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Quale impegno del governo per le votazioni?

Per un'informazione trasparente in vista della votazione sull'Onu, il governo ha stanziato 1,2 milioni di franchi Keystone Archive

In un rapporto sono contenute le direttive per gli interventi del governo nelle campagne che precedono le votazioni federali.

Il Consiglio federale, a parte casi ben precisi, non deve tappezzare i muri di manifesti pubblicitari per imporre le proprie idee in occasione di votazioni federali. D’ora in poi la campagna governativa prima delle votazioni dovrà seguire determinati parametri.

Berna dispone ora infatti di linee direttive che definiscono i suoi interventi nelle campagne che precedono una votazione popolare. Le stesse permetteranno anche di mettere a tacere le critiche sull’assenza d’impegno governativo o di intervenzionismo ritenuto da certi ambienti talvolta eccessivo.

Un dovere

«Il governo non ha soltanto il diritto, ma il dovere d’impegnarsi nelle campagne», ha dichiarato giovedì alla stampa il suo portavoce Achille Casanova. Il vicecancelliere della Confederazione ha diretto il gruppo di lavoro che ha elaborato le linee direttive.

Il rapporto conferma la pratica che ha preso piede nel corso degli anni, caratterizzata dall’impegno delle autorità federali prima delle votazioni. Sono comunque previste regole severe, ha dal canto suo precisato la cancelliera della Confederazione Annemarie Huber-Hotz.

Pubblicare i sondaggi

Ogni informazione dovrà rispettare i principi della continuità, della trasparenza, dell’obiettività e della proporzionalità, conformemente alle linee direttive. La trasparenza comporta per esempio la pubblicazione dei risultati dei sondaggi d’opinione ordinati dall’amministrazione.

Ciò eviterebbe articoli come quello apparso giovedì stesso nel settimanale «Facts», ha sottolineato Casanova. Stando all’organo di stampa svizzero-tedesco, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) avrebbe voluto dissimulare i risultati di un sondaggio secondo cui soltanto il 50% degli Svizzeri sostiene l’adesione all’ONU.

Manifesti

Il fatto di ricorrere ai mezzi di comunicazione commerciali (manifesti o annunci) dipende dal principio della proporzionalità. In sostanza, il Consiglio federale deve rinunciarvi durante la fase che precede immediatamente gli scrutini, visto che dispone di sufficienti strumenti per farsi ascoltare.

Tuttavia, a certe condizioni, il ricorso a manifesti e altri tipi di pubblicità può essere tollerato prima dell’annuncio della data della votazione federale. È il caso, per esempio, delle «campagne tematiche intese a fornire informazioni obiettive quando la comprensione di un oggetto particolarmente complesso lo esige».

Il governo vi ha fatto capo in particolare per la nuova Costituzione federale. In vista dell’adesione della Svizzera all’ONU, in votazione il 3 marzo, il parlamento ha stanziato per l’informazione un credito di 1,2 milioni di franchi.

swissinfo e agenzie

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