza dovuta principalmente al fatto che i romandi, abituati a seguire la televisione francese, sono più coscienti della necessità di un tale dispositivo, ha spiegato Didier Burkhalter.

«Quando però il sistema sarà capito e la gente ne vedrà l’utilità – ritiene il ministro dell’interno – diventerà uno strumento supplementare nella mani dei poliziotti. A quel momento sarà accettato anche nella Svizzera tedesca».

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Ispirato ai sistemi messi in atto negli Stati Uniti (1996) e in Québec (2003), il dispositivo francese è in vigore dal febbraio 2006.

Una volta appurato che si tratta effettivamente di un rapimento, che la vittima è minorenne, che la sua integrità fisica o la sua vita sono in pericolo, che degli indizi permettono di localizzare il bambino o il sospettato e che i genitori hanno dato il loro consenso, il procuratore della Repubblica lancia l’allarme.

Il messaggio di allerta, il quale deve essere «semplice, preciso e solenne», è in seguito diffuso a 360 gradi: radio, televisioni, stazioni, aeroporti, pannelli autostradali,…

L’efficacia sembra confermata: finora, l’allerta è scattata a sette riprese. Eccezion fatta per la prima allerta (rivelatasi un falso allarme), le vittime sono state ritrovate in meno di 24 ore grazie a testimonianze di persone che hanno visto o sentito i messaggi.

Forte del suo successo, la Francia ha consigliato ai 27 Stati membri dell’Unione europea di adottare il sistema a livello continentale.

Le discussioni sono in corso, anche se i francesi hanno già proceduto a due esercizi transfrontalieri: uno con il Belgio, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, l’altro con la Gran Bretagna.

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