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Pubblicato in Svizzera il primo studio sugli alimenti funzionali

Un esempio di functional food in commercio in Svizzera: barrette di albicocche, arance e cereali prodotte dalla multinazionale chimico-farmaceutica basilese Novartis Keystone

Giornata di studio, giovedì a Berna, per la presentazione del primo studio realizzato in Svizzera sugli alimenti funzionali, prodotti alimentari ideati con lo scopo di offrire, rispetto agli alimenti tradizionali, un beneficio in più per la salute.

Un importante contributo per la conoscenza degli alimenti funzionali, l’impatto che possono avere sulla salute e l’esame dello stato attuale della legislazione in merito, è venuto proprio dallo studio pubblicato dal Technology Assessment del Centro per la valutazione delle scelte tecnologiche presso il Consiglio svizzero della scienza e della tecnologia. “Le più importanti conclusioni alle quali è giunta questa ricerca -come ha spiegato a swissinfo il direttore del Technology Assessment Sergio Bellucci- sono che gli alimenti funzionali possono avere degli aspetti positivi nella prevenzione della salute. Bisogna però fare attenzione a non aspettarsi troppi vantaggi o miracoli da questi prodotti funzionali. È più importante avere ancora un’alimentazione bilanciata. Perciò si può dire che gli alimenti funzionali possono aiutare -ha aggiunto il dottor Bellucci- anche se il loro prezzo di vendita è mediamente del 30 percento superiore a quello degli alimenti tradizionali”.

Critico nei confronti degli alimenti funzionali il dottor Erich Noser, dell’Associazione svizzera Medici per l’ambiente, il quale ha spiegato in esclusiva a swissinfo le motivazioni: “Siamo contrari perché riteniamo i functional food inutili. La natura ci mette già a disposizione tutte le proteine, grassi, carboidrati, vitamine, sali minerali ed oligoelementi di cui il nostro corpo ha bisogno. L’importante è però che questi prodotti siano naturali e biologici, perché solo così mantengono intatte tutte le loro caratteristiche nutrizionali”.

Di parere ovviamente opposto la dottoressa Bianca Maria Exl, responsabile del servizio Nutrizione della Nestlé, la multinazionale svizzera dell’alimentazione: “Nestlé è un’impresa da sempre impegnata nella ricerca sull’alimentazione e che ha cercato di offrire delle soluzioni alla gente fin dal suo primo prodotto, il latte in polvere del fondatore Henry Nestlé -spiega a swissinfo la dottoressa Exl- un prodotto che ha aiutato molti bambini che altrimenti sarebbero morti. Questo vuol dire che è nella tradizione di Nestlé portare avanti la ricerca nel settore della nutrizione umana. In quest’ambito cerchiamo, con una piccola parte dei nostri prodotti, di aggiungere un valore nutrizionale aumentato come ad esempio con i probiotici, LC1, abbiamo trovato un ceppo speciale che rafforza il sistema immunitario e che aiuta la difesa e la risposta immunitaria nell’uomo. Questa scoperta è stata sottoposta a degli studi clinici che sono stati pubblicati e che provano la veridicità dell’effetto”.

Nestlé non poteva certo lasciarsi sfuggire questa opportunità. Di fronte ad un’alimentazione di massa pervertita dagli eccessi dell’agricoltura industriale, il mercato mondiale dell’alimentazione funzionale è in piena espansione. Secondo le previsioni degli analisti finanziari nel 2002 produrrà una cifra d’affari di 23 miliardi di franchi svizzeri, che diventeranno 37 nel 2010. Logico quindi che i giganti dell’agroalimentare e l’industria farmaceutica si disputino questa nicchia di mercato sempre meno marginale.

Vediamo quindi di capire cosa sono questi alimenti funzionali, o functional food secondo la dizione inglese, che stanno conquistando il mercato svizzero, ma che in Giappone (Paese nel quale la salute nell’alimentazione è una preoccupazione secolare) sono commercializzati fin dall’inizio degli Anni Sessanta. Sugli scaffali dei grandi magazzini questi alimenti nutrizionali ottimali, che hanno la caratteristica di migliorare il benessere psico-fisico e di ridurre il rischio di certe malattie, sono infatti sempre più presenti.

Esempi concreti di questi alimenti funzionali in vendita nei negozi svizzeri sono latte fermentato e yogurt con colture probiotiche (che producono il beneficio funzionale di migliorare la flora microbica intestinale), margarina e formaggi da spalmare a base di grassi vegetali (benefici per la riduzione dell’assunzione di colesterolo), uova arricchite in acidi grassi essenziali omega-3 (mangiandone 3 o 4 alla settimana possono fornire la stessa quantità di acidi grassi omega-3 secondo i livelli raccomandati per la riduzione del rischio d’infarto), cereali per la colazione con aggiunta di acido folico (che riducono il rischio della nascita di bambini con spina bifida), pane e barrette di muessli arricchiti in isoflavoni (specifici per la riduzione del rischio di cancro e di malattie cardiovascolari) e succo d’arancia arricchito di calcio, un costituente essenziale delle ossa e dei denti.

Gli svizzeri, come è documentato, non lesinano sulle spese per l’alimentazione. Mediamente ogni mese la famiglia svizzera tipo spende tra i 570 ed i 1.000 franchi per mangiare, il che equivale a circa il 12 percento del proprio reddito disponibile. Per gli alimenti funzionali, secondo gli ultimi dati disponibili, nel 1999 sono stati spesi tra i 250 ed i 300 milioni di franchi, pari all’1 percento della cifra d’affari del mercato alimentare svizzero. Il tasso di crescita del 20 percento annuo di questo settore, lo rende quanto mai appetibile dal punto di vista economico.

La dimostrazione la dà Nestlé che con i suoi due prodotti di latte fermentato al bifidium, più cari degli yogurt ordinari, ha realizzato lo scorso anno una cifra d’affari di 30 milioni di franchi, che rappresenta il 20 percento dell’insieme delle vendite di tutti i suoi prodotti lattieri.

Gli alimenti funzionali in commercio, venduti per le loro qualità benefiche oltre che per le proprietà nutritive, non rientrano però ancora in una base legale specifica. Nel diritto elvetico i functional foods non sono contemplati e non esiste nemmeno una loro definizione scientifica precisa.

In attesa della revisione di alcune ordinanze della legge sulle derrate alimentari e della revisione della legge sui prodotti terapeutici “gli alimenti funzionali -come ha precisato a swissinfo Urs Klemm, vice-direttore dell’Ufficio federale della sanità- vengono classificati nella categoria degli alimenti speciali sottoposti ad autorizzazione, categoria nella quale rientrano gli integratori alimentari ed i prodotti per lattanti. La legislazione è in sviluppo -ha aggiunto Urs Klemm- La nuova legge sulle sostanze medicinali, attualmente in consultazione, dovrebbe però consentire una distinzione inequivocabile e fare chiarezza nel settore”.

Una delle priorità fondamentali, non solo a livello svizzero ma anche europeo, è infatti quella di regolamentare il comportamento dei produttori, in modo che gli alimenti funzionali non possano venir reclamizzati quali cure per le malattie, escludendo quindi ogni possibile confusione con i medicinali. Sulle etichette dei functional foods devono apparire dichiarazioni relative alla salute reali e dimostrabili, fondate e giustificabili e non affermazioni fantasiose.

A tal proposito anche le Nazioni Unite, attraverso alcune sue organizzazioni, come quella per l’alimentazione e l’agricoltura Fao, l’Organizzazione mondiale della salute e lo stesso Consiglio d’Europa stanno definendo codici di comportamento che consentiranno di porre sulle confezioni degli alimenti funzionali solamente dichiarazioni non ingannevoli e sostenute da fondamenti scientifici validi.

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