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Berlusconi decaduto, ma non morto politicamente

Disarcionato, il Cavaliere attende il momento propizio per rimontare in sella, secondo la stampa svizzera AFP

La decadenza parlamentare di Silvio Berlusconi non segna la sua fine politica: è l’opinione prevalente nella stampa svizzera, all’indomani del voto del Senato italiano. Secondo i commentatori elvetici, il Cavaliere continuerà anche a dividere il Belpaese, per il quale si profilano tempi cupi.

“L’insidiosa strada del rancore”. Sin dal titolo, l’editoriale del Corriere del Ticino lancia un segnale d’avvertimento sui pericoli subito dietro l’angolo.

“Il rischio è che [Berlusconi] si metta a capo di una mischia rissosa e aggressiva, spinta in questo atteggiamento da un poco nobile senso di rancore e di vendetta. Un altro pericolo è dato dal fatto che semplicemente si aggiunga al populismo grillino, cospirando contro i partiti di centro e minacciandone per partito preso la governabilità. Né si può escludere che il Cavaliere possa in questo ambito essere risucchiato su posizioni così radicali da essere aliene al partito di cui è guida”, scrive l’editorialista del quotidiano di Lugano

Le incognite sui prossimi passi di Silvio Berlusconi fanno presagire pericoli per l’Italia anche al Giornale del popolo. In una corrispondenza da Roma intitolata “Berlusconi fuori dal Senato. Ma non dall’arena politica”, il foglio luganese rammenta che “sarà almeno la quinta o sesta volta che il leader di Forza Italia sembra dover uscire di scena definitivamente. Ma non è mai l’ultima davvero”.

Una prossima volta che mercoledì il Cavaliere ha promesso, dando appuntamento ai suoi al primo giorno della prossima campagna elettorale. “Per la stabilità dell’Italia è suonato come un arrivederci un po’ sinistro. Una minaccia, più che un’ultima, vera opportunità”, commenta la corrispondente.

Un’Italia “decaduta” e una sinistra inconsistente

In un editoriale intitolato “Nello specchio c’è Berlusconi”, La RegioneTicino lascia ancora meno speranze di un’opportunità di cambiamento per l’Italia. “Decadenza. Non si poteva trovare termine più efficace per descrivere l’Italia di oggi, alla fine di un ventennio segnato dall’uomo che ieri è a sua volta incorso nel più infamante provvedimento a carico di un eletto: decadenza”, esordisce l’editorialista del quotidiano di Bellinzona.

A suo avviso, l’espulsione parlamentare del Cavaliere “non risolve cioè le contraddizioni di un Paese che lo ha eletto e rieletto, che lo ha scelto o subìto come totalizzante argomento del discorrere a tutti i livelli. Né assolve dalle sue responsabilità un ceto politico che dietro la sua figura ha schermato la propria pochezza”.

Al nord delle Alpi, anche il commentatore dell’AargauerZeitung – che titola “Nessun motivo di giubilo” – punta l’indice accusatore sulla corresponsabilità degli elettori italiani “che si sono ripetutamente fatti incantare da Berlusconi” e “della sinistra, che non è mai stata in grado di offrire un’alternativa veramente convincente e solida”. E “poiché nella debolezza e nella disunione del nemico non è cambiato nulla”, il commentatore conclude avvertendo che sarebbe prematuro immaginare Berlusconi definitivamente fuori di scena e prevedendo “nulla di buono per l’immediato futuro dell’Italia”.

La spaccatura si accentua

Pur giudicando l’espulsione dal Senato di Silvio Berlusconi come “un punto di svolta” per la reputazione del Belpaese sul piano della legalità, il commentatore della Neue Zürcher Zeitung è sulla stessa lunghezza d’onda dei colleghi degli altri quotidiani elvetici riguardo all’influsso che ciò dovrebbe avere globalmente per la vicina Repubblica.

“Il paese continua a trovarsi in una profonda crisi e le riforme si fanno attendere. Dopo circa un anno dalle elezioni, il governo non è stabile e, a causa della sua base, ha un margine di manovra limitato. Così non si creano nuovi posti di lavoro e il debito continua ad aumentare. L’anno trascorso è un anno perso. Tutto si è nuovamente focalizzato su Berlusconi e sui suoi problemi legali. E lui non è ancora scomparso”, conclude il commentatore del quotidiano zurighese.

“Se il governo non farà finalmente delle riforme, dovrà essere passare da una nuova elezione. Ed è il momento che attende Berlusconi. L’Italia non troverà pace”, pronostica per il prossimo futuro anche il commentatore dei quotidiani Tages-Anzeiger e Der Bund, sottolineando come ora l’opposizione si sia allargata e l’Italia sia destinata a dividersi ulteriormente.

Gli interessi comuni del primo ministro Enrico Letta (Partito democratico) e del “suo braccio destro”, il ministro dell’interno Angelino Alfano (Nuovo centro destra), “nella caduta del Cavaliere, si scontreranno frontalmente appena si affronteranno le riforme di fondo promesse. Senza dimenticare la tragica tendenza della classe politica italiana a cadere nell’anatema”, pronostica il commentatore del quotidiano di Friburgo La Liberté, il quale esprime seri dubbi sulle possibilità che il clima politico italiano possa finalmente rasserenarsi.

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