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Primi passi nel grande universo delle parole

Un viaggio intorno al mondo a Bellinzona attraverso i libri di testo per imparare a leggere e scrivere. swissinfo.ch

Dalla A di Albania alla Y di Yemen. "Le Parole del mondo" è il titolo di un'interessante mostra dedicata agli abbecedari che provengono dai quattro angoli della Terra.

Concepita dalla fondazione italiana “Lapis”, l’esposizione fa tappa al castello di Sasso Corbaro a Bellinzona, in Ticino. Oltre quaranta i libri di lettura rari raccolti in due anni di ricerca.

Dal momento che un bambino si siede sul banco di scuola, riceve il libro che lo porterà alla scoperta delle lettere, delle parole, della lettura e della scrittura.

I libri raccolti dalla fondazione italiana Lapis (Libera associazione per il progetto nell’istruzione) sono scritti in diversi caratteri e sono come un grande caleidoscopio, dove le esperienze didattiche del mondo intero si incontrano e si confrontano.

“I libri di testo, dunque, come specchio di ogni cultura, come modo per porsi di fronte alla sfida educativa, come risultato del rapporto fra la visione del mondo proprio di ogni realtà nazionale o sociale e gli obiettivi e i modi dell’istruzione”. Con queste parole Lapis inquadra la sua avventura alla scoperta degli abbecedari del mondo.

Nel girotondo di vocali e consonanti

Gli armeni usano un alfabeto di otto vocali e trenta consonanti, diciassette in meno le usano i finnici (ne hanno solo tredici). In Eritrea, ex colonia italiana, i bambini conoscono l’italiano e scrivono in tigrino, nei libri iraniani le bambine sono raffigurate con il chador e in quelli lituani si scrive con un particolare alfabeto latino.

Lettere, disegni, la storia dell’alfabetizzazione del mondo passa così attraverso le culture e le tradizioni dei vari paesi. Capita così di vedere in un libro arabo come ci si prende cura della propria igiene personale. E capita anche di vedere raffigurate armi in libri di paesi che da decenni convivono con la guerra.

Ogni paese, ogni testo, ha un suo percorso, una sua storia. Si sfogliano così libri quasi privi di figure e disegni (come quelli africani o europei) fino alle fiabe illustrate di quelli dei paesi dell’ex Unione Sovietica, in cui la parola sembra passare in secondo piano.

Fascino immutato e funzione vitale

Nell’era della multimedialità e delle autostrade dell’informatizzazione, gli abbecedari mantengono immutato il loro fascino. L’ABC è infatti l’anticamera delle relazioni sociali basate sulla possibilità di comunicare tra gli individui, in un mondo dove la comunicazione diventa sempre più complessa e confusa. E’ la base della comprensione, quindi della capacità di entrare in relazione.

E si pensa ai problemi di alfabetizzazione e di analfabetismo di ritorno che interessano anche le società più industrializzate, Svizzera compresa, ci si rende conto di quanto i fondamentali del sapere siano essenziali allo sviluppo individuale e sociale.

“Chi non dispone di un bagaglio conoscitivo – ha detto alla presentazione della mostra Diego Erba, responsabile della Divisione scuola del Cantone Ticino – è perso. Anche nella Svizzera italiana il problema esiste: basti pensare che un allievo su sei alla fine delle scuole Medie ha difficoltà a comprendere un testo”.

Dialogare tra le culture

L’esposizione, ricorda la curatrice della mostra Marilena Faruggia Venturi, “nasce per concretizzare un progetto per lo sviluppo del multiculturalismo attraverso i vari livelli delle tematiche educative di base. Il suo successo ci ha convinti a presentarla in tutta Europa”. Perché il dialogo fra le culture è importante per costruire un mondo migliore.

“Chiunque sia animato da semplice curiosità, di fronte a veicoli della conoscenza elementare elaborati in luoghi geografici e culturali così disparati – osserva Alfredo Venturi nel testo che introduce la mostra – potrà abbandonarsi a considerazioni di ordine più generale: soffermarsi sugli aspetti comuni piuttosto che sulle differenze”.

Le parole che non si conoscono

“Potrà soffermarsi, per esempio, sullo sforzo – evidente persino nei testi più oscuri per lingua e alfabeto – di adeguare la finalità didascalica ai limiti personali che condizionano i piccoli alunni, impegnati nelle prime acquisizioni del sapere. O ancora sulla presenza implicita e muta di tutti quei bambini che non hanno abbecedari da leggere. Sono i reietti dell’istruzione: una realtà intollerabile, la prima fra le troppe ingiustizie del mondo”.

swissinfo, Françoise Gehring, Bellinzona

Dopo le tappe italiane ad Arezzo nell’autunno del 2004 e a Torino poco meno di un anno fa, la mostra itinerante “Le parole del mondo” – organizzata dalla fondazione italiana Lapis – è approdata a Bellinzona grazie alla collaboratzione della Biblioteca comunale della città.

Allestita nelle sale espositive del castello di Sasso Corbaro, uno dei luoghi più suggestivi di Bellinzona, sarà visibile fino al 5 novembre, tutti i giorni dalle 10 alle 18.

Oltre 40 gli abbecedari presentati a Bellinzona.
Due anni di lavoro e una rete di circa 120 contatti tramite le ambasciate dei paesi esteri per concretizzare questo progetto di mostra itinerante.
Saper leggere e scrivere è un abilità ancora negata a 781 milioni adulti di cui i tre quarti sono donne.
Oltre 103 milioni di bambini non vanno a scuola e anche in questo caso la maggioranza sono femmine.

Sebbene i dati sull’alfabetizzazione nel mondo siano allarmanti, secondo l’UNESCO non mancano i segnali positivi: negli ultimi anni le scuole elementari dell’Africa Subsahariana e dell’Asia Meridionale e Occidentale hanno visto oltre 20 milioni di scolari in più in ciascuna di queste regioni.

E 20 nuove nazioni sono sulla buona strada per rispettare entro il 2015 l’obiettivo di fornire l’istruzione primaria all’interna popolazione infantile – riporta l’Unesco.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Unesco, le nazioni con il più basso tasso di alfabetizzazione sono il Burkina Faso (12,8%), Niger (14,4%) e il Mali (19%) ma non è l’Africa subsahariana la regione con il tasso medio più basso (59,7%) bensì l’Asia meridionale e occidentale (58,6%).

Il rapporto tra livello d’istruzione e povertà è ben chiaro dalle cifre dell’Onu che dimostrano come nei paesi dove tre quarti della popolazione vive con meno di due dollari al giorno – come Bangladesh, Etiopia, Ghana, India, Mozambico e Nepal – il tasso di alfabetizzazione complessivo è sotto il 63%.

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